“Riaperture o dimissioni”: il grido di piazza Chanoux alla politica
Mentre si attendono notizie da Roma sulla zona che verrà assegnata dalla prossima settimana alla nostra regione, la filiera somministrazione della Valle d’Aosta torna in piazza e lo fa allargando la manifestazione a tutte le categorie economiche. Duecento circa le persone questa mattina presenti nel “salotto buono” di Aosta per urlare la propria esasperazione verso le perduranti chiusure e i mancati ristori.
“Riaperture o dimissioni” recita il cartello srotolato di fronte al palco sul quale si alternano a parlare ristoratori, parrucchiere ed estetiste, albergatori, maestri di sci, addetti agli impianti, gestori di palestre e centri yoga, negozianti ma anche dipendenti pubblici. Se, come sembra, lunedì la Valle d’Aosta conquisterà la zona arancione potranno riaprire i servizi alla persona e i negozi, mentre le serrande dovranno continuare a restare abbassate per bar e ristoranti. Stessa sorte toccherà anche alle palestre.
“Non neghiamo l’esistenza del virus, ma vogliamo chiarezza. I dati del Covid sono alti: forse non siamo noi i colpevoli?” si rivolge alla piazza Nadia Muzzolon, agente di commercio e fra i promotori delle manifestazioni che dal 22 gennaio scorso fanno sentire la voce delle categorie economiche messe in ginocchio dalle chiusure.
La rabbia si concentra sui politici locali. “Dove sono?” chiedono a più riprese i manifestanti. Uno dei primi caldi applausi lo raccoglie la provocazione lanciata da Piero Roullet che chiede alle persone presenti se sarebbero disposte a firmare un referendum per cancellare ai consiglieri regionali l’indennità di funzione. “Questa regione che dovrebbe essere autonoma, non dovrebbe continuare ad aspettare ordini da Roma e intanto moriamo”. Ai politici di piazza Deffeyes la piazza chiede di rinunciare ad una parte del proprio compenso, ma anche di “sospenderselo fino a che non deciderà di riaprire”. Sandra Bettinelli, dipendente regionale, invita anche i colleghi del pubblico impiego a dar vita ad un fondo di solidarietà per le categorie economiche in sofferenza.
“Alle morti per Covid a breve sommeremo quelle per il disastro economico” scandisce Luca Garbarino.
“Torniamo a lavorare adesso, ognuno prendendosi le proprie responsabilità per sé, per i propri clienti e dipendenti” il grido di Massimiliano Glarey, gestore di un’azienda agricola.
“Spesso la storia la fa chi disubbidisce” grida in un intervento infervorato e a tratti commosso la guida escursionistica Anna Ravizza “Io d’ora in poi ubbidisco solo alla mia coscienza”. Gli fa eco Antoine, addetto agli impianti da sci: “Dobbiamo prendere decisioni adesso che incideranno sul futuro”.
Parole dure arrivano dal palco anche per il “Green Pass” e il coprifuoco. “Gli italiani andranno quest’anno in vacanza all’estero dove non ci sono restrizioni”.