Povertà in aumento, alla Valle d’Aosta il primato del Nord-Ovest

16 Dicembre 2016

Nel 2015 circa 7,2 famiglie valdostane ogni 100 si trovavano in situazione di povertà. Un valore che supera la media del periodo 2006-2015, pari invece a 6 su 100, e che fa così risultare la Valle d'Aosta l’undicesima regione italiana per incidenza della povertà.

Il dato emerge dallo studio 2016 “La povertà in Valle d'Aosta. Indicatori sociali, percezione e politiche di contrasto” realizzato dalla Cgil locale assieme all'Associazione Ires Lucia Morosini.

“Il numero delle famiglie povere – si legge ancora nel documento – è andato aumentando costantemente dal 2013, in linea con le altre regioni nord occidentali (8,5 famiglie in Liguria, 6,6 in Piemonte e 4,6 in Lombardia)” e che “pur in presenza di elevati livelli di reddito e di una distribuzione fra le più equilibrate a livello nazionale sembra aumentare anche in Valle d’Aosta l’incidenza della povertà relativa”.

Nel 2015 le persone in condizione di grave deprivazione sono stati il 9,5%, un valore rimasto stabile rispetto al 2014, ma superiore rispetto alla media nazionale, calcolando almeno quattro indicatori di deprivazione materiale su 9: essere in arretrato nel pagamento di bollette, affitto, mutuo o altro tipo di prestito; non poter riscaldare adeguatamente l’abitazione; non poter sostenere spese impreviste di 800 euro; non potersi permettere un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni, cioè con proteine della carne, del pesce o equivalente vegetariano; non potersi permettere una settimana di vacanza all’anno lontano da casa; non potersi permettere un televisore a colori; non potersi permettere una lavatrice; non potersi permettere un’automobile; non potersi permettere un telefono.

Le persone a rischio di povertà ed esclusione sociale in Valle, invece, che si attestavano al 17,9% nel 2015 – valori superati nel nord Italia solo dal Piemonte (18%) e Liguria (25%) – sono diminuiti invece nel 2016 dell'1,4%, valore inferiore alla maggioranza delle regioni del Nord.

Dal panel Caaf-Cgil risulta una situazione nella quale la povertà ha una maggiore incidenza in Valle d’Aosta rispetto alle altre regioni del Nord nonostante “la presenza di segnali all’apparenza contrastanti come l’elevato livello di Pil pro capite ed una certa equità della distribuzione dei redditi”. Oltretutto, anche se ad esser decisiva è la bassa rappresentatività del campione – dall'indagine emerge che “Il 79,2% degli individui del campione sotto la soglia di povertà è di nazionalità italiana (rappresentata dal 93% degli intervistati) con una tendenza all’aumento nel corso degli anni”, mentre ad esser maggiormente debole è la famiglia monocomponente (36% del campione nel 2013).

All'origine del fenomeno c'è inevitabilmente l'aggravarsi della condizione economica dovuta dalla crisi, anche se emergono segnali inquietanti dovuti all'“isolamento fisico e relazionale delle persone legato in particolare alla frammentazione dei entri urbani” – peggiorato da collegamenti non adeguati –, al problema degli anziani soli e a nuclei familiari sempre più ridotti”, ma anche alle conflittualità intra-familiari, alle dipendenze e all'abbandono scolastico. Un rischio di povertà in crescita rispetto a 5 anni fa che vede tra i fattori di criticità cronica – stando alle interviste – la perdita del lavoro, il difficile reinserimento lavorativo (soprattutto nella fascia 45/55 anni), gli scarsi investimenti ed il debole ruolo dell'imprenditoria privata e l'isolamento degli anziani. Nuove emergenze stanno però affiorando: la fragilità della famiglia, i tagli in ambito sociale e assistenziale ed il calo delle risorse pubbliche che determina un “impasse” dell'industria privata. Tra le cause del disagio socio-economico risultano la perdita del lavoro ed il lavoro precario e discontinuo, la tossicodipendenza o l'alcolismo e la cittadinanza extracomunitaria.

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