Miguelina Baldera Santana premiata dal Mirex della Repubblica Dominicana
Il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Dominicana, Mirex, ha consegnato giovedì 7 novembre il Premio all’Emigrante Dominicano Sr. Oscar de la Renta, ai cittadini dominicani che si distinguono nei paesi in cui risiedono, mantenendo i legami con il loro paese d’origine. Candidata e poi seconda classificata per questa settima edizione una valdostana, Miguelina Baldera, figura di spicco della mediazione culturale regionale e da più di 20 anni impegnata nell’integrazione delle donne straniere nel tessuto socio-culturale della Valle d’Aosta.
Il premio le è stato attribuito per l’impegno che dall’inizio della sua avventura in Italia ha riposto nell’aiutare la comunità latina femminile a integrarsi e iniziare una nuova vita nella nostra regione; la motivazione del Mirex recita anche che da sempre la candidata ha lavorato per rafforzare i legami della comunità expat con le istituzioni locali e ha inoltre un ruolo chiave nella Confederazione delle Associazioni Domenicane in Italia.
Arrivata in Valle d’Aosta ormai 31 anni fa, Miguelina nasce in Repubblica Dominicana ed è la sorella maggiore di 9 fratelli e con la fortuna di poter intraprendere studi in campo amministrativo, grazie al padre di origini arabo-spagnole che ha sempre investito le risorse economiche della famiglia, nell’istruzione dei figli. “Sono stata molto fortunata, ho potuto studiare come segretaria di azienda nel mio paese d’origine e grazie agli sforzi della mia famiglia e ad alcune borse di studio date proprio dal governo dominicano. Sono arrivata in Valle d’Aosta e subito mi sono resa conto che tante donne latine expat vivevano una condizione di solitudine, inadeguatezza e difficoltà nell’affrontare una vita lontano da casa. Così è iniziata la mia avventura per aiutarle”. Così nasce Uniendo Raices, un’associazione senza scopo di lucro che da ormai 24 anni aiuta e sostiene con azione di mediazione culturale, ma non solo, tantissime donne e ormai non solo più della comunità latina.
Con il passare del tempo, Miguelina si rende conto della difficoltà che le persone emigrate incontrano nel dover costantemente dare spiegazioni, come le succede quando, dopo alcuni fraintendimenti nel mondo scolastico del figlio, decide lei stessa di spiegare perché e come è arrivata in Valle d’Aosta: è un clic ed è così che nasce il suo futuro da mediatrice culturale, con lo scopo di permettere alle persone straniere di farsi conoscere, di spiegarsi e di spiegare la propria cultura, uno degli scopi fondamentali di Uniendo Raices dal giorno della sua fondazione.
Per Miguelina il punto culturale non è un dettaglio, ma il nodo centrale: “Aosta è il nostro centro del mondo, dove si intrecciano diverse culture che rappresentano il mondo in una parola: casa. Questo territorio per moltissimi famiglie immigrate è diventata una casa che ha bisogno di rafforzare le radici, attraverso i ponti di solidarietà, sorellanza, amicizia e ascolto; penso che le persone come noi, expat, abbiano bisogno di conservare la propria cultura e tramandarla ai propri figli anche in caso di coppia mista attraverso racconti, lingua e aneddoti. Non mi stancherò mai di dire che la mediazione culturale non è una cosa superflua ed è un peccato che non si investa più tempo in questo, perché è qualcosa di necessario affinché la comunità locale possa abbracciare chi arriva qui da altrove e al tempo stesso aiutare chi arriva a integrarsi meglio; detto questo non penso che sia un dovere delle istituzioni permettere agli emigrati di salvaguardare la propria cultura, siamo noi a doverlo fare e questo per me è davvero importante”.
Non solo comunità latina: dopo diversi anni in cui Miguelina, e le tante persone che hanno fatto nascere Uniendo Raices e che con lei a questo progetto continuano a lavorare, hanno deciso di andare oltre a provenienze, religioni e differenze culturali: “Questo non è solo un mio lavoro, voglio sottolineare che è un lavoro di rete, di gruppo, di connessioni, di aiuto tra istituzioni e associazione e che nel tempo ci ha permesso anche di avvicinarci a donne di altre provenienze che avevano comunque bisogno di un aiuto: mettiamo al centro le persone, non importa che lingua parlino e da dove vengano. Mi è capitato anche di avere a che fare da vicino con casi di femminicidio e di violenza sulle donne, come possiamo fermarci alla provenienza delle donne senza aiutarle? Non è possibile”.
E se la storia personale di Miguelina non ha niente in comune con quella delle tante donne che si è trovata ad aiutare nel corso di 24 anni, questo non le ha impedito, insieme alle sue collaboratrici e ai suoi collaboratori, di immedesimarsi nel grande vuoto che deriva dall’allontanamento dal proprio paese e il dramma del non venir capiti o accolti: “Forse 30 anni fa, quando sono arrivata, la Valle d’Aosta non era pronta a veder arrivare così tanti emigrati, ma ce n’era bisogno e c’era bisogno anche di una associazione come la nostra, una associazione di donne d diverse culture che aiutano altre donne, oltre ai pregiudizi, le difficoltà e le differenze culturali, oltre a tutto, solo per un grande obiettivo, quello umano”. Un premio quello che ha ricevuto Miguelina Baldera che segna un traguardo importante per lei e per quanto fatto finora, un traguardo di una “donna di mare che lo ha lasciato per la montagna e per l’amore, senza mai rimpiangere la scelta fatta”.