Scuola, il 14% dei valdostani abbandona gli studi. I risultati migliorano in matematica e inglese
Una “fotografia”, per intero, della scuola valdostana, un “qui e ora” che – al di là dei numeri e dei risultati – si proietta in avanti, in una programmazione futura tutt’altro che scontata. Anche al netto dell’emergenza sanitaria.
È stato infatti presentato il Memento statistico della scuola valdostana 2020 – qui disponibile in versione integrale e in sintesi -, realizzato dalla Struttura regionale per la valutazione del sistema scolastico (Srev) e curato da Cristina Martina con la collaborazione di Ilaria Lavoyer.
Il calo della nascite ed il futuro della scuola
Il documento parte da un dato, non certo rassicurante: “il calo delle nascite – si legge nel Memento -, una costante degli ultimi dieci anni, ha ripercussioni sull’entità della popolazione scolastica. La diminuzione degli iscritti interessa soprattutto la scuola dell’infanzia, ma, negli ultimi tre anni, anche la scuola primaria”.
Da qui parte, nel presentare la ricerca – i dati sono in calo progressivo dal 2014 -, anche lo stesso Assessore all’Istruzione Luciano Caveri: “La diminuzione degli iscritti nelle scuole dell’infanzia e nella primaria porterà necessita di una riflessione che riguarderà il corpo insegnante e tutte le Istituzioni scolastiche. Abbiamo recentemente confermato la ‘mappa’ delle scuole, che però in futuro dipenderà da quella demografica”.
La Regione ha provato a giocare d’anticipo: “Ricordiamo – ha spiegato la Sovrintendente agli studi Marina Fey – che c’è un’intesa, firmata anche dalle organizzazioni sindacali e dal Cpel, sulla possibilità nella scuola dell’infanzia di accogliere, in via sperimentale per il prossimo anno, anche i bambini che compiranno i tre anni di età a partire dal 1° febbraio al 30 aprile”.
L’abbandono scolastico
Dal report emerge che la percentuale dei giovani tra i 18 e 24 anni che abbandonano prematuramente gli studi si attesta intorno al 14%. Ancora marcata è, in questo senso, la differenza tra il dato maschile e quello femminile: nel 2019 18,5% contro 9,7%.
“Non si tratta solo di abbandono – spiega Fey – ma di una dispersione che coinvolge le ripetenze ed i passaggi di scuola. Tutto questo porta al rischio di non concludere il percorso e in alcuni casi a non conseguire il diploma”.
Si migliora in matematica, bene l’inglese
Punto debole annoso della scuola in regione, i dati delle prove Invalsi di matematica sono invece in rialzo. “Il risultato valdostano è nel complesso positivo – si legge nel Memento -. Si registrano le minori percentuali di alunni con i punteggi più bassi. Quanto ai punteggi più alti, il dato è linea con quello del Nord-Ovest. I risultati valdostani, in linea con quelli del Nord-Ovest, sono buoni. I dati per tipo di scuola evidenziano marcate disomogeneità. In particolare, per la quota degli studenti con i punteggi più alti, si registrano forti differenze tra i licei classici e scientifici e gli altri licei”.
In salute l’inglese. Per quel che riguarda le classi terze della scuola secondaria di I grado “oltre l’80% degli alunni valdostani – si legge ancora – raggiunge il livello di competenza previsto dal Quadro europeo di riferimento per le lingue (A2). I dati della Valle d’Aosta sono migliori di quelli nazionali e del Nord-Ovest, soprattutto nella comprensione orale (Ascolto)”.
Per le quinte superiori, invece, il Memento riporta che “Gli studenti valdostani che raggiungono il livello di competenza previsto dal Quadro europeo di riferimento per le lingue (B2) sono il 63,5% nella comprensione scritta (Lettura) e il 51,8% nella comprensione orale (Ascolto). Tali dati sono in linea con quelli del Nord-Ovest”.
Per il francese spicca invece l’orale sullo scritto. Per le terze medie “Il risultato migliore è quello della comprensione orale: 16 scuole su 17 si collocano al livello B1.1 del Quadro europeo di riferimento per le lingue. Nella comprensione scritta la maggior parte delle scuole raggiunge il livello A 2.2, mentre nella produzione scritta il quadro si presenta piuttosto disomogeneo, evidenziando delle criticità”.
Non dissimile il dato per le classi terminali delle superiori, nelle quali “nella comprensione orale 7 istituzioni scolastiche su 10 raggiungono il livello B2.1 del Quadro europeo di riferimento per le lingue e nella comprensione scritta 8 scuole su 10 raggiungono il livello B1.2”.
Meno buoni sono i dati della produzione scritta: “Nessuna scuola – si legge – raggiunge il livello B2 e una si colloca sotto il livello B1.1”.
In sintesi, viene spiegato nel documento, “Vi è un miglioramento degli apprendimenti in matematica, ma permangono delle criticità ed una spiccata disomogeneità dei risultati nella scuola secondaria di II grado. Il quadro complessivo delle competenze linguistiche è positivo. In particolare, nella prova Invalsi di lingua inglese, i risultati delle classi terminali di scuola primaria, secondaria di I grado e secondaria di II grado, anche nel confronto con quelli delle aree territoriali considerate, sono soddisfacenti. Quanto alle prove standardizzate regionali di lingua francese e inglese, i risultati, nel complesso buoni, evidenziano criticità nella produzione scritta”.