Roger Vicquéry da Arvier alla Banca d’Inghilterra
Roger Vicquéry, come molti protagonisti dei precedenti racconti, inizia il suo percorso tra i banchi del Liceo Classico di Aosta, dove frequenta il percorso bilingue italo-francese offerto dall’istituto. Grazie a una borsa di studio messa a disposizione dalla Regione, Roger parte per trascorrere il quarto anno in Francia e si trasferisce così a Challans, in Vandea, sulla costa atlantica, dove frequenta un piccolo liceo di provincia: “Non era forse il posto dove un sedicenne avrebbe voluto trovarsi. La cittadina era più piccola di Aosta e per me è stata un’esperienza, con il senno di poi, importante ma piuttosto dura, anche perché non sono mai rientrato a casa in tutta la durata dello scambio”.
Il modello scolastico francese è però più congeniale a Roger, che decide così di proseguire il suo percorso oltralpe, conseguendo il baccalauréat (vale a dire la maturità francese) e facendo domanda per accedere al rinomato Institut d’Etudes Politiques de Paris, comunemente conosciuto come Sciences Po.
In quegli anni non era così comune iscriversi in un’università estera e così, una volta superata la prova d’accesso, Roger si trasferisce a Parigi, dove, per il primo anno di studi, viene ospitato da una signora francese di origini valdostane che offre una stanza in affitto agli studenti.
Durante il percorso universitario, Roger Vicquéry si appassiona sempre di più all’ambito economico, tanto che, una volta conseguita la laurea a Sciences Po, si iscrive e consegue un Master in economia e finanza internazionale presso l’Université Paris-Dauphine.
Concluso anche questo percorso, Roger Vicquéry fa il suo ingresso nel mondo del lavoro e viene assunto presso la Amundi Asset Management, società di investimento del gruppo Crédit Agricole, nell’ufficio studi in cui si occupa di previsioni macroeconomiche.
Nel 2014 si prospetta la possibilità di un trasferimento a Londra per una posizione presso l’agenzia di rating Moody’s e Roger, d’accordo con la sua compagna Carole, decide di cogliere l’opportunità: “E’ stata un’esperienza molto interessante, ho lavorato nel dipartimento rating dei titoli di Stato, dove mi occupavo dei paesi emergenti di Europa e Africa. È stato un bel cambiamento anche spostarsi da Parigi a Londra, una città più internazionale e molto dinamica dal punto di vista finanziario e lavorativo”.
Durante questa esperienza Roger matura l’idea di intraprendere un percorso di Dottorato: “Non è stato semplice prendere questa decisione. È vero che il Dottorato prevedeva una borsa di studio, ma avrei comunque dovuto lasciare il mio lavoro. Ragionando più a lungo termine, però, ho pensato che una maggiore specializzazione mi avrebbe permesso di avere più possibilità in futuro di progredire nella carriera e così ho deciso di mollare tutto e rimettermi a studiare”. Negli anni trascorsi alla London School of Economics and Political Science (LSE) Roger non soltanto collabora con banche e istituzioni pubbliche, tra le quali Morgan Stanley a Londra e la Banca di Francia a Parigi, ma tiene anche delle lezioni all’università e trascorre un semestre di ricerca presso la University of California a Berkeley.
“Quando concludi un percorso di Dottorato, anche se il tuo obiettivo è sviluppare ricerca accademica in economia, è abbastanza naturale approdare in banche centrali, poiché hanno al loro interno dei centri studi di ottimo livello accademico. È così che ho iniziato il mio percorso alla Banca d’Inghilterra, dove mi occupo di ricerca in economia e finanza internazionale e consiglio le autorità della Banca su questi stessi temi”.
Il legame con la Valle d’Aosta è rimasto forte nonostante la distanza: “quando ho delle ferie ne approfitto per rientrare a sciare o passeggiare tra le montagne. Al momento non ho idea di tornare, stiamo ristrutturando casa qui e vorrei prima fare un po’ di carriera. Onestamente fatico a pensare a cosa potrei fare in Valle, ma l’idea di avvicinarmi prima o poi c’è, magari in Francia o in Svizzera. Al momento qui ci sono tante opportunità, tra le altre penso alla possibilità di spostarsi nelle Istituzioni internazionali e ho sempre la carta della carriera accademica, che non ho del tutto accantonato. Ora voglio godermi il presente, per il futuro c’è ancora tempo”.