Scuola: decisa la data dell’esame di Maturità, che sarà solo orale

08 Maggio 2020

Manca ancora il parere del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, ma sono state preparate le Ordinanze con le indicazioni per lo svolgimento degli Esami di Stato e la valutazione finale degli alunni.

Provvedimenti che – spiega sul suo sito ufficiale il Ministero dell’Istruzione –  tengono conto di quanto previsto dal decreto scuola, approvato ad aprile, e dell’emergenza Coronavirus.

Tre testi redatti: uno per la valutazione di fine anno delle studentesse e degli studenti e per il recupero degli apprendimenti, uno per gli Esami del primo ciclo, uno per gli Esami del secondo ciclo.

L’esame di Stato solo orale

Decisa la data: gli esami del secondo ciclo – la fu “Maturità” – avranno inizio il 17 giugno alle 8.30.

Il decreto scuola parlava chiaro: prima prova (il tema di italiano) il 17 giugno, seconda prova specifica per l’indirizzo di ogni Istituto, sarà predisposta direttamente dalle singole commissioni e colloquio a fine giugno. Il tutto solamente nel caso le lezioni fossero state riprese entro il 18 maggio.

Chiuse a doppia mandate le scuole, almeno fino a settembre, l’esame di Stato 2020 prevederà quindi il solo colloquio orale.

E se il 96% dei ragazzi – in media – viene ammesso ogni anno, all’esame finale, il prossimo giugno tutti avranno la possibilità di sostenere le prove, tenuto conto del periodo dell’emergenza.

Ma i crediti di accesso e il voto finale si baseranno sul percorso realmente fatto dagli studenti. Per dare il giusto peso al percorso scolastico – spiega sempre il Miur –, il credito del triennio finale viene rivisto e aumentato: potrà valere fino a 60 punti anziché 40.

​​​​​​​Al colloquio orale si potranno conseguire invece fino a 40 punti, il che mantiene il voto massimo finale possibile di 100/100 e, come ogni anno, si potrà ottenere la lode.

I crediti del triennio finale di studi saranno ricalibrati secondo le tabelle che saranno allegate all’Ordinanza ministeriale, una volta ricevuto il parere favorevole dal Consiglio superiore della Pubblica Istruzione.

L’anno in corso avrà un peso fino a 22 crediti.

La prova orale si svolgerà in presenza – a meno che le condizioni epidemiologiche non lo consentano e con specifiche deroghe per casi particolari, si legge ancora nella sintesi ministeriale – davanti a una commissione composta da 6 membri interni e un Presidente esterno, in modo che gli studenti possano essere valutati dai docenti che conoscono il loro percorso di studio.

Il documento con quanto effettivamente svolto sarà prodotto dai Consigli di classe entro il 30 maggio e farà da riferimento per la commissione per la predisposizione dei materiali proposti ai candidati alla prova orale.

Secondo l’Ordinanza ciascun candidato discuterà, in apertura di colloquio, un elaborato concernente le discipline di indirizzo, trattando un argomento concordato che sarà assegnato dai docenti di quelle discipline a ogni studente entro il 1° giugno, al quale seguirà la discussione di un breve testo, già oggetto di studio nell’ambito dell’insegnamento di lingua e letteratura italiana durante il quinto anno.

Anche in questo caso la Commissione farà riferimento ai testi contenuti nel documento elaborato dal Consiglio di classe.

Al candidato toccherà in seguito analizzare “un materiale assegnato dalla commissione sempre coerente con il percorso fatto”, ed in chiusura saranno esposte le esperienze svolte nell’ambito dei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento e saranno accertate le conoscenze relative a Cittadinanza e Costituzione” secondo quanto effettivamente svolto dalla classe.

Gli esami di terza media e la “tesina non tesina” telematica

L’Ordinanza resta in linea con quanto previsto dal decreto scuola di aprile. Quindi studentesse e studenti saranno valutati attraverso lo scrutinio finale che terrà conto anche di un elaborato da consegnare entro il prossimo 30 maggio. L’argomento dell’elaborato – la Ministra ha spergiurato rimarcato che non sarà unatesina”, anche se l’aspetto sembra molto simile – sarà concordato con i docenti, valorizzando il percorso fatto da ciascuno studente.

Sarà presentato oralmente, in modalità telematica, davanti al Consiglio di classe, prima dello scrutinio finale e sarà valutato sulla base dell’originalità, della coerenza con l’argomento assegnato, della chiarezza espositiva.

Valutazione finale e recupero degli apprendimenti

La valutazione – spiega il Miur – avverrà sulla base di quanto effettivamente svolto. Gli alunni potranno essere ammessi alla classe successiva anche in presenza di voti inferiori a 6 decimi, in una o più discipline.

Nessuna bocciatura, quindi, e come aveva fatto ad aprile la nota ministeriale scrive che “non sarà ‘6 politico’”. Le insufficienze compariranno, infatti, nel documento di valutazione. Gli ammessi alla classe successiva con votazioni inferiori a 6 decimi o, comunque – si legge ancora –, con livelli di apprendimento non consolidati sarà predisposto dai docenti un piano individualizzato per recuperare, nella prima parte di settembre, quanto non è stato appreso.

Piano che sarà allegato al documento di valutazione finale.

Resta comunque ferma la possibilità di non ammettere all’anno successivo studentesse e studenti con un quadro carente fin dal primo periodo scolastico. L’Ordinanza tiene poi conto degli studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES).

L’attività didattica del prossimo anno scolastico – prosegue il Miur – sarà riprogettata per recuperare contenuti non svolti durante quest’anno. Come, invece, è tutto da capire.

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