Sindacati sul piede di guerra: “Sul rilancio del welfare valdostano si passi dalle parole ai fatti”
Il rilancio del sistema del welfare valdostano è rimasto solamente “sulla carta e nelle buone intenzioni”. A denunciarlo una nota congiunta dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Savt che dopo aver firmato, lo scorso 8 novembre, un protocollo d'intesa che a partire da maggiori risorse economiche preventivate sul 2017 intendeva creare una regia unica della Regione sui servizi socio sanitari assistenziali, si ritrovano a prendere atto che non ci sono stati passi avanti.
“Apprendiamo – scrivono – che l'Unité des Communes valdôtaines Grand-Combin, in disavanzo di gestione nelle microcomunità per anziani, dovrà tagliare le spese chiudendo o esternalizzando i servizi di una struttura e che pertanto non potrà assumere le cinque operatrici socio sanitarie per le quali aveva puntualmente preteso una procedura concorsuale”.
Problemi simili riscontrati anche nell'Unité Mont-Émilius che, prosegue la nota delle signe sindacali, “ha dovuto esternalizzare, inserendo nella procedura anche la gestione pubblica dell'asilo nido di Nus, tre asili nido a risorse ampiamente ridotte e chiudendo contestualmente il servizio di Garderie di Fénis, creando così un 'ibrido' pubblico/privato, a nostro avviso, quantomeno discutibile”.
Ora, la richiesta, è che si passi ad azioni concrete: “È urgente passare dagli intenti ai fatti – chiude il comunicato – e procedere compiutamente ed immediatamente in direzione del percorso normativo e deliberativo, attinente alle premesse ed agli obiettivi del protocollo d'intesa sul welfare, attivando tutti i tavoli tecnici e di confronto necessari con le Organizzazioni Sindacali o sarà troppo tardi”.