Nasce il Comitato “Scuole a misura di bambino”: no a mascherine e distanziamento in aula

31 Agosto 2020

“La prevenzione non può essere peggiore della malattia”. E’ a partire da questo assunto che una cinquantina tra insegnanti, genitori e simpatizzanti, hanno costituito in Valle d’Aosta, verso fine luglio, il comitato “Scuole a misura di bambino”. Obiettivo del gruppo, che rifiuta l’etichetta di “complottista” o “novax, è quello di mettere al centro del prossimo anno scolastico l’alunno con le sue esigenze e proporre alternative alle misure di prevenzione e riduzione del contagio per il Covid-19 previste dal Ministero dell’Istruzione. Prime fra tutte il distanziamento e le mascherine.

Le loro idee, osservazioni e proposte sono raccolte in una lettera che è stata inviata e presentata innanzitutto all’Assessora Chantal Certan e poi a tutti i dirigenti scolastici della Valle d’Aosta. “Attualmente la situazione sanitaria in Valle d’Aosta ha numeri molto contenuti; i minori lo dice lo stesso Comitato Tecnico Scientifico, si infettano poco e ci sono alcuni medici che sostengono che non siano così contagiosi” dichiara Patrick Bryer, insegnante di scuola primaria e referente per il Comitato facendo riferimento esplicito al prof. Alberto Zangrillo, primario del reparto anestesia e rianimazione dell’Istituto San Raffaele di Milano.

Se l’obbligo di indossare le mascherine a scuola risulta superato in Valle d’Aosta, per bocca della stessa Assessora all’Istruzione Chantal Certan, il Comitato evidenzia ancora il problema del distanziamento. A suo dire sarebbe colpevole di produrre seri danni nei bambini tra cui depressione, infiammazioni, diminuzione della capacità di apprendimento fino a l’aumento del rischio di sviluppo di cancri e tumori. “Distanziare un bambino vuol dire impedirgli di giocare, significa evitare l’ingresso dei genitori a scuola, eliminare l’inserimento per i bambini dell’infanzia, allontanarlo fisicamente dagli amici e dalle figure che lo rassicurano” continua Patrick Bryer.

Il distanziamento morbido organizzato e proposto nelle scuole dai dirigenti – continua Bryer – a nostro avviso non è sufficiente, è l’atto stesso di distanziare che crea problemi, in particolare nelle fasce di età più piccole”. Le alternative proposte? Didattica all’aperto, riduzione delle classi, l’aerazione delle aule, distanziamento solo se necessario e giustificato dall’aggravarsi della crisi sanitaria.

I grandi assenti nel documento di “Scuole a misura di bambino” sono, però, gli insegnanti che in questi giorni in Valle d’Aosta si stanno sottoponendo, su base volontaria, ai test sierologici con punte di adesione del 60% (500 test fatti finora). “Integreremo la lettera, siamo per la libertà di scelta degli insegnanti che devono poter indossare la mascherina, se lo desiderano, come decidere di non farlo” specifica Patrick Bryer.

Tra i punti ripresi nel documento dal Comitato c’è che venga data libertà di scelta agli insegnanti  per i test sierologici e per il vaccino, quando sarà pronto. “Il Covid-19 crediamo sia un virus poco più pericoloso di un’influenza e i test sierologici non sono del tutto affidabili per stessa ammissione del Ministero della Salute” dichiara Bryer.

I membri del comitato “Scuole a misura di bambini” si confronteranno su questi temi, con domande mirate ai candidati alle elezioni regionali, giovedì 10 settembre prossimo alle ore 17.30 nella sala ecoworking.

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