Nato a La Thuile ma per la nuova carta d’identità è “Porta Littoria”
La Thuile, ridente località turistica che dai suoi 1.450 metri sul livello del mare campeggia sull’omonima vallata, al confine con la Francia, si ritrova – galeotta è, paradossalmente, la tecnologia – sprofondata nel “Ventennio” quando cioè, con l’italianizzazione dei toponimi dei comuni valdostani (e alcuni piemontesi) da parte del regime fascista si chiamava con l’altisonante “Porta Littoria”.
Accade a quasi cent’anni dalla nascita del regime, nel 2019, e ad ottanta (La Thuile è stata “italianizzata” dal 1939 al 1945) negli Uffici comunali di Aosta.
A segnalarlo è una sdegnata Alessia Démé, Segretaria Savt, che scrive una lettera al Presidente della Regione – e prefetto – Antonio Fosson e al Ministro degli Interni Matteo Salvini: “stamane si è recato presso la nostra sede sindacale Savt di Aosta un nostro iscritto storico (nato nel 1942, ndr.) per disbrigare una pratica e, per espletare la procedura, ha presentato il proprio documento di identità da allegare alla modulistica. Ebbene, io stessa leggo con i miei occhi che la carta d’identità rilasciata in questo mese di febbraio 2019 indica come luogo di nascita del cittadino il comune di “Porta Littoria” (tra parentesi AO). Il signore stesso era visibilmente perplesso, perché la carta di identità gli è stata regolarmente rilasciata dagli uffici competenti”.
Non uno scherzo di dubbio gusto, per fortuna. Ma forse peggio, dal momento che c’è anche un precedente del quale aveva scritto – neanche un anno fa – anche il quotidiano La Repubblica.
Nell’agosto 2016, in soldoni, al Comune di Aosta sono arrivati i tecnici ministeriali a cambiare computer e procedure, standardizzate in tutta Italia, tra cui sono comprese le denominazioni storiche dei Comuni alla data di nascita dell’individuo.
E se nel resto d’Italia il sapore è diverso, nel caso della Valle e della “italianizzazione forzata”, il pasticcio è confezionato.