“Piccozza d’oro” al re degli Ottomila. “Ma la vetta in sé è noiosa, il bello è il ritorno al mondo”

10 Aprile 2010

E' finita con un bagno di folla la serata dei Piolets d'or che ha visto assegnare la "Piccozza alla carriera" a Reinhold Messner. La sala del Palanoir di Courmayeur era piena all'inverosimile, con gente che ha seguito la cerimonia anche dal foyer. Nel corso della prima parte è stata presentata la giuria, poi è arrivato il momento tanto atteso, e si sono iniziati a vedere i video delle imprese di Messner: il primo uomo ad aver completato tutti gli Ottomila della terra. Una leggenda vivente nel suo campo, uno degli ultimi, assieme a Walter Bonatti, premiato lo scorso anno, nella prima edizione dei Piolets alla carriera e presente in sala.

Reinhold Messner è stato il protagonista indiscusso della serata. "Un uomo prima che un alpinista", ha detto di lui il sindaco di Courmayeur, Fabrizia Derriard. Un personaggio che nella sua vita e nella sua carriera ha sempre preso posizione, per ribadire ciò in cui crede. E, indubbiamente, la montagna è uno dei valori della sua esistenza, montagna che per Messner è una vera e propria metafora della vita. "La montagna – dice – non sbaglia mai, è sempre l'uomo a sbagliare". Messner, l'uomo delle vette ha spiegato qual è il momento più bello per lui salendo una montagna: "E' il ritorno in Valle, quando ritorno di nuovo nel mondo vivo, quando inizi a sentire gli uccellini che cantano, vedi i primi alberi, incontro i miei simili. E' allora che l'avventura che hai fatto acquista significato, non prima. E' una sorte di rinascita. Le cime in sé non dicono niente, sono noiose, arrivi li e non ti puoi neanche godere il panorama: perché non c'è spazio, perché c'è poco ossigeno, perché si fa notte".

Messner non si è mai risparmiato, e nella sua vita ha sempre detto come la pensava, ma ha speso belle parole nei confronti dei Piolets: "Se rimangono quel che sono ora, l'oscar dell'alpinismo, se continueranno a premiare l'alpinismo tradizionale allora avranno un grande futuro". E poi c'era Bonatti. "Sono felicissimo che tua sia qui", gli dice Messner. E Bonatti: "Ho vinto due volte: l'anno scorso premiando me è come se aveste premiato te e viceversa". Reinhold annuisce e aggiunge: "Bonatti per me è sempre stato un modello, ho avuto la fortuna di parlarci, di conoscerlo bene, a noi basta uno sguardo per capirci".

Il sipario inizia a calare sulla parte italiana della 18esima edizione dei "Piolets d'or", ma prima di andare via i fan (tanti) corrono sul palco per farsi fare una foto con questi due giganti italiani e per farsi autografare i libri. I due non hanno nulla da invidiare alle star di Hollywood, anzi, forse è vero il contrario. E quindi meritano in pieno di finire nella "walk of fame" che sorgerà nella via delle Guide a Courmayeur, dove saranno raccolti i calchi delle mani dei vincitori del premio alla carriera. Le prime mani sono di Bonatti e Messner, niente male come inizio.
La manifestazione si chiuderà oggi, alle 21, al Majestic di Chamonix, con la proclamazione del vincitore di quest'anno.

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