Pontey, novanta abitanti contestano la decisione della Regione di istituire la “zona rossa”

27 Marzo 2020

Ma la situazione di Pontey è così diversa da quella di altri comuni da richiedere un provvedimento così eccezionale? E’ quando chiedono alla Regione 90 cittadini del comune della media Valle con una lettera aperta/petizione.

Domenica il comune è diventato zona rossa con una ordinanza firmata in tarda serata ed entrata in vigore poche ore dopo, ” calata all’improvviso e – per infausta coincidenza – in un giorno festivo” . Una decisione che ha sorpreso “la nostra comunità che si è trovata all’improvviso, del tutto impreparata in una situazione di totale precarietà, aumentando panico e stupore”.

I firmatari rivendicano invece il diritto ad una corretta informazione per “potersi preparare adeguatamente ad una emergenza così grave.” Sia da un punto di vista logistico, “permettendo ad ogni famiglia di approvvigionarsi adeguatamente, per salvaguardare un livello di benessere materiale che è senza alcun dubbio di aiuto quando si devono affrontare difficoltà il cui impatto emotivo e psicologico è molto pesante da sopportare. In fondo non vi era certo il rischio di esodi da Pontey.” Ma anche per un principio di partecipazione democratica.  “E’ del tutto evidente che la lotta contro questa pandemia può essere condotta solo con la partecipazione cosciente di cittadine e cittadini corresponsabili. Se è vero che si verificano comportamenti illegittimi e censurabili, è anche vero che nella stragrande maggioranza dei casi le persone osservano comportamenti adeguati all’emergenza in corso”.

Una decisione che, mettono poi in luce i promotori della raccolta firme, non ha neppure coinvolto il sindaco di Pontey, Rudy Tillier. “Il nostro Sindaco è stato solamente udito e non ha avuto neanche il tempo di preavvertire la comunità che rappresenta. Si sarebbe chiesto una maggiore attenzione e rispetto per i modi e i tempi delle scelte verso noi cittadini”.

Sfuggono poi ai firmatari i motivi della “zona rossa”. La petizione ricorda, infatti, come la maggior parte dei casi positivi riscontrati nel comune riguarda la microcomunità di Pontey. 

“Una struttura che può essere tenuta sotto controllo. Se è così, riteniamo che la situazione della micro comunità debba essere fatta oggetto di una particolare attenzione, anche perché il personale che vi opera è costretto, per motivi di residenza ad entrare ed uscire dal Comune e può diventare portatore di infezione. La popolazione restante potrebbe provvedere alle proprie esigenze con l’osservanza di tutte le cautele che la situazione impone”.

Infine i promotori sottolineano come l’estensione a tutta la popolazione del trattamento emergenziale “significa nei fatti sovraccaricare i dipendenti comunali e gli operatori volontari della Croce rossa italiana di un onere gravoso e rischioso”.  Per questo i promotori si chiedono se “la preziosa risorsa da essi rappresentata non potrebbe essere impiegata più utilmente in ambiti che richiedono una maggiore urgenza?”

La petizione, lanciata ieri mattina e tuttora in corso (per aderire si può inviare una mail a: “lettera.pontey@yahoo.com), viene accompagnata anche da un messaggio di ringraziamento ai dipendenti del comune, dei volontari della Croce rossa italiana e “a tutti coloro che si stanno adoperando per non farci mancare nulla a noi e ai nostri cari”.

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