Scialpinismo con guida o maestro: avviata una petizione online

08 Gennaio 2021

La decisione del Presidente della Regione Erik Lavevaz di consentire la pratica dello scialpinismo con l’accompagnamento di guida alpina o maestro di sci aveva fin da subito scatenato polemiche sui social, ma non solo. Tanto che il Presidente del Collegio nazionale guide alpine, Pietro Giglio, aveva rassegnato le dimissioni dalla carica, in accordo con il vice Mario Ogliengo.

Ora contro la disposizione, rinnovata di ordinanza in ordinanza, arriva anche una petizione online, che al momento ha raccolto circa 500 firme, fra cui quelle dell’ex vice sindaca di Aosta Antonella Marcoz, del presidente del Tribunale di Aosta Eugenio Gramola e del neo direttore dell’Arpa VdA Igor Rubbo.

“In questo momento di stop forzato alle attività di sci alpino, con gli impianti di risalita fermi, ci sarebbe la possibilità di promuovere attività alternative esenti dal rischio di assembramenti.  – si legge nel testo della petizione – In Valle d’Aosta, però, il Presidente della Giunta, dall’11 dicembre scorso, ha di fatto vietato la pratica dello scialpinismo su tutto il territorio regionale, limitandone l’esercizio solo con l’accompagnamento di guida alpina o maestro di sci.  Si tratta di un provvedimento che, ferma la generale possibilità di svolgere sport e attività motorie, va a penalizzare espressamente un’attività che, tra le forme di frequentazione della montagna invernale, è certamente tra le più note ed identitarie”.

Secondo i promotori “le motivazioni sanitarie, per non gravare sul sistema ospedaliero, potrebbero essere comprensibili, ma ciò che è difficile spiegare è il fatto che la stessa attenzione non è stata rivolta ad altre attività, come ad esempio le escursioni con racchette, che si svolgono in ambiente innevato e che – certamente – sono soggette almeno agli stessi rischi”.

La petizione invita, quindi, il Presidente della Giunta a rimuovere, pur nel rispetto dei protocolli sanitari in essere, qualsiasi limitazione alla pratica dello scialpinismo in Valle d’Aosta.

“Oltre al turismo – e quindi l’economia – locale, ne guadagnerebbe sicuramente l’immagine della Regione e di tutte le altre parti coinvolte, cancellando una evidente discriminazione tra i frequentatori invernali della montagna che pare legata più a motivazioni lobbistiche che sanitarie e che sta creando forti allarmi per quanto potrebbe implicare in tema di libertà di accesso alla montagna stessa”.

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