Marco Cometto, ingegnere nucleare a Vienna per le Nazioni Unite
Marco Cometto, classe 1969 di Aosta, è uno studente del Liceo Classico di Aosta. Nonostante l’indirizzo scelto, la sua passione è la matematica: decide così, una volta diplomato, di iscriversi al Politecnico di Torino. La decisione di intraprendere il percorso in ingegneria è frutto del fatto che Marco è un ragazzo interessato a molti argomenti e questa scelta gli permette di avere una preparazione più ampia, che non contempla la sola matematica. È il 1988 e Marco si iscrive a Ingegneria nucleare, una scelta decisamente controtendenza considerato che in Italia si è appena votato per il referendum abrogativo sul nucleare. Giunto il momento di scrivere la tesi, Marco ha la possibilità di lavorare a Saluggia presso centro di ricerca ENEA sulla gestione delle scorie del programma nucleare italiano o proseguire il suo percorso formativo oltralpe. La decisione ricade sulla formazione supplementare presso l’Università di Aix Marseille e su uno stage di 6 mesi nel centro di ricerca CEA di Cadarache. Ottenuta la laurea e terminato il servizio militare, Marco inizia un Dottorato in Svizzera presso l’École Polytechnique Fédérale de Lausanne.
Oltre che per l’energia, Marco inizia a nutrire un forte interesse per l’economia e la finanza e decide così di mettersi a studiarla: “Dopo diversi anni trascorsi nel settore energetico, avevo voglia di cambiare. La Svizzera era molto ricca di offerte nel settore bancario, così mi sono messo a studiare insieme a mia moglie, che già lavorava in banca, e ho conseguito un diploma molto riconosciuto in ambito finanziario”.
Concluso il Dottorato, Marco non riesce però a trovare opportunità interessanti in ambito finanziario e decide di trasferirsi a Parigi per lavorare prima al CEA e poi a EDF come ingegnere ricercatore. L’interesse per il mondo finanziario non accenna a diminuire, per cui Marco ritenta quel percorso, questa volta in Valle d’Aosta, dove avvia un’attività in collaborazione con un’amica: “la Valle mi è sempre mancata e mi manca tutt’ora, tutti gli anni rientro in occasione della Fiera di Sant’Orso. Volevo riprendere l’attività finanziaria e ho pensato di riuscirci tornando a casa ad Aosta”. Anche questo tentativo, tuttavia, non si rivela fruttuoso: in Valle lo spazio è poco e il bacino di utenti limitato. Marco si guarda quindi intorno e, quasi per caso, si imbatte in una vacancy dell’OECD Nuclear Energy Agency, operante nel quadro dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), che offre una posizione da analista in energia nucleare a Parigi: “erano le 17 e l’offerta scadeva alle 19, sentivo che era giunto il momento di ripartire e ho quindi deciso di candidarmi. Ho dovuto fare application due volte e mi sono trasferito a Parigi nel 2010”. La Germania aveva incaricato la NEA di uno studio per valutare la complementarità del nucleare e delle rinnovabili nell’ottica di ridurre le emissioni di CO2. Purtroppo dopo pochi mesi l’incidente di Fukushima ha cambiato gli orientamenti energetici del Paese e l’interesse nei confronti dell’energia nucleare. “Per fortuna abbiamo comunque potuto portare a termine lo studio, che avuto un buon successo, permettendomi di ricevere molti riconoscimenti, oltre ad un contratto a tempo indeterminato molto raro all’interno dell’Agenzia”.
Nel suo percorso, Marco si occupa di molti aspetti, da quelli più tecnici a quelli più economici, come la competitività del nucleare ed i modi di finanziamento delle nuove centrali: “Mi è sempre piaciuto cambiare. Mi reputo una persona che si adatta facilmente, l’ambiente era molto positivo, si respirava un’aria internazionale e tutti i miei colleghi erano altamente competenti”. Nel tempo, però, avvengono dei cambiamenti a livello di management che portano Marco a sentire la necessità di nuovi stimoli. D’accordo con la famiglia, decide di trasferirsi a Vienna, dove lo aspetta un’occupazione all’International Atomic Energy Agency (IAEA), l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di energia nucleare.
La capitale austriaca si rivela un’autentica sorpresa: “Rispetto a Parigi è una città molto vivibile e allo stesso tempo internazionale, tutti parlano l’inglese, per cui non è stato difficile adattarsi. Qui, a differenza che in Francia, riesco nuovamente a fare sport: sono un appassionato di montagna e nel tempo libero mi piace giocare a ping pong e andare in bicicletta lungo il Danubio”.
Un amore, quello per la montagna, che spesso ha spinto Marco a rientrare in Valle d’Aosta: “Adoro fare sci alpinismo, quando riesco rientro in Valle per praticarlo. Come ho raccontato, ho provato a ritornarci a vivere e lavorare, ma fuori ci sono oggettivamente delle migliori opportunità, specialmente in un settore come il mio. Oggi ho due figli di 11 e 14 anni e, come per me, anche per loro qui ci sono migliori occasioni. Il mio contratto di lavoro mi terrà a Vienna almeno per i prossimi tre anni, dopodiché insieme alla mia famiglia deciderò cosa fare. La Valle rimane sempre e comunque casa mia e sono sicuro che ritornerò ad Aosta una volta terminata la mia esperienza lavorativa”.