“Mia fino alla fine”, una campagna di sensibilizzazione per riflettere sui segnali della violenza
Due storie all’apparenza normali, ma in realtà violente. “Mia fino alla fine” – la campagna di informazione e sensibilizzazione presentata in anteprima oggi, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, agli studenti delle classi quarte e quinte del Liceo Regina Maria Adelaide di Aosta – vuole far riflettere sui segnali della violenza che possono portare al femminicidio.
Realizzata su iniziativa della Consigliera di parità, Katya Foletto, del Consiglio Valle e dell’assessorato regionale alla Sanità dal regista Davide Bongiovanni, la campagna propone due video che raccontano le storie all’apparenza ordinarie di una giovane coppia e di una coppia con un figlio. Attraverso uno scambio di messaggi su Whatsapp diventa chiara l’evoluzione delle due relazioni, dalla normalità alla violenza.
“Alcuni di questi messaggi sono tratti dalla chat di Giulia Cecchettin e Filippo Turetta – spiega la Consigliera di parità, Katya Foletto -. I video vogliono parlare di quei segnali che, se ignorati, possono portare a situazioni sempre più pericolose, fino a tragedie come il femminicidio”. E aggiunge: “La campagna andrà in onda a partire da gennaio, perché la priorità è quella di far riflettere la popolazione su questo tema durante tutto l’anno e non solo intorno al 25 novembre. I numeri della violenza sulle donne sono in aumento: è importante agire sulle giovani generazioni per arginare questo fenomeno”.
Per l’assessore regionale alla Sanità, Carlo Marzi, “essere in un liceo a parlare di violenza sulle donne è una precisa scelta politica“. E spiega: “I video vogliono dare fastidio, vogliono rompere gli schemi cercando di parlare ad una generazione che deve essere coinvolta se vogliamo un cambio di passo. Ma vogliamo anche far capire alle ragazze e ai ragazzi che la nostra presenza nella loro scuola, in una giornata tanto importante, è il segnale che le istituzioni ci sono: per ascoltare, sostenere e agire”.
“In questa giornata, e non solo, bisogna fare “rumore”- aggiunge il presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin -, dando ai giovani gli strumenti per riconoscere i comportamenti a rischio in una relazione patologica. Questi video, che parlano il loro linguaggio, vogliono provocare per mettere al centro un cambio di mentalità“.
Dopo la visione dei due video, gli studenti hanno potuto approfondire la tematica grazie agli interventi della dottoressa Antonia Billeci della Medicina d’urgenza ed emergenza territoriale, di Daniela De Prospo, coordinatrice della casa rifugio Arcolaio, di Anna Ventriglia del Centro donne contro la violenza. Andrea Damarco e Alexine Dayné hanno poi letto due testimonianze, di cui una di un uomo maltrattante e l’altra di una donna maltrattata.