Scuola, la Cgil all’attacco: “Riaprire le graduatorie”

02 Luglio 2020

La Cgil attacca a testa bassa e lancia un messaggio: “Riaprire le graduatorie per garantire il funzionamento della scuola valdostana”.

“Abbiamo letto con stupore le incredibili e inqualificabili dichiarazioni dell’assessore regionale all’istruzione uscite nei giorni scorsi sui media locali – scrive il sindacato –. Chantal Certan afferma con sicurezza che la tempistica delle nuove graduatorie non è compatibile con l’avvio dell’anno scolastico e che quindi la scelta fatta da lei e dalla Giunta regionale è chiara: quest’anno, unica regione italiana, le graduatorie non saranno aggiornate e si rimanderà tutto al prossimo anno scolastico”.

Scelta sbagliata nel merito, dice la Segreteria Flc Cgil: “Le graduatorie di cui si sta parlando sono quelle dei cosiddetti ‘supplenti’ di seconda e terza fascia (cioè quelle dei docenti con e senza abilitazione), fino allo scorso anno a carico dei singoli istituti scolastici. Nella scuola italiana, come anche nella scuola della Valle d’Aosta, la quota di supplenti nelle scuole è purtroppo estremamente significativa, intorno, se non oltre, al 20%: stiamo parlando di duecentomila posti a livello nazionale e di circa 500 a livello regionale. Siccome le graduatorie ad esaurimento (GaE) sono per la maggiore parte ormai esaurite, quasi tutti i supplenti provengono oggi da quel bacino”.

“Aggiornare quelle graduatorie non è solo un atto formale – scrive ancora il sindacato –, ma permette l’inserimento delle nuove persone con titoli (a partire dai tanti laureati dal 2017 ad oggi), nonché il trasferimento dei docenti da graduatorie dal restante territorio nazionale a quelle della Valle d’Aosta e viceversa. Impedendo, quindi, la mobilità non tanto in uscita quanto in entrata. Considerata la mancanza in talune classi di concorso di aspiranti con i titoli, si costringe le scuole a chiamare per ricoprire tali incarichi persone senza titolo, inficiando, in taluni casi, la qualità dell’insegnamento. Inoltre l’aggiornamento consente di eliminare chi non è in realtà più presente nel territorio (velocizzando le procedure di chiamata effettiva), inserisce una nuova specifica graduatoria per le supplenze relative ai posti di sostegno, destinata ai docenti specializzati, permette l’impiego di criteri oggettivi per l’assegnazione dei posti, superando in maniera significativa le MAD (le chiamate dirette da parte dei singoli DS), per le quali era già stata chiesta la costituzione di un’ipotetica quarta fascia per garantire una certa trasparenza. Costruire una nuova graduatoria aggiornata a livello regionale, in poche parole, permette una selezione e una scelta dei supplenti più rapida e migliore per i lavoratori e per le lavoratrici interessate come per la scuola nel suo insieme”.

Non solo “atto formale”, si diceva: Aggiornare le graduatorie è un atto democratico, in quanto la decisione di non riaprire le graduatorie è un’azione fortemente discriminatoria sia nei confronti di tutti quei giovani che oggi si affacciano al mondo del lavoro sia nei confronti dei precari che devono aggiornare i punteggi. Inoltre, la mancanza dei nuovi inserimenti di personale con titolo comporterà l’aggravio di lavoro per le segreterie costrette a chiamare persone che hanno semplicemente inviato un curriculum”.

 

Poi, l’attacco diretto: “L’assessore all’istruzione, nelle sue dichiarazioni, ha richiamato la continuità didattica. Buffo (per usare un eufemismo) se non offensivo, che sulla questione delle graduatorie per i precari un esponente del potere politico richiami la centralità della continuità educativa. Quella continuità che strutturalmente non esiste proprio per questi docenti (licenziati ogni anno il 30 giugno o il 30 agosto, spostati ogni anno di classe e di scuola)”.

Un “ennesimo schiaffo” – chiude la nota – che “non rimarrà in ogni caso senza conseguenze. Se realmente Assessore e Giunta, nonostante l’ordine del giorno votato, non aggiorneranno le graduatorie, questa scelta peserà sulle relazioni sindacali. Peserà inevitabilmente anche con la ripresa dell’attività scolastica che non potrà che esser segnata da una diretta ed esplicita conflittualità. È chiaro come scelte politiche di questo tipo vadano nella direzione di svalutare la scuola: dalle graduatorie alle risorse a disposizione per la riapertura”.

Exit mobile version