Mele ai cacciatori per uccidere le ghiandaie. E il popolo di Facebook insorge
Per 10 ghiandaie abbattute un plateau di mele, per 15 due plateau, per 25 una cassetta di mele. Non è l’offerta speciale di qualche supermercato valdostano ma la proposta della Cofruits di Saint-Pierre, che stufa di vedersi rovinare il raccolto da quest’uccello, in costante aumento, ha deciso di ricorrere alla caccia di controllo e di offrire come incentivo ai cacciatori un premio.
La notizia però ha suscitato clamore su Facebook. Il fotografo Stefano Unterthiner infatti ha postato il fatto sul suo profilo, denunciando la scelta e invitando a comprare mele da chi rispetta la natura. “E’ questa la Valle d’Aosta che non mi piace” scrive Unterthiner, testimonial di VIVA, il marchio sintesi del Sistema Natura Regionale che promuove la fruizione turistica delle aree protette basata su principi di eco-sostenibilità. Il post del fotografo naturalista, entrato nel gotha della fotografia mondiale e collaboratore del National Geographic, ha raccolto subito il placet di numerose persone che hanno commentato la notizia e condivisa con i loro amici. E’ l’eterno divario tra chi pratica la caccia e chi la odia.
Attilio Fassin, presidente della Cofruits, il centro di raccolta e conservazione delle mele, a cui i coltivatori locali conferiscono i loro raccolti, spiega: “Abbiamo avuto un 30-40% di danni quest’anno. Questi uccelli distruggono le nostre mele e purtroppo ce ne accorgiamo solo al momento della raccolta. Così abbiamo chiesto alla forestale e alla regione di poter intervenire con la caccia di controllo”.
Il problema persiste da diversi anni e sta diventando sempre più dilagante, soprattutto nei comuni di Sarre e Saint-Pierre. “Abbiamo tentato negli anni scorsi con i dissuasori, ma la gente si lamentava del rumore, da questi prodotto. Le reti, purtroppo, hanno dei costi spropositati, che non ci vengono riconosciuti dalla Regione e quindi l’unica alternativa era di contenere la specie, chiedendo aiuto ai cacciatori.” Nei confronti della ghiandaia però non c’è alcun interesse culinario, ecco perché la Cofruits ha deciso di incentivare i cacciatori ad aderire al progetto. “Toccherà alla forestale monitorare l’uccisione di questi uccelli” spiega ancora Fassin. Il presidente della Cofruits risponde poi alle critiche del popolo di Facebook “Ma se fosse il loro di stipendio ad essere appeso ad un albero, anziché stare al sicuro in banca, come si comporterebbero? Non prenderebbero tutte le misure possibili per evitare che un uccello si mangi il frutto del proprio lavoro?”