Ricorso sul pirogassificatore, il Tar chiede alla Regione un’integrazione di documenti
Il pirogassificatore continua a tenere banco nelle aule di tribunale. Se n’è parlato ancora l’11 giugno scorso, quando il Tribunale Amministrativo Regionale della Valle d’Aosta ha esaminato l’ennesimo ricorso presentato da chi avrebbe dovuto realizzarlo e se ne riparlerà ancora settembre, quando la Regione avrà fornito la documentazione richiesta.
“Ritenuto di dover integrare gli elementi di giudizio” il Tar della Valle d’Aosta chiede alla Regione di presentare “lo studio di prefattibilità realizzato dalla società Valeco su commissione dell’amministrazione regionale” che è stato “impugnato nella motivazione del provvedimento consiliare e nelle difese svolte in giudizio dalla regione”, insieme a una “relazione del responsabile del procedimento contenente documentati chiarimenti in ordine all’attività istruttoria e alle valutazioni tecniche tenute presenti dall’amministrazione nel valutare l’idoneità del sistema di trattamento “a freddo” dei rifiuti a garantire la tendenziale autosufficienza della regione nella gestione dei propri rifiuti”.
Con questa motivazione, infatti, il TAR ha rinviato al prossimo 11 settembre 2015 la discussione in merito al ricorso presentato contro la Regione nell’ottobre dello scorso anno dal gruppo d’imprese aggiudicatarie dell’appalto per la costruzione del pirogassificatore in Valle (Noy Ambiente S.p.A., Rea Dalmine S.p.A., Gea S.r.l., Valeco S.p.A., Cogeis S.p.A., Ivies S.p.A.), per l’annullamento della delibera di conferma della revoca della procedura d’appalto (luglio 2014, si tratta del secondo provvedimento adottao dal Consiglio Valle dopo la bocciatura del primo da parte della Consulta a fine 2013) e per il"risarcimento dei danni (22 milioni di euro, ndr) subiti in ragione dell’illegittimo provvedimento di revoca e della violazione delle regole di buona fede da parte della Regione in sede contrattuale e precontrattuale”.
Inoltre, il Tar chiede alla Regione – nei 30 giorni previsti per legge – anche una copia del Piano regionale di gestione dei rifiuti, approvato con deliberazione del consiglio regionale il 15 aprile 2013.
Il Consiglio di Stato ha già bocciato una richiesta di risarcimento da 22 milioni
Lo scorso aprile il Consiglio di Stato aveva bocciato il ricorso presentato sempre dallo stesso gruppo d’imprese contro il primo provvedimento di revoca dell’appalto per la gestione dei rifiuti della Regione da circa 200 milioni di euro (il pirogassificatore, ndr) per un risarcimento di circa 22 milioni, seguito alla bocciatura da parte della Consulta della legge regionale sui rifiuti del dicembre 2013.
Il ricorso si rifaceva alle motivazioni adottate per revocare la gara d’appalto, che era stato assegnato in maniera provvisoria. Il referendum popolare del 18 novembre 2012 aveva vietato l’utilizzo di impianti di trattamento a caldo, come quello previsto nell’appalto poi oggetto di revoca. Ma la sentenza del dicembre 2013 della Consulta, che aveva stabilito che la norma è di "competenza esclusiva dello Stato", aveva costretto ad adottare un provvedimento di revoca fondato su diversi presupposti. Da qui il nuovo ricorso contro il secondo provvedimento di revoca sul quale si è espresso il Tar in questi giorni.