Mascherine, guanti, gel igienizzanti e consegne a domicilio: riaprono le librerie di Aosta
Oggi, martedì 14 aprile, è il giorno “x”, quello indicato dall’ultimo decreto firmato dal Presidente del Consiglio Conte – venerdì 10 – per la riapertura di alcune attività, tra le quali figurano le librerie e le cartolibrerie.
A ruota è arrivata l’ordinanza del Presidente della Regione Testolin che ne regolamenta la riapertura, fissando i paletti ai quali gli esercizi devono attenersi.
Nel provvedimento si legge anzitutto che “l’accesso ai locali di vendita al dettaglio di carta, cartone e articoli di cartoleria, di libri o di vestiti per bambini e neonati dovrà essere rispettivamente effettuato da un unico ingresso”, mentre “la permanenza nei locali […] con superficie complessiva sino a 40 metri quadri, è consentita ad una sola persona alla volta, fatti salvi minori di età accompagnati o persone che necessitano di accompagnamento” mentre “nei locali aventi superficie complessiva superiore dovrà essere rispettata la distanza minima di 1 metro fra un cliente e l’altro”.
A questo si aggiunge l’obbligo per venditori e acquirenti di indossare “guanti e mascherina o altro mezzo protettivo idoneo che garantisca la copertura di naso e bocca” e, per gli esercenti, “nei locali o parti di locali destinati al commercio al dettaglio di libri dovrà essere messo a disposizione dei clienti del gel igienizzante, posto in luogo ben visibile”.
Con una chiusa, necessaria: “È da privilegiare, quale modalità di acquisto – spiega ancora l’ordinanza –, la prenotazione dei libri e del materiale di cartoleria da acquistare”.
Le librerie aprono e si attrezzano
À La Page: orario mattutino, restano le consegne a domicilio
“Per il momento terremo aperto con orario 9.30/13, quindi solo mattutino – spiega Clara Acerbi, contitolare della Libreria À La Page –. Le persone entreranno una alla volta con mascherine e guanti, li abbiamo a disposizione anche per i clienti, abbiamo posizionato i disinfettanti e aspettiamo che arrivi il vetro divisorio per il banco mentre abbiamo creato un percorso interno per far sì che le persone non si incontrino comunque”.
Ciò che cambia è il rapporto col cliente, e con un lavoro che fa del “contatto” una sua prerogativa. Acerbi spiega: “Siccome in negozio si dovrà restare per il minor tempo possibile, e continueremo con le consegne a domicilio. In questo periodo di chiusura abbiamo cercato di ricreare un rapporto un po’ come quello in libreria, nel quale si può scegliere un libro attraverso una videochiamata, servizio che pensiamo di mantenere”.
Libreria Brivio: orario pieno, ma si va avanti con le prenotazioni e le consegne
Non dissimile quanto avviene alla Libreria Brivio, sia per la sede di piazza Chanoux, sia per quella in corso Lancieri: “Ci atteniamo all’ordinanza del Presidente Testolin e alle disposizioni nazionali – spiega la titolare Romaine Pernettaz –, ma in più metteremo i vetri divisori. L’accesso sarà quindi contingentato con l’obbligo di utilizzo di guanti, maschere, e del gel igienizzante. Sicuramente non è più il ‘giro in libreria’ che molti lettori e lettrici fanno, ma prediligeremo la prenotazione del materiale, per avere meno gente possibile in negozio”.
Brivio aprirà invece tutto il giorno e, anche qui, il lavoro “obbligato” di consegna a domicilio potrebbe non rimanere un discorso fermo a questo periodo di quarantena. “La volontà è quella di tenere aperto anche il pomeriggio, per diluire ancora di più l’eventuale flusso di clienti su tutto il giorno. Rimangono comunque attivi i recapiti per fare le consegne. È un elemento che probabilmente farà la differenza anche in futuro. Io stessa mi sono trovata a mandare via WhatsApp delle proposte di acquisto o dei suggerimenti. Certo che il momento è ancora molto difficile e nessuno, come per altre categorie, ci ha ancora aiutato”.
Libreria Aubert aperta, ma i libri si prendono all’esterno
Obbligato dalla conformazione del suo locale, il titolare della Libreria Aubert Stefano Tringali ha optato per un’altra soluzione.
“Noi abbiamo deciso di riaprire con orario ridotto, dalle 9 alle 12.30. Non permettiamo l’ingresso perché, per come è fatta la nostra libreria non abbiamo lo spazio fisico per garantire la distanza sociale, e poi perché c’è un po’ timore che, con questa scusa, la libreria venga scambiata per un posto in cui passare le giornate. Ho quindi allestito un piccolo banchetto all’ingresso in cui il cliente può chiedermi un libro, e permettermi di fare il mio mestiere, oltre a proseguire con gli ordini e le prenotazioni”.
Sull’evoluzione che anche nel mestiere di librario questo “lockdown” può portare, invece, Tringali è cauto: “Mi auguro che sia una questione emergenziale, perché penso che la libreria come luogo fisico abbia la sua funzione primaria nel contatto sociale, dove si passa il tempo scambiando opinioni e informazioni, ed è ciò di cui sentiamo più la mancanza
O meglio: “Costretti un po’ dalla situazione si stanno trovando soluzioni che possono essere anche interessanti. A livello nazionale sono nate diverse iniziative per rendere le librerie un ‘grande portale online’ che mette a disposizione un catalogo. Sostituire la funzione sociale ed il contatto fisico con un libraio e con un libro è impossibile, anche se da tutto questo qualcosa di buono deve venire. Spero comunque di poter tornare al più presto a fare il mio lavoro, e con le persone dentro la libreria”.