Palazzo Cogne, la nuova perizia del Ccs: lo stabile è sicuro
Il Palazzo Cogne è sicuro. Questa la conclusione delle “controperizia” integrativa che ieri il Presidente del circolo di corso Battaglione Giorgio Giovinazzo ha consegnato in Consiglio regionale.
Dal documento, commissionato direttamente dall’Associazione a – si legge in una nota – “professionisti abilitati e relativa allo stato dei locali del Ccs Cogne” si apprende che le verifiche sono state condotte sulle strutture orizzontali, sui soffitti e sui cementi armati dello stabile certificando positivamente la sicurezza dei locali del Circolo.
Interrompere lo sgombero
Il comunicato del Ccs lo dice chiaramente: “Visti questi risultati e ricordando che la perizia del 2016 commissionata dalla Regione ha indagato solamente gli intonaci dei piani inferiori e superiori riscontrando alcune criticità relative esclusivamente agli intonaci si chiede all’Amministrazione l’interruzione dell’iter giudiziario che ha come obiettivo lo sgombero dei locali e che venga meno il carattere di urgenza del provvedimento, permettendo così di trovare una soluzione nei giusti tempi”.
Soluzione che non è quella dei 400 metri quadri trovati dall’Amministrazione in regione Amérique, dal momento che il Ccs chiede di provvedere in tembi brevissimi alla redazione di una nuova perizia collegiale sull’intero stabile, dando priorità a tutti gli spazi attualmente utilizzati dal Circolo.
Non solo: “Forti del sostegno della comunità valdostana e confidando che i locali del Ccs rimarranno nella loro sede storica, ci si impegna a collaborare per una risoluzione che salvaguardi il Palazzo Cogne come patrimonio della collettività e la prosecuzione delle attività CCS” negli stessi locali.
La perizia del Ccs
Tra i test fatti dalla Sitec Engineering, a firma dell’ingegnere Corrado Trasino, sull’edificio c’è la cosiddetta portanza dei solai, tramite di una prova di carico, che simula in modo controllato il “comportamento” di una struttura alle sollecitazioni “elasto-plastiche”, eseguita in corrispondenza della “Sala danza”.
La conclusione recita che: “I carichi di collaudo applicati risultano significativamente maggiori rispetto a quanto richiesto dalla Normativa per la destinazione d’uso dei locali (500 daN/mq Cat. C3 Ambienti privi di ostacoli per il libero movimento delle persone, quali […] sale da ballo)”, con il solaio che “ha dimostrato un ottimo comportamento in termini di deformazione e ritorno elastico, e non si sono evidenziate anomalie e/o criticità di sorta all’intradosso e nelle parti adiacenti”.
In buona sostanza, scrive il tecnico: “non vi sono criticità negli orizzontamenti dei solai al piano primo dell’edificio ‘Fabbricato Cogne’ tali da compromettere l’utilizzo in sicurezza dei locali”.
Idem per il calcestruzzo nel piano interrato che – testato con prove non distruttive di tipo combinato sonico-sclerometrico –, stando alla perizia, risulta essere di qualità adeguata e conforme per i livelli di sicurezza richiesti, e che nelle stesse non vi sono criticità tali da compromettere l’utilizzo in sicurezza dei locali.
Gli intonaci
Problema di fondo per l’Amministrazione regionale, con la perizia del marzo 2016 che indicava lo “sfondellamento” degli intonaci, i test fatti dal Ccs – le prove soniche sulla superficie inferiore dei solai e l’ispezione dei controsoffitti – sulla totalità dei soffitti del primo piano dicono altro.
Ovvero che sono sì “presenti alcune porzioni di solai in cui lo strato di intonaco risulta non completamente aderente ai blocchi in laterizio” ma anche che “tale aspetto non inficia minimamente il comportamento statico degli orizzontamenti e si configura esclusivamente come problema locale, facilmente risolvibile con interventi di ridotto impegno”.
Quindi, “al fine di garantire la completa sicurezza – si legge ancora nella perizia –, in via preventiva e precauzionale potrà essere messa in opera una struttura di contenimento ancorata al sotto-strato strutturale”. Lavori “minimi” che cambierebbero in poco tempo il destino degli intonaci. O, come conclude l’ingegner Trasino: “A seguito di tali limitati interventi il sottoscritto tecnico potrà attestare la completa sicurezza nei confronti dello sfondellamento”.
E la “palla”, ora, torna nel campo della politica. Anche se il Presidente Giovinazzo torna a chiedere condivisione sulla nuova perizia che farà la Regione: “Le operazioni peritali che dovranno essere svolte sullo stabile, come da indirizzo del Consiglio regionale – ha spiegato – dovranno a nostro avviso essere svolte in forma collegiale o tramite incarico da parte dell’autorità giudiziaria con nomina del Consulente tecnico d’ufficio. In questa delicata fase la trasparenza è fondamentale”.