Ravioli “cinesi” alla Valpellinentze e cioccolatini al vin brulé: l’impresa degli studenti che valorizza il territorio
L’impresa è una simulazione, ma la loro dedizione è pura, e il progetto che hanno concepito vigoroso.
Determinati e appassionati, gli alunni della classe IV A dell’École Hôtelière de la Vallée d’Aoste, gestita dalla Fondazione Turistica, mantengono e ribadiscono il loro concept: valorizzare il territorio della Valle d’Aosta proponendo prodotti che dalla tradizione si sviluppino in chiave giovanile e moderna.
Il nome ne è il manifesto: a partire dalle radici, ovvero dal passato della Valle d’Aosta, “vogliamo allargarci ad altre culture, fare sì che si riscopra come una realtà giovane, dinamica, e pronta ad evolversi; siamo pronti a rendere il territorio valdostano riconoscibile in tutto il mondo” spiega Matteo Cignetti, il ragazzo che copre il ruolo di presidente della simulimpresa. “Intendiamo rendere sempre più la nostra regione un marchio, e tutta da scoprire” continua.
I prodotti
Fedeli al loro obiettivo, i giovani propongono tre linee di prodotti nei quali i sapori tipici valdostani sono rivisitati in forme inconsuete: ravioli, cioccolatini e cocktail.
I ravioli hanno la forma tipica di quelli orientali, ma sono alla Valpellinentze e alla carbonade, i cioccolatini sono al vin brulé, aroma che “riporta ai sapori tipici, al calore della famiglia e della domenica in cui si beveva” giustifica Matteo, e al gusto caffè e arancia. “Il caffè è prodotto proprio in Valle d’Aosta e abbiamo deciso di unirlo all’arancia per dare freschezza e leggerezza al cioccolatino” spiega il presidente. Dei cocktail sono proposte due varietà alcoliche e due analcoliche. Entrambi gli alcolici hanno alla base concentrato di genepy, il primo unito a sciroppo di miele e succo di Passion e limone, ottimo per un aperitivo, e l’altro mescola succo di mela e sciroppo di fiori di sambuco, visto il gusto dolce, è perfetto per il dopo cena. Si è cercato di seguire la stessa linea per quelli analcolici, creando un cocktail più dolce dell’altro: uno ha alla base del succo di mirtillo e di arancia e l’altro succo di mela, di bergamotto e sciroppo di genepy. Si tratta di cocktail in bottiglietta premiscelati e pronti all’uso.
I due portavoce dell’iniziativa affermano di aver ricevuto feedback positivi all’assaggio dei prodotti, ciononostante non hanno arrestato le loro sperimentazioni. “Abbiamo colto molto volentieri le note di correzione che ci sono state dette. È stato dall’inizio un lavoro continuo sul migliorare e arrivare alla perfezione” annuncia Matteo. “Ci lavoriamo pienamente dagli inizi di ottobre, ma ancora oggi ci troviamo a fare delle correzioni ai prodotti in modo da renderli perfetti, autentici, nativi”.
Tutto si fonda sull’iniziativa e sul lavoro dei ragazzi, ma qualche appoggio costruttivo è stato stretto. Gli studenti hanno trovato dei preziosi collaboratori nei titolari delle aziende, entrambe con sede a Châtillon: Douce Vallée per gli analcolici e Vertosan Commerciale Srl per gli alcolici. Sono appoggi costruttivi perché “ci fanno anche lezioni, ci aiutano tecnicamente e ci hanno mostrato le dinamiche di una produzione a livello industriale”.
Attenzione sostenibile
“Puntiamo al più naturale possibile” afferma Lucia Quinson, che fa parte del Comitato di Amministrazione della simulimpresa. Sia nel contenuto che nel contenitore. La continua ricerca della sostenibilità è un altro punto di Radici. Questo principio è rispettato innanzitutto attraverso la produzione su richiesta, che evita sovrapproduzione e di conseguenza qualsiasi spreco di merce. Verranno inoltre utilizzati imballaggi riciclati e riciclabili e, possibilmente, certificati FSC, simbolo che attesta l’origine sostenibile della carta. I prodotti saranno inseriti in scatole riutilizzabili e riciclabili. “Sono doubleface, possono essere girate e usate per contenere altro” spiegano. Anche gli ulteriori accessori abbinati alla scatola, come adesivi e sacchetti, sono in carta riciclata e certificata. “Stiamo valutando di aggiungere degli ammortizzatori interni” dicono i ragazzi; si ipotizzano pastiglie in amido di mais o trucioli di carta ricavati da foreste eco solidali. In aggiunta, l’acquisto dei materiali avverrà presso piccoli produttori locali.
Come avvengono le vendite
Si inizierà con la vendita delle bevande, mentre i prodotti di cucina saranno presentati in seguito. “Optiamo per un lancio di prodotti scaglionato per non lasciare il cliente fermo, permettendogli di appassionarsi” spiega Matteo.
La vendita avverrà tramite due e-commerce: Alpine Lands e Tascapan, che spediranno i prodotti direttamente a casa, mentre in caso di ordinazione diretta dovranno essere ritirati presso la sede: Rue de la gare, 39, Châtillon, ovvero “la scuola che ci dà la possibilità di realizzare il nostro progetto in tutto e per tutto” spiega Matteo. Le merci saranno distribuite ogni lunedì e da prenotare entro il mercoledì precedente; “sono prodotti freschi che cerchiamo di fare arrivare al cliente appena fatti, quasi” spiega Matteo.
Ma il giovane allerta: “Noi abbiamo una scadenza”. Infatti Radici esisterà fino a fine maggio o inizio giugno, dopodiché sta ai ragazzi decidere se e come ripartire. Tra le opzioni si valuta di organizzare una nuova simulimpresa nel successivo anno scolastico o di evolvere il progetto in una maniera innovativa.
Non solo pietanze: il gruppo di Radici intende realizzare video promozionali a sostegno dei piccoli produttori e dei più giovani “che, come noi, sono intraprendenti, si buttano, cercano di fare tutto quanto al meglio per valorizzare un territorio che amano” dice Matteo “E’ una cosa in più che noi facciamo per lasciare un segno”.
Un’opportunità concessa dalla scuola
“Tutto è partito dall’incipit che la scuola propone ogni anno alle classi quarte: quello di creare una simulimpresa come attività PCTO” spiega Matteo. I due portavoce riconoscono il ruolo che la scuola ha avuto nel loro progetto. “I professori sono quelli che ci stanno supportando di più” ammette Lucia “ci stanno dando ogni giorno di più una mano. Sono disponibili, ci consigliano, provano con noi, hanno iniziativa e contatti. Grazie a loro adesso abbiamo un’azienda in cui tutto è legato”.
Il progetto, seguito dalla coordinatrice PCTO della scuola, prevede una parte teorica nel corso del primo quadrimestre a cura del professore di Economia Jean-Christophe Nigra. I docenti tecnico-pratici Victor Vicquery e Gianluca Masullo, che gli studenti ci tengono a ringraziare in modo particolare, hanno concesso di utilizzare alcune ore dei laboratori scolastici per dare vita al progetto e contribuiscono alla supervisione delle produzioni. Punto chiave per i ragazzi è stata Raffaella Lucianaz, professoressa di francese, che li ha aiutati nello sviluppo del concept aziendale e sostenuti durante tutto il percorso, “E’ fondamentale per noi, è quella forza che ti spinge ad andare avanti sempre e comunque” dichiara Lucia.
È stata costituita un’impresa scolastica simulata presso l’IRECOOP Valle d’Aosta, proprio come in una vera impresa: c’è il Presidente, il Vice, il Comitato di Amministrazione, il segretario, cassieri, magazzinieri…Ci sono dinamiche interne non semplici da seguire” osserva Lucia “Simuliamo di essere un’impresa, quindi abbiamo dovuto redigere tutto quello che farebbe un’impresa: dal concept, al logo, al business plan, abbiamo un conto corrente, organizziamo la parte contabile…”.
“Diamo il tutto e per tutto” afferma con entusiasmo Matteo “ci stiamo impegnando come non mai, credendoci follemente, amando la nostra idea, amando quello che vogliamo che venga fuori e amando il territorio valdostano e abbiamo la possibilità di appoggiarci alla scuola per rendere vero il nostro ideale”.
La classe ha puntato sulla collaborazione reciproca e si è suddivisa in ruoli dinamici. “Qualcuno ha ricercato i produttori, altri i negozi nei quali vendere, altri ancora si occupano del packaging eco solidale, chi dei social media, del logo, del prodotto… tutto quanto viene condiviso settimanalmente. I singoli settori non sono chiusi, siamo riusciti a creare una grande unione” descrive Matteo “È una grande esperienza che ci ha permesso di entrare appieno nel mondo dell’impresa”.