Pirogassificatore: il fronte di Valle Responsabile invita all’astensione
Ripetuti inviti all’astensione dal referendum del 18 novembre prossimo giungono ora anche dal comitato Valle responsabile, che alle 20:30 di ieri sera ha illustrato ancora una volta le sue ragioni pro-pirogassificatore nella sala comunale di Introd. “Se un impianto fosse nocivo sicuramente non avrebbe alcuna autorizzazione” argomenta il dottor Luigi Sudano che, rivolgendosi al fronte del sì al referendum, ribatte “Contrastare le scelte di chi ci amministra significa anarchia.”
“Gli esperti devono parlare a ragion veduta, non basta esporre lavori scientifici se questi appartengono a letterature e autori di parte.” ribatte il medico capostipite del comitato riferendosi alla lettera "degli oncologici", in questi giorni fortemente dibattuta. “Gli effetti sulla salute – continua Sudano – sono subordinati alle dosi emesse e a qualità e tempo di esposizione considerando anche che acqua, aria, terra hanno funzioni di auto bonifica.”
“La caratteristica più interessante dell’impianto è la flessibilità. Significa che la combustione potrà avvenire in quantità comprese tra le 20.000 e le 60.000 tonnellate” spiega Aldo Bennani in risposta a chi sostiene che occorreranno molti rifiuti per il funzionamento dell’impianto. In breve, il sistema consta di una camera chiusa profonda 13 metri che si scalda per autocombustione con il calore dei gas prodotti dai rifiuti. La combustione avviene in assenza di ossigeno a 1000 gradi centigradi. Temperature così elevate producono ceneri inerti che vengono fuse e vetrificate e possono essere usate per produrre materiale edile. I gas prodotti (ossido di carbonio, metano e idrogeno) sono filtrati da sistemi di filtrazione autopulenti. “A differenza del sistema a freddo, la pirogassificazione consente di trattare i rifiuti pericolosi, le carogne di animali e i rifiuti ospedalieri in maniera tale da non inquinare l’ambiente” precisa Bennani. “Trattare i rifiuti in questo modo significa eliminare le attuali discariche e risparmiare sulla costruzione di nuovi impianti “(per Bennani il trattamento a freddo comporterebbe la realizzazione di ben quattro impianti, più uno esterno alla regione cui appoggiarsi per portare il combustibile).
Dal punto di vista della legge “Il principio di autosufficienza sancito dalla normativa europea prevede la presenza di almeno un impianto a tecnologia complessa” spiega l’avvocato Orlando Navarra “ il trattamento meccanico biologico non consente di chiudere il ciclo dei rifiuti in Valle. Per portare i rifiuti fuori è necessario dichiarare lo stato di emergenza rifiuti, che è provvisorio e non definitivo, aprire una procedura di commissariamento e cercare un accordo con altri comuni. Inoltre la legge vieta di esportare rifiuti pericolosi, carogne e farmaci che devono essere trattati come rifiuti solidi urbani all’interno della regione”. “Sostengo le ragioni dell’astensione in quanto scelta più logica” incalza l’avvocato “ il referendum non avrebbe dovuto essere ammesso perché contro la legge europea: è una bufala, contro l’interesse dei valdostani e contro un sistema integrato che permetta di controllare l’ambiente”.