Ragazza nuda a Bologna, dal web parte la corsa per pagare la sanzione alla 26enne aostana
La domanda che riecheggiava in Valle d'Aosta nello scorso fine settimana, sulla bocca di tutti, era quasi scontata, soprattutto in una regione che rasenta la dimensione 'straquartiere' di 130mila abitanti.
Non riguardava la situazione del Casinò, né l'ingarbugliato momento politico regionale ma riguardava una cosa ed una solamente: la 26enne aostana che una settimana fa, passeggiando completamente nuda per le vie di Bologna, è stata multata per 3mila 300 euro dalla polizia ferroviaria per “atti contrari alla pubblica decenza”.
In Valle è partita la 'caccia all'identità' della ragazza, ma la notizia ha mosso anche altri animi. A partire dai social network, piattaforme sulle quali il 'caso' è diventato virale, fino a vere e proprie iniziative di crowfunding come quella avviate sul sito Bumers – iniziativa per il momento reindirizzata per passaggio ad un'altra raccolta – che recitava: “Non è che io sia d'accordo sul fatto di girare nudi per la città, ma la ragazza aostana che pochi giorni fa ha girato nuda per Bologna non merita più sanzioni di chi Bologna la sporca di continuo, di chi fa rumore tutta la notte tutte le notti, di chi la inquina con motori e motorini”. L'obiettivo era impegnativo: “La ricompensa è l'aver contribuito a dare uno schiaffo morale al finto perbenismo e all'ipocrisia imperanti in Italia”.
Su “Collettiamo” Paolo, invece, titola la sua raccolta “Paghiamo la multa alla ragazza nuda” e spiega che “Trovo che la libertà di espressione non possa scontrarsi con la disponibilità di denaro, pertanto desidero raccogliere i soldi necessari per pagarle la sanzione”. Richiesta su cui il mondo web latita, dal momento che alla 'colletta' stanno partecipando 2 persone e i fondi raccolti ammontano solamente, per ora, a 20 euro.
Ma c'è anche chi, fuor di crowfunding, ha preso la questione per altri versi. È il caso di Giacomo Ghermandi, 32enne bolognese, che in un video su Facebook – con tanto di assegno da 3mila 300 euro in mano, già firmato – spiega: “Cosa c'è veramente dietro? È stato un colpo di testa? O forse un movimento di protesta? Oppure un'arguta operazione di 'guerrilla marketing'? Io voglio scoprirlo”. E aggiunge: “Misteriosa ragazza, la multa te la pago io”, in cambio di un'intervista che le darà “l'opportunità di spiegarci le motivazioni del tuo gesto”.
In alcuni casi, assai meno pubblici, l'invito è stato rivolto anche via mail, con un 'via vai' di posta anche nella redazione stessa di AostaSera. Tra le più bizzarre, questa: “Vivo a Roma e scrivo in merito alla vicenda della ragazza di Aosta che ha ricevuto una multa di 3300 euro per aver camminato priva di vestiti a Bologna. Desidero aiutare economicamente quella ragazza pagando una quota di quella contravvenzione. Vi ringrazio sin d'ora se riuscirete a mettermi in contatto con la ragazza interessata”. Poi forse, accortosi dell'impressione piuttosto equivoca che suscita, l'aspirante filantropo aggiunge: “Mi rendo conto che la mia richiesta si può prestare ad incomprensioni, ma io sono sposato e il mio aiuto è disinteressato”.