Più matrimoni e meno divorzi: la Valle d’Aosta in ripresa dopo la pandemia?
Risale appena a ieri, domenica 20 novembre, la proposta di legge della Lega di destinare un bonus economico pari al pari al 20% dell’intera spesa derivante dalle nozze a coloro che decidano di celebrare il proprio matrimonio. Tale copertura sino a un massimo di 20 mila euro è finalizzata al rilancio di una pratica che nel corso dei due anni passati ha subito dapprima una forte battuta di arresto provocata dalla Pandemia e successivamente un drastico calo incapace di eguagliare i numeri del passato.
Il matrimonio in Italia
Secondo fonti Istat, a causa dello stop imposto dall’epidemia di Covid-19, che nel 2020 ha costretto molte coppie soprattutto giovani a rinviare di mesi o rinunciare in toto alle proprie nozze, il dato relativo ai matrimoni celebrati in Italia è rimasto fermo a soli 96.841, il 47,4% in meno rispetto a quelli celebrati invece nel 2019. Se tale calo ha afflitto principalmente i riti religiosi – in riduzione del 67,9% – e i primi matrimoni – in riduzione del 52,3% -, non esenti da ripercussioni sono stati anche le unioni civili tra partner dello stesso sesso (-33,0%), le separazioni (-18,0%) e i divorzi (-21,9%). Nonostante la timida ripresa accennata dalle statistiche provvisorie, il raddoppio delle celebrazioni nuziali registrato nei primi nove mesi del 2021 non risulta tuttavia sufficiente a recuperare quanto perso nell’anno antecedente.
La situazione matrimoniale della Valle d’Aosta
Per ciò che concerne invece la Valle d’Aosta, lungo il 2020 Istat riscontra un totale di 240 coppie unitesi in matrimonio, circa 1,9 ogni mille abitanti; la netta predilezione è data alle celebrazioni con rito civile, 197 di cui 156 ad Aosta e 41 nei restanti comuni, mentre il livello di celebrazioni con rito religioso resta fermo ai soli 43, 36 ad Aosta e 7 nei restanti comuni.
Mentre il capoluogo con 48 nozze detiene la predominanza delle cerimonie totali, tra gli altri paesi i prediletti risultano Sarre con 15 unioni, Ayas con 11 unioni e Champdepraz, Courmayeur e Saint-Christophe con 10 unioni; meno popolari – accanto a paesi di piccole dimensioni quali Bard o Pontboset – Bionaz, Saint-Pierre e la Val di Rhêmes, dove nel corso dell’anno non è stata effettuata alcuna celebrazione.
Tra le nuove coppie 186 sono formate da cittadini ambedue italiani, 32 da uno sposo italiano e da una sposa straniera, 11 da uno sposo straniero e una sposa italiana e ugualmente 11 da cittadini ambedue stranieri.
Interessante anche il dato riguardante le cosiddette seconde nozze e le correlate famiglie composte da almeno una persona che abbia vissuto una precedente esperienza matrimoniale: tale tipologia di unione risulta maggiormente diffusa nelle regioni di nord e centro Italia, classifica nella quale la Valle d’Aosta spicca con un tasso del 40,8%.
Separazioni e divorzi
Se nel 2010 le separazioni tra coniugi hanno toccato quota 232, nel 2020 esse paiono scese a soli 160, tra cui 109 – 97 consensuali e 12 non consensuali – ottenute presso il tribunale locale e 51 pervenute tramite accordi consensuali extragiudiziali: le statistiche Istat circa la preferenza per tale procedura sul territorio della Penisola vedono al primo posto proprio la Valle d’Aosta con 48 riferimenti allo Stato civile – il 39,7% – e soli 3 negoziazioni gestite da avvocati come da Articolo 6.
In diminuzione, secondo l’”Osservatorio economico e sociale” della Regione, anche i divorzi, che dal 2010 al 2020 sono calati da 187 a 146; in tale casistica, le misure giudiziarie sono state 82 – 50 consensuali e 22 non consensuali -, mentre le varianti non giudiziali soltanto 64, 6 con intervento di avvocati e 48 invece senza di esso.