Sa Paradura, anche dalla Valle d’Aosta la solidarietà per i pastori sardi
Lontani, ma vicini. Le immagini degli incendi che hanno devastato l’Oristanese in Sardegna sono state per tanti un pugno nello stomaco: intere colture andate a fuoco, animali morti e migliaia di persone sfollate. Nel guardarle in questi giorni Alessandro Bruno de La Petite Ferme du Bonheur si è ricordato della Sa Paradura, la riparazione, ovvero un’usanza antica, un antico gesto di solidarietà del mondo pastorale sardo, che vede mobilitati tutti gli allevatori ogniqualvolta un collega, per varie ragioni, perde il suo gregge.
“Una tradizione che esiste da millenni” ricorda Bruno “per aiutare il pastore caduto in disgrazia a ricostituire il proprio gregge”. Gli allevatori sardi fecero conoscere questa usanza all’epoca del terremoto in Abruzzo, quando fra i primi tesero una mano ai colleghi rimasti senza animali. Un gesto che Bruno vuole ora replicare.
“Ho provato a vedere se anch’io, nel mio piccolo, potevo dare un aiuto” spiega. L’offerta di donare alcune pecore a qualche allevatore della Sardegna è stata lanciata sul profilo Facebook de La Petite Ferme du Bonheur e in altre pagine di settore e in poche ore ha ricevuto centinaia di condivisioni. L’azienda agricola con sede a Doues – è anche un’associazione di promozione sociale che promuove attività di integrazione e di inclusione a favore di giovani disabili valdostani – dispone di un piccolo gregge, composto da una ventina di capre e una trentina di pecore sarde e lacaune.
“Sono stato contattato da qualche allevatore piemontese che si è detto disponibile ad unirsi a questa iniziativa. Inoltre ho ricevuto anche l’offerta di una persona per il trasporto degli animali” racconta Bruno. “Mi hanno chiamato poi diversi sardi per darmi i contatti di amministratori locali che potrebbero fare da tramite per l’iniziativa”.
L’emergenza per ora è quella di dare da mangiare alle greggi risparmiate dalle fiamme, e da tutta Italia si stanno mobilitando allevatori per fare giungere del fieno in Sardegna.
“Risolta questa situazione spero si possa partire con il ricreare le greggi andate perdute. – chiosa ancora Alessandro Bruno – Mi farebbe piacere se in tre o quattro allevatori riuscissimo a ricambiare la solidarietà che i pastori sardi hanno sempre saputo dimostrare. Un piccolo gesto per una grande disgrazia”.