Più di mille atleti ai nastri di partenza per il diciottesimo Mezzalama
30 Aprile 2011
Gli oltre mille concorrenti del Trofeo Mezzalama, dopo lo slittamento deciso nei giorni scorsi, saranno pronti ai nastri di partenza domani, domenica primo maggio, alle 5,30 per la diciottesima edizione di quella che viene definita da tutti la “maratona dei ghiacciai”.
Un’avventura per i 1.200 concorrenti, ma prima ancora per il direttore tecnico Adriano Favre su cui pesa l’assillo di decidere se e quando la gara può partire e, dopo il via, il compito di tener d’occhio minuto per minuto e quasi metro per metro il lungo serpentone dei concorrenti, in fila come formichine disseminate tra il Breithorn, il Castore e il Naso del Lyskamm, con il suo staff di 150 guide, soccorritori e medici schierati nei punti di controllo a fornire assistenza e a garantire la sicurezza sulle alte quote tra Cervinia e Gressoney.
La “maratona dei ghiacciai” non comporta solo il massimo della fatica in salita e dell’abilità in discesa richiesta a uno sciatore, per giunta legato in cordate da tre. Non comporta solo l’esperienza di un bravo alpinista, in grado di scalare con piccozza e ramponi il ghiaccio ripido della ovest del Castore e del Naso del Lyskamm e di correre sulle creste affilate che scendono al Felik o dalla Cresta Sella del Naso nell’aria sottile dei quattromila. Dicendo maratona si pensa alla lunghezza di circa 45 chilometri, ma non si conta il dislivello di quasi tremila metri in salita e ancora di più in discesa. E soprattutto non si conta che più di metà del percorso si svolge su ghiacciaio.
La lunghissima traccia del Mezzalama, segnata da duemila paline, attraversa ingegnosamente una specie di estesissimo campo minato naturale, dove è obbligatorio procedere legati in cordata per far fronte all’insidia dei crepacci e in molti tratti bisogna saper posare gli scarponi su orme precise o tacche minime, circondati da minacciose seraccate e dal vuoto. Fin qui si tratta delle caratteristiche ordinarie del percorso. Per affrontarlo nella gara dal vivo bisogna sempre aggiungere le incognite delle condizioni meteo: il freddo che moltiplicato dal vento in quota morde molto di più, la nebbia e il nevischio che può sferzare il viso e togliere ogni visibilità. È questo il fattore che fa la differenza, è la variabilità climatica del Monte Rosa in alta quota che rende il Mezzalama una gara straordinaria, non solo la gara più alta delle Alpi, ma un’avventura unica al mondo. Una gara non paragonabile ad alcuna altra competizione sportiva, ma solo a una straordinaria avventura, diversa e originale a ogni edizione.
Per questo ogni volta assistere alla partenza della massa dei concorrenti che scalpitano illuminati dai fari sotto la cappa ancora buia del cielo prima dell’alba ci prende sempre una specie di brivido.