Nasce il progetto “Stick it!”, quando gli adesivi raccontano delle storie
Possono degli adesivi raccontare delle storie? Il Comune di Aosta pensa di sì, e lancia il progetto Stick it! che, assieme alla Scuola Holden di Torino – che da trent’anni si occupa di narrazione e storytelling – userà questo mezzo per dare voce, letteralmente, ai giovani.
“Si tratta di un laboratorio di protagonismo giovanile che metterà in risalto le storie di rgazze e ragazzi dai 18 ai 25 anni, residenti in Valle d’Aosta – spiega l’assessore alla Cultura Samuele Tedesco –. Raccontare e parlare di sé è difficile, soprattutto nella regione più piccola d’Italia e nel suo capoluogo, e ancor di più nel post Covid, dove si è accentuato il disagio giovanile. Questo progetto vede la presenza della Scuola Holden, la celebre scuola per narratori che seguirà chi vorrà accedere al progetto con 46 ore in presenza e virtuali per arrivare al prodotto finale: la scrittura di un podcast che verrà registrato e diffuso attraverso la sticker art”.
Nel dettaglio, saranno otto i giovani selezionati. Lunedì prossimo, 25 marzo, verrà pubblicato l’avviso sul sito web del Comune, e verrà richiesta una breve biografia da inviare entro il 7 aprile. Dopo la selezione partirà il lavoro assieme al docente della Scuola Holden attraverso il quale raccontare la propria storia in diversi momenti in presenza: il 13 ed il 14 aprile, l’11 ed il 12 maggio e, ancora, il 25 e 26 maggio. Gli appuntamenti in streaming saranno invece definiti in base alle disponibilità del docente e dei ragazzi.
In seguito, gli adesivi realizzati saranno appiccicati in giro per Aosta e attraverso un QR Code da inquadrare con il proprio smartphone sarà possibile ascoltare questi racconti sulla piattaforma Spotify.
“Questo sticker porteranno la voce dei giovani – aggiunge Tedesco –. La città sarà così ‘invasa’ dalle loro voci e dalle loro storie per far sì ragazze e ragazzi si riapproprino dei luoghi e siano in grado di trasformare la città in un ‘museo della realtà’. Una città che non sarà solo da ascoltare ma da vedere con gli occhi”.
“Siamo contenti di aderire a questo progetto e dare forma a questa iniziativa – ha detto invece Edoardo Mansi della Scuola Holden –. Pensiamo da sempre che le storie siano dappertutto e dentro ogni persona e ci siano molti modi di far loro prendere vita. È un progetto molto accattivante nel quale trovare dei punti d’unione tra le persone ed i luoghi. Per questo, abbiamo pensato che il podcast potesse essere mezzo molto valido per dar voce a ragazze e ragazzi”.
Soddisfatto anche Mauro Pescio, docente della scuola torinese che ha scritto e curato podcast per Chora Media e realizzato “Io ero il Milanese” per RaiPlay Sound: “Ho lavorato su molte storie di vita vera, individuali e piccole, ma che possono prendere uno spazio metaforico – ha spiegato –. Si riesce così ad avere un ‘paesaggio umano’ molto coerente con la mission di questo progetto, fatto di persone vere e vive all’interno di un territorio. Nelle storie di finzione la narrazione porta in una direzione precisa, quelle di vita vera si spostano, spesso si procede per errori più che per scelte. E questa è un’opportunità che danno le storie di vita vera. Lavorare sul territorio, poi, è estremamente interessante ed è per me una cosa nuova, oltretutto farlo con persone in età di formazione rende umana, viva, e molto contemporanea la narrazione”.