Sci: la Valle d’Aosta indica il 18 febbraio come data della ripartenza
I nodi da sciogliere sono ancora diversi, tutti nelle mani del nuovo governo Draghi, di cui è attesa la nascita nel weekend. Se da Roma arriverà il via libera alla riapertura, il settore dello sci valdostano non vuole farsi trovare impreparato e ieri, in un confronto con Regione, Finaosta e Avif ha individuato come data possibile della ripartenza il 18 febbraio.
“Abbiamo indicato quella come data perché vogliamo avere il tempo di preparare tutto” spiega Ferruccio Fournier, presidente Avif “Abbiamo ipotizzato diversi scenari, nel caso in cui dovesse cessare il blocco degli impianti e dovesse essere consentita la mobilità interregionale o nel caso in cui l’apertura sia solo per i residenti e i proprietari di seconde case”.
Non tutti i comprensori potranno riaprire, anche perché in alcuni mancano, oltre alla convenienza economica, le condizioni operative. Pioggia e vento hanno rovinato l’innevamento. “Faremo uno sforzo per dare un segnale di speranza e mostrare che la Valle d’Aosta è viva.” prosegue Fournier “Sigleremo un accordo con i sindacati per assumere il maggior numero possibile di addetti, per assicurare a tutti il lavoro, anche con orari ridotti e non avendo tutti gli impianti aperti”.
A ribadire i perché di questa ripartenza dello sci, a stagione inoltrata, è in consiglio regionale l’Assessore Luigi Bertschy: “La riapertura ha due obiettivi: rilanciare l’immagine dello sci Valle d’Aosta e dare una risposta di tipo sociale, non economica. Si deve generare un minimo di economia e redditività, avendo una visione comune dei bilanci delle società, che mi impegno a dare, in modo da poter compiere una scelta”.
In base al protocollo approvato nei giorni scorsi dal Cts, e che domani dovrà essere licenziato con le modifiche richieste dalla conferenza delle regioni, le potenzialità di tutti i comprensori valdostani si attestano intorno ai 42mila sciatori. “L’idea – spiega ancora Bertschy – è di attestarsi nei primi giorni a 30.000 sciatori al giorno, proprio perché è necessario evitare ulteriori scivoloni e partire in sicurezza. La preoccupazione di tutte le regioni è di non alimentare l’immagine che si è creata sulla montagna”.
Al 31 gennaio le perdite registrate dagli impianti di risalita sono di 28 milioni di euro. “Se però calcoliamo che nella scorsa stagione si sono generati introiti per circa 27 milioni, l’impatto negativo è di circa 50 milioni sul margine operativo lordo”.
Oltre ai calcoli economici e alla preparazione delle stazioni sciistiche, fra le operazioni preliminari alla ripartenza c’è anche la riattivazione dei centri traumatologici. “E’ in corso la valutazione con il collega Barmasse su come aprire i centri traumatologici, per non disperdere delle risorse lungo la settimana, che sono necessarie probabilmente di più sotto il profilo sanitario in altri in altri ambiti”.
A guardare con speranza alla data del 18 febbraio per la ripartenza dello sci sono anche le amministrazioni comunali, come quelle di Saint-Rhémy-en-Bosses e Cogne.
“E’ un momento difficile per tutto il settore turistico, l’apertura di un mese e mezzo degli impianti a fune può servire a dare una piccola boccata d’ossigeno alle strutture turistico ricettive dell’intera vallata del Gran San Bernardo. Come amministrazione ci stiamo attivando in sinergia con la società Pila, per definire un tracciato dedicato agli amanti dello scialpinismo, attivo dalla stagione 2021-2022, in modo da ampliare l’offerta turistica nel nostro territorio”, spiega Alberto Ciabattoni, sindaco di Saint-Rhémy-en-Bosses. L’amministrazione comunale di Cogne auspica “l’apertura dello snowpark ad uso anche solo sciistico – per più facilmente rispettare i protocolli anti Covid in vigore – e degli impianti a fune almeno durante il weekend, per permettere ai principianti e non solo di poter sciare nella nostra località senza doversi obbligatoriamente spostare nei comprensori più grandi. Sarebbe un bel segnale di speranza, di positività e di riconoscenza nei confronti di quelle attività commerciali che nonostante le difficoltà del momento stanno decidendo di alzare finalmente la saracinesca dopo questo lungo forzoso letargo, come ristoranti, hotel, bar, oltre che per i maestri di sci”.
La ripartenza, conferma in Consiglio Valle l’Assessore Bertschy, non sarà però per tutti. “Tutti noi vorremmo vedere le nostre località aperte in piena funzione, per dare delle risposte agli operatori economici, ai maestri di sci e gli appassionati. Bisogna trovare una soluzione però che non si traduca in un ulteriore problema per le nostre società di impianti. Le scelte che dobbiamo fare non devono penalizzare ulteriormente una situazione già profondamente critica.”.