Scuole Capoluogo di Charvensod: tre opzioni sul tavolo e studio di fattibilità
Tra pochi giorni, il 30 ottobre, Charvensod sceglierà tra un ventaglio di dieci professionisti per varare, entro fine dicembre, uno studio di fattibilità sulle scuole elementari e materne del Capoluogo. "E’ un primo passaggio – ha commentato ieri in consiglio l’assessore alla Publica Istruzione Ronny Borbey – che ci permetterà di avere dei dati tecnici e di agire in maniera equilibrata e trasparente".
Le scuole sono chiuse dall’estate scorsa. L’ingegnere Sandro Pariset doveva svolgere una perizia sismica per dare il via libera alla loro riqualificazione energetica, ma si è trovato di fronte ad un’emergenza statica. Da qui, è stato necessario chiudere l’edificio e trasferire gli alunni delle primarie nelle stanze della biblioteca comunale e i bimbi dell’infanzia nella scuola di Pont-Suaz.
"I bimbi sono stati sistemati bene e rispettando i tempi", ha concesso il capogruppo di minoranza Leo Bianquin, che ha presentato una interrogazione sulla questione. Adesso bisogna decidere il da fare: "Non vogliamo prendere decisioni affrettate – spiega Borbey – questa scelta comprenderà i prossimi 60 anni e dobbiamo prenderla in un momento di ristrettezza economica".
A tal proposito, Charvensod dispone ancora del trasferimento regionale di 313 mila euro per il progetto "Zero Spaccato", ovvero quello per l’adeguamento energetico: "Gli uffici regionali ci hanno concesso di congelare questo denaro – fa sapere Borbey – aspettando di vedere come impiegarlo".
Le alternative sul tavolo, al netto di possibili futuri spunti dagli esperti, sono tre. La prima è quella di ristrutturare i calcestruzzi dell’edificio. Se questa si rivelasse troppo esosa, la seconda opzione potrebbe essere quella di "demolire la vecchia scuola e costruire un prefabbricato a basso consumo, come ne esistono già ad Aosta e in altri comuni".
L’ultima possibilità sarebbe quella "di ampliare il polo scolastico di Plan Felinaz, ma è chiaro che anche lì ci sarebbe bisogno di fare una riqualificazione energetica – continua Borbey – essendo comunque un edificio di trent’anni fa".
Quest’ultima opzione non convince la minoranza: "La scuola va mantenuta nel Capoluogo", afferma Bianquin, che chiude criticando la ‘retorica della crisi’: "Farà scalpore, ma per me il lato finanziario è l’ultimo aspetto della questione, in Valle d’Aosta i soldi per fare un investimento si trovano".