Lupo, Arev risponde a Legambiente: attacchi diminuiti per l’aumento dei sistemi di difesa

11 Febbraio 2021

Legambiente batte il colpo, l’Arev risponde. L’Associazione ambientalista, non più tardi di tre giorni fa, era intervenuta sulla “questione lupo” spiegando come nel 2020 gli atti predatori in Valle nei confronti delle specie allevate fossero diminuite, e puntando il dito contro “iniziative annunciate da singoli esponenti politici al solo scopo di raccogliere un facile consenso elettorale”.

Riferimento affatto velato alla proposta di legge depositata dai gruppi Lega Vallée d’Aoste e Pour l’Autonomie per autorizzare il prelievo, la cattura o l’uccisione di esemplari del lupo “nel caso in cui non esistano altre soluzioni valide e che questi interventi non pregiudichino il mantenimento, in uno stato di conservazione soddisfacente, della popolazione della specie interessata nella sua area di ripartizione naturale”.

In una lettera, il Presidente dell’Associazione regionale degli allevatori Omar Tonino spiega come nel tavolo tecnico “con toni molto pacati tra le varie parti, sono stati riportati i dati aggiornati, da parte del corpo forestale, della presenza del lupo, degli attacchi e degli indennizzi agli allevatori. Ne è seguito il dibattito, che ha coinvolto il rappresentante degli enti locali che si è fatto portavoce del malessere dei cittadini, preoccupati nel vedere questi animali in prossimità delle abitazioni. È stata poi la volta delle varie associazioni degli agricoltori che hanno fatto rilevare quanto il peso economico del ritorno del lupo sia ricaduto sulle spalle degli allevatori. Quindi, anche noi, non vogliamo minimizzare e neanche enfatizzare i timori dei cittadini, ma ridurre il senso dell’intera riunione con l’espressionediminuiscono gli atti predatorici sembra fuorviante rispetto alla problematica”.

Il perché è presto detto: “È vero che gli attacchi agli animali domestici nell’ultimo anno sono diminuiti – scrivono gli “Éleveurs” – ma ciò non vuol dire che il problema stia rientrando o sia in via di risoluzione, come si vuol far intendere. I lupi presenti sul territorio non sono di certo diminuiti nell’ultimo anno quindi gli attacchi sono solo diminuiti perché gli allevatori hanno messo in atto molteplici strumenti di difesa”.

“Va precisato però – aggiunge il Presidente Arev –, che tali strumenti, hanno delle controindicazioni, per esempio i cani da guardiania, molto difficili da gestire in un territorio che vede notevole presenza turistica”, così come il “pesante l’impatto dei costi di gestione delle opere di recinzione e di guardiania in presenza delle mandrie. Il risultato è che le terre più marginali tenderanno sempre più ad essere abbandonate, quindi il pagamento dei danni non è in alcun modo esaustivo, perché l’allevatore è costretto a modificare il sistema di conduzione, con aggravio di costi per una gestione aziendale già di per sé poco redditizia. Problematica di non poco conto è poi il legame affettivo dell’allevatore con i propri animali. Il benessere di ovini, caprini, equini e bovini deve essere tutelato tanto quanto quello del lupo”.

Riguardo la proposta di legge Tonino aggiunge, rivolgendosi direttamente a Legambiente: “Siamo fermamente convinti che una legge simile, qualora venisse approvata, non metterebbe a repentaglio la sopravvivenza della specie lupo, ma siamo ancora più convinti, proprio come lo siete voi, che la tutela ambientale sia un valore fondamentale che però in zone di montagna come la nostra, debba passare indubbiamente attraverso la tutela e la conservazione dell’attività

zootecnica presente sul territorio. In questo vi vorremmo nostri alleati, per fare in modo che la nostra categoria sia aiutata a trovare delle soluzioni per convivere con il predatore, anche se la presenza degli animali domestici appare incompatibile con la presenza del predatore stesso. Speriamo che la tecnologia e i tecnici specializzati siano utili ad apportare ulteriori soluzioni ed applicare gli studi calandoli nella nostra specifica realtà”.

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