Programmazione europea e turismo: quali opportunità di integrazione? Riflessioni e strategie utili
Se da un lato è indiscutibile l’utilità e l’importanza strategica che questi fondi hanno per i territori e per le comunità locali, dall’altro ci sono ancora dubbi sulle loro reali capacità di incidere concretamente sull’offerta turistica. Per certi aspetti i Progetti Europei in campo turistico appaiono a volte come un universo a parte rispetto sia alla programmazione turistica degli Enti Pubblici (sebbene spesso siano essi stessi partner dei progetti) che all’attività degli operatori turistici. Questi ultimi in particolare, dimostrano frequentemente scarsa conoscenza dei progetti in atto, talvolta per propria negligenza, ma soprattutto a causa della complessità strutturale di alcuni progetti, complessità che li fa apparire troppo teorici e slegati dalle necessità immediate e contingenti. Appare dunque necessario adoperarsi per valorizzare e utilizzare al meglio le grandi opportunità offerte da queste iniziative Europee.
Il primo aspetto fondamentale è saper individuare correttamente i bisogni reali ed intervenire con progetti dai contenuti importanti laddove se ne senta davvero bisogno.
Un secondo aspetto da considerare è saper scegliere il giusto asse di finanziamento per il proprio progetto. Ad esempio, i fondi F.S.E (Fondo Sociale Europeo) sono destinati perlopiù a realizzare interventi formativi. Di conseguenza, si tratta di una misura adeguata per interventi di sensibilizzazione o aggiornamento professionale, mentre sarà inadatta per progetti con finalità più operative.
Terzo aspetto da tenere presente è la valutazione della reale fattibilità o, perdonateci, sensatezza di alcune di queste idee, visto che la fattibilità è proprio l’oggetto di molti progetti.
Quarto punto, assolutamente prioritario, sta nel fare un forte lavoro di condivisione e coordinamento tra i progettisti-attuatori e gli Enti Pubblici, responsabili della programmazione turistica.
Infine, ma non meno importante, dobbiamo domandarci se e come questi progetti possono essere percepiti positivamente dalle imprese locali che, molto spesso, lamentano una mancata condivisione degli obiettivi progettuali restando così paradossalmente soggetti passivi in quella che dovrebbe essere un’azione strategica finalizzata ad esaltare l’offerta locale.
A supporto di questa riflessione, proponiamo un esempio tra i casi di successo in Valle d’Aosta, che contiene al suo interno tutti i fattori cruciali fino a qui elencati.
Nel Comune di Saint-Marcel è stata realizzata con fondi F.S.E. l’”Associazione Paese Albergo Lo Tourbillet”, che concretizza il concetto di ospitalità diffusa.
Il comune di Saint Marcel era sprovvisto di strutture ricettive alberghiere: la necessità individuata è stata quindi di dotarsi di un sistema ricettivo flessibile utilizzando il patrimonio immobiliare esistente.
La formula dell’ospitalità diffusa (che prevede il dislocamento delle unità ricettive all’interno di un centro abitato, utilizzando strutture di proprietari diversi ma mantenendo servizi alberghieri centralizzati) è stata ritenuta la più adatta alla realtà locale.
Si è scelto di impostare il lavoro sotto la forma di un progetto formativo, che fornisse agli abitanti del paese gli strumenti per costruire un’offerta turistica. Per questo motivo, accertata la reale fattibilità dell’idea progettuale, si è deciso di utilizzare i fondi F.S.E., che meglio si adattavano a questo genere di intervento.
Il passo fondamentale è stato ottenere la condivisione dell’Amministrazione Comunale che ha appoggiato l’iniziativa e l’ha supportata anche successivamente alla conclusione del progetto F.S.E.
L’Associazione “Lo Tourbillet” è attiva da ormai tre anni con buon successo: in questo caso si può affermare che un Progetto Europeo ha portato il turismo dove prima non esisteva.