Simona Rivellini ad Aosta: “Ogni risorsa di cui avevo bisogno era già dentro di me”.
“Cos’è per voi l’adozione?” Questa è la domanda che l’autrice del libro “Ti stavo aspettando così” e TikToker Simona Rivellini ha posto al pubblico per dare inizio all’incontro di ieri, venerdì 15 dicembre alle 21, alla biblioteca regionale di Aosta.
Spesso la ragazza è stata ospite di trasmissioni radio e televisive nazionali proprio per far conoscere il tema dell’adozione con l’obiettivo di aiutare chi ha una storia simile alla sua ad affrontarla e viverla al meglio, ma anche per aiutare tutti i genitori adottivi e le persone che vorrebbero approcciarsi e scoprire il mondo dell’adozione da chi lo ha vissuto in prima persona.
Abbandonata in ospedale, dopo un mese Simona è stata adottata da una famiglia di Monza che l’ha cresciuta senza mai nasconderle le sue origini. La ragazza ha così vissuto bene la sua adozione per un grande periodo della sua vita fino a che, verso gli 11 anni, non ha iniziato a soffrire di un forte mal di stomaco che ha compromesso la sua vita.
Niente sembrava capace di farglielo passare e alla fine il riscontro medico fu che il dolore che aveva provato per così tanti anni era psicosomatico. Non era un problema fisico, ma nasceva dai suoi pensieri. Il suo mal di stomaco era dovuto alla sua storia, perché un giorno si è resa conto che prima di essere adottati, bisogna essere abbandonati.
Simona però, è stata capace di attraversare questo periodo della sua vita, rendendosi conto che il mondo non è tutto o bianco o nero, ma pieno di sfumature, e soprattutto capendo che ogni risorsa di cui aveva bisogno era già dentro di lei: “Mi sono resa conto che stavo vivendo la mia vita con indosso una maglietta. Io mi ero etichettata come la ragazza adottata, quindi tutti i problemi che avevo ruotavano intorno all’adozione. Ora so che posso vivere meglio togliendomi la maglietta”.
La ragazza ha quindi sottolineato che l’adozione non va data per scontata, è un dono e una grande opportunità.
“Nel mio libro non c’è una storia autobiografica, non c’è la storia di Simona, non mi interessa insegnare niente a nessuno, quello che mi interessa è portare un nuovo punto di vista che possa alleggerire qualcosa che normalmente non è leggero, impegnativo nel bene e nel male.” Ha affermato parlando del suo libro, una testimonianza di quanto la famiglia si basi sull’amore e non su legami di sangue, dove lo scopo non è solo dare comprensione, ma anche strumenti concreti che hanno aiutato lei in precedenza e che spera possano essere d’aiuto anche ad altri.
“Ti stavo aspettando così” è un titolo che racchiude tre dediche diverse: “Ti stavo aspettando così” per la sua famiglia biologica, “ti stavo aspettando così” per la sua famiglia adottiva, ma soprattutto “ti stavo aspettando così” per se stessa, perché ogni giorno che passa, Simona conquista un pezzettino di sé e ha finalmente imparato a conoscersi.
Ad oggi Simona si sta specializzando in affido e adozioni, sperando di diventare un giorno, la persona con le risposte alle domande che avrebbe voluto ricevere per anni, augurandosi che l’adozione possa semplicemente diventare una delle tante opzioni della vita e che ogni persona adottata possa sentirsi totalmente a casa con la propria famiglia adottiva.
di Alessia Berlato