Microcomunità di Fénis, reclutati i primi volontari: ora servono guanti e camici

26 Ottobre 2020

I primi due volontari sono entrati ieri alla microcomunità di Fénis. Il sindaco del paese non ha potuto attendere gli esiti del tampone o la stipula dell’assicurazione, con il 100% degli ospiti positivi al Covid-19 (due sono già i decessi registrati e uno è ospedalizzato) e solo sette operatori ancora in servizio sui 24 totali, la struttura rischiava il collasso.

“Li abbiamo messi in cucina” racconta Nicoletta “Oggi sono arrivati i risultati dei tamponi e sono negativi. Purtroppo abbiamo dovuto operare in barba ai protocolli”.

Domani mattina alle 10 altri volontari, che si sono resi disponibili per le pulizie e per la consegna dei pasti a domicilio, saranno convocati per organizzare i turni.

In soli due giorni all’appello del sindaco di Fénis hanno risposto in 150 persone, non solo valdostani. “Ieri mi hanno contattato una famiglia del varesotto e una signora di Genova, oggi un signore di Reggio Calabria, che poteva farsi ospitare da alcuni parenti qui in Valle d’Aosta. A rispondere all’appello sono stati pensionati (di cui alcune anche Oss), studenti, ma anche dipendenti dell’ospedale regionale, insegnanti e operai della Cogne.”. Anche il mondo del volontariato è sceso in campo con chiamate ricevute dal Csv, dal volontariato di Protezione Civile e dalla Croce Rossa.

“Per il momento, grazie anche al grande sforzo compiuto dalle Oss ancora in servizio, abbiamo messo una bella pezza.  – prosegue Nicoletta – Sarà da capire per quanto tempo si può portare avanti la macchina dei volontari, che necessitano di un turn over maggiore e che ha come conseguenza quella di mettere più persone a rischio con i pazienti”.

Per i tamponi rapidi “il 118 ci ha garantito la disponibilità dei tamponi rapidi, che potrà fare l’infermiera della microcomunità”, ma l’altro aspetto su cui intervenire riguarda la dotazione di Dpi.

Abbiamo carenza di guanti e camici, visto che con i volontari sono almeno tre i cambi al giorno organizzati.  – spiega Nicoletta – La Croce Rossa ce ne ha forniti un centinaio, ma ne servono molti altri”.

I nominativi dei volontari, suddivisi in base al comune di residenza, alla mansione e alla disponibilità di tempo offerta, finiranno ora in un elenco, in fase di stesura, che verrà condiviso con la Regione, la Protezione civile e l’Usl, per essere poi utilizzato in caso di necessità. “Adesso mi metto nelle mani dei burocrati che dovranno dipanare la parte restante della matassa, con l’auspicio che tutto ciò possa al più presto diventare un supporto per tutti”.

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