Scuole Capoluogo di Charvensod: tre opzioni sul tavolo e studio di fattibilità

26 Ottobre 2012

Tra pochi giorni, il 30 ottobre, Charvensod sceglierà tra un ventaglio di dieci professionisti per varare, entro fine dicembre, uno studio di fattibilità sulle scuole elementari e materne del Capoluogo. "E’ un primo passaggio – ha commentato ieri in consiglio l’assessore alla Publica Istruzione Ronny Borbey – che ci permetterà di avere dei dati tecnici e di agire in maniera equilibrata e trasparente".

Le scuole sono chiuse dall’estate scorsa. L’ingegnere Sandro Pariset doveva svolgere una perizia sismica per dare il via libera alla loro riqualificazione energetica, ma si è trovato di fronte ad un’emergenza statica. Da qui, è stato necessario chiudere l’edificio e trasferire gli alunni delle primarie nelle stanze della biblioteca comunale e i bimbi dell’infanzia nella scuola di Pont-Suaz.

"I bimbi sono stati sistemati bene e rispettando i tempi", ha concesso il capogruppo di minoranza Leo Bianquin, che ha presentato una interrogazione sulla questione. Adesso bisogna decidere il da fare: "Non vogliamo prendere decisioni affrettate – spiega Borbey – questa scelta comprenderà i prossimi 60 anni e dobbiamo prenderla in un momento di ristrettezza economica".

A tal proposito, Charvensod dispone ancora del trasferimento regionale di 313 mila euro per il progetto "Zero Spaccato", ovvero quello per l’adeguamento energetico: "Gli uffici regionali ci hanno concesso di congelare questo denaro – fa sapere Borbey – aspettando di vedere come impiegarlo".

Le alternative sul tavolo, al netto di possibili futuri spunti dagli esperti, sono tre. La prima è quella di ristrutturare i calcestruzzi dell’edificio. Se questa si rivelasse troppo esosa, la seconda opzione potrebbe essere quella di "demolire la vecchia scuola e costruire un prefabbricato a basso consumo, come ne esistono già ad Aosta e in altri comuni".

L’ultima possibilità sarebbe quella "di ampliare il polo scolastico di Plan Felinaz, ma è chiaro che anche lì ci sarebbe bisogno di fare una riqualificazione energetica – continua Borbey – essendo comunque un edificio di trent’anni fa".

Quest’ultima opzione non convince la minoranza: "La scuola va mantenuta nel Capoluogo", afferma Bianquin, che chiude criticando la ‘retorica della crisi’: "Farà scalpore, ma per me il lato finanziario è l’ultimo aspetto della questione, in Valle d’Aosta i soldi per fare un investimento si trovano".
 

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