La Valle d’Aosta su Wikipedia: buchi, omissioni e carenze
Qual è la prima cosa che si fa per ottenere informazioni su qualcosa che non si conosce? In genere si va su internet. In particolare, su Wikipedia. L’enciclopedia on-line, interamente realizzata da volontari, è una miniera di notizie, fotografie e dati. Tutti i comuni italiani, ad esempio, vi sono menzionati. E’ talmente entrata a far parte delle nostre abitudini che ciò che non compare su Wikipedia rischia di non esistere affatto, nel senso che viene ignorato dai più. Non per nulla Google la indicizza sempre tra i primi risultati nelle pagine di ricerca.
E le pagine Wiki della Valle come sono?
Se dovessimo ricostruire un’immagine completa della Valle d’Aosta da zero, utilizzando solamente i contenuti di Wikipedia (ed è quello che potrebbe fare un turista) noteremmo molti “buchi”. Tutte le voci comunali contengono i dati fondamentali, ma poche hanno delle fotografie. Altrove sono i comuni stessi, ma anche le fondazioni e le associazioni, a fare dono delle immagini, in modo tale da promuovere la conoscenza del proprio territorio ovunque, e a costo zero. Prendiamo la cultura: tra i poeti dialettali valdostani troviamo André Ferré ed Eugenia Martinet, ma non esiste una voce per Jean Baptiste Cerlogne.
Nella categoria dei partiti politici troviamo appena cinque voci, mancando una buona fetta di minoranza. Tra le testate politiche compare solo Le Peuple. Anche le tradizioni valdostane ne escono malconce, tra gli sport popolari troviamo solo lo tsan, non esiste nulla sui carnevali di montagna, e il dialetto valdostano non compare tra le lingue dialettali in cui è stata tradotta Wikipedia (piemontese, lombardo, napoletano, sardo, siciliano, veneto, ligure, friulano, per fare alcuni esempi). Non esistono voci specifiche per titsch e töitschu.
Pochi contributori, nessun progetto dedicato alla Valle
La discontinuità con cui vengono create e aggiornate le voci valdostane dipende anche dal fatto che la Valle è una delle poche regioni italiane che non possiede un progetto tematico a lei dedicato, in modo da riunire e coordinate i contributori, facilitare il lavoro e incrementare l’attività. Manca una massa critica di utenti desiderosi di occuparsene. Curiosamente, la Wikipedia francese invece l’ha creato. La Valle è anche l’unica regione in cui il progetto “Adotta un comune” non è stato attivato.
Si tratta di uno strumento importante: i cittadini possono dedicarsi ad un comune di loro scelta, curando la voce, inserendo foto e dati, proteggendo la voce dai vandalismi informatici.
Nel resto d’Italia: la mobilitazione della scuola
In Italia il mondo della scuola si sta mobilitando: quest’ anno in Emilia Romagna 50 scuole medie e superiori adotteranno una parola legata al territorio e la cureranno su Wikipedia. Le scuole lombarde, invece, hanno indetto un concorso per ragazzi delle scuole superiori. “Scrivere una voce in Wikipedia – si legge nella lettera indirizzata a tutti gli istituti scolastici lombardi per promuovere l’iniziativa – è un’esperienza di formazione alla cittadinanza digitale”. Gli studenti dei corsi universitari per interpreti e traduttori delle Scuole Civiche di Milano si sono visti assegnare il compito di creare nuove «voci» su Wikipedia e tradurre pagine scritte in altre lingue. La Valle d’Aosta non si sta ancora muovendo su questo fronte.
Eppure chi cerca informazioni riguardanti la Valle d’Aosta, i suoi 74 comuni, le sue montagne, i monumenti, i castelli e via dicendo, presumibilmente nella maggior parte dei casi va su Wikipedia. Certamente, esistono anche i siti istituzionali, regionali e comunali, ma, oltre ad essere aggiornati in modo discontinuo, hanno un menù linguistico limitato. Le pagine valdostane di Wikipedia vengono tradotte quasi sempre almeno in una decina di lingue, almeno per quanto riguarda le informazioni principali. I contenuti sono elaborati e catalogati da volontari, come avviene per qualsiasi voce contenuta nel portale. E così troviamo pagine e pagine su piccoli centri abitati, create da uno o più estimatori desiderosi di rendere note le caratteristiche del loro paese, ampliando le voci, aggiungendo fotografie di chiese, monumenti e scorci caratteristici. Insomma, spesso e volentieri si trovano a fare le veci di un ufficio del turismo. E tutto questo completamente gratis.