“Poudzo Albert”. In Cattedrale l’ultimo saluto all’ex Presidente del Consiglio regionale
La cattedrale di Aosta oggi era troppo piccola per accogliere le tante persone presenti. “Un gesto di riconoscenza – ha sottolineato il Vescovo di Aosta, Monsignor Franco Lovignana – verso il servizio svolto da Cerise”.
Autorità civili, militari, rappresentanti politici e di associazioni, semplici cittadini hanno voluto oggi stringersi attorno alla famiglia di Cerise – i figli Chantal e Bruno, il fratello Italo e la sorella Anna – per dare l’ultimo saluto al Presidente del Consiglio della Valle d’Aosta.
Il feretro, partito da Place Deffeyes dove era allestita la camera ardente, ha raggiunto la Cattedrale di Aosta seguito da un lungo corteo silenzioso. Sul sagrato della chiesa in tanti ad attenderlo per testimoniare la loro presenza e vicinanza ad Alberto Cerise. Tra questi anche i rappresentanti di numerose sezioni dell’Union Valdôtaine con le bandiere.
A celebrare le esequie il Vescovo Mons. Franco Lovignana affiancato da Mons. Giuseppe Anfossi e Mons. Alberto Maria Careggio, oltre che ad una rappresentanza numerosa del presbiterio valdostano.
Nella sua omelia il Vescovo ha ricordato l’ultimo incontro con Cerise, nell’ottobre del 2011, in occasione dell’eucarestia presso la cappella di Les Combes per il Commendator Cibin, e le parole pronunciate dal Presidente del Consiglio regionale, ricordando la sua esperienza di accompagnatore di Papa Giovanni Paolo II, nelle sue vacanze qui in Valle d’Aosta.
“Dalle sue parole emergeva – ha detto Lovignana – come quella esperienza fosse stata importante non sono per la Valle d’Aosta ma anche per la sua vita. Ha avuto la fortuna di incontrare sulla sua strada il Beato Giovanni Paolo II che ha illuminato e cambiato la sua vita e che ora lo accoglie in cielo”.
A confermare il profondo legame di Cerise con la Santa Sede, la presenza oggi ad Aosta di Monsignor Pellini e di altri prelati del Vaticano. Ai familiari del Presidente del Consiglio Valle sono giunte inoltre le condoglianze dell’arcivescovo di Cracovia, Stanisław Dziwisz, all’epoca assistente personale di Karol Wojityla.
‘Ho ricevuto la telefonata di monsignor Dziwisz ieri – ha riferito durante la cerimonia il vescovo di Ventimiglia e San Remo, monsignor Alberto Maria Careggio che ha concelebrato assieme anche al vescovo emerito di Aosta, monsignor Giuseppe Anfossi – per porgere le sue condoglianze personali e per esprimere ringraziamento e gratitudine in memoria di quei giorni in Valle’.
Il ricordo di Chatrian, Perron e Rollandin
Al termine della celebrazione, sul sagrato della Cattedrale le bandiere delle sezioni dell’Union Valdotaine, gli stendardi delle sezioni locali degli alpini si sono strette intorno alla bara, davanti alla quale le autorità hanno preso la parola per un ultimo ricordo di Cerise.
A parlare per primo, a nome del Consiglio Valle, è stato un commosso vicepresidente Albert Chatrian che ha sottolineato come Cerise abbia saputo “interpretare al meglio il ruolo di guardiano e di arbitro del dibattito politico, come amava definirsi lui, il Presidente di tutti i Consiglieri eletti”. Chatrian ha poi ricordato come Cerise guardasse “non solo all’autonomia e alle sue montagne, ma anche in maniera particolare ai giovani, non a caso la Scuola per la democrazia è stata voluta e promossa da lui”, credendo in una “politica votata al dialogo, il confronto con gli altri, la voglia di sentire le ragioni dell’altra parte e alla lealtà”.
E’ poi toccato al Presidente dell’Union Valdotaine, Ego Perron ricordare il Cerise unionista. “L’amore che nutriva verso la Valle d’Aosta partiva dalle sue radici – ha sottolineato Perron – come il montanaro e come l’alpinista aveva l’autonomia nell’anima. Un politico serio e intransigente, poco incline al compromesso”.
Più personale il ricordo del Presidente della Regione, Augusto Rollandin, particolarmente commosso: “Albert era arguto, colto, appassionato lettore e profondo conoscitore della storia della Valle. Sapeva avere espressioni di conforto per l’amico in difficoltà, era onesto e sincero nei rapporti con gli amici, osservatore attento e scrupoloso del prossimo, sapeva essere tagliente con le persone false o supponenti ed essere dolce e comprensivo con le persone più semplici e meno fortunate”. Rollandin, dopo aver ripercorso la carriera politica di Cerise, ha chiuso il suo discorso in lacrime. “Caro amico, ti ricorderemo sempre con il tuo sorriso. Poudzo, Albert”.
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