Tavola Amica: si torna a mangiare nella sede della Caritas di via Abbé Gorret

07 Gennaio 2023

Le vacanze di Natale appena trascorse sono state le prime, dopo la pandemia, ad aver visto la sede della Mensa Tavola Amica di via Abbé Gorret ripopolarsi delle tante persone che ogni giorno vi trovano un pasto gratuito. Dall’inizio della pandemia fino a questo novembre, infatti, il servizio di mensa gestito dalla Caritas diocesana della Valle D’Aosta ha visto sostituire la consumazione del pasto all’interno dei locali con la sola modalità di asporto. “Il servizio non ha mai chiuso, neanche nei momenti più duri della pandemia”, spiega il direttore Andrea Gatto, “ma, viste le scarse dimensioni dei locali, per rispettare le norme igienico-sanitarie abbiamo dovuto optare per l’asporto. Adesso invece abbiamo adottato una doppia modalità: la priorità per mangiare in sede va a chi vive in strada e non ha un posto caldo dove andare, chi invece ne ha la possibilità può continuare a ritirare il pranzo d’asporto”. Dai momenti di crisi c’è sempre da imparare e, come rivela Gatto, con la novità della doppia modalità il servizio sembra essere migliorato: “Prima tutti si sedevano per mangiare e i locali erano sempre piuttosto affollati. Ora, il mantenimento della modalità di asporto permette di aiutare anche quelle persone che farebbero fatica ad accettare di dover mangiare nella nostra sede”. 

Sede di via Abbe Gorret Tavola Amica

Il 5 gennaio è stato una giornata speciale per chi usufruisce del servizio. Non solo, infatti, gli utenti della Mensa Tavola Amica hanno potuto mangiare nella sede di via Abbé Gorret, ma per festeggiare l’Epifania e la fine del periodo natalizio il pasto, più abbondante del solito, è stato preparato e servito da volontari non abituali. “Ogni tanto ci capita di ricevere l’aiuto di volontari occasionali, accanto ai 20/25 abituali che si alternano settimanalmente — spiega Gatto. — In questo caso, gli impiegati del Dipartimento politiche del lavoro e della formazione della Regione, con cui collaboriamo per accompagnare le persone fragili nel mondo lavorativo, hanno deciso di impegnarsi in questo gesto che è stato per loro un momento di condivisione e di solidarietà”. 

Tavola Amica Caritas

“Ieri otto di noi si sono alternati nella cucina del Seminario per preparare il pranzo”, spiega una volontaria, “oggi siamo in cinque a servirlo, coordinati da due volontari della Caritas. Visto che domani è festa, abbiamo cucinato quiche, lasagne al forno, patate e fesa di tacchino, panettone e crema di cioccolato”. Un pranzo sicuramente apprezzato dagli ospiti della mensa, come ha commentato Suor Agata, coordinatrice di Tavola Amica: “Guardi le loro facce! Finalmente hanno qualcuno che dica loro buon appetito e non devono mangiare più sul marciapiede. Si sentono trattati come persone umane e non di seconda mano”. 

Volontari

Il servizio — che oltre alla mensa, aperta tutti i giorni dalle 11 alle 12.30, offre anche doccia, cambio abiti e taglio barba, il martedì e venerdì dalle 10 alle 11.30, e un colloquio con un medico secondo il calendario mensile esposto — vede un’oscillazione nella quantità di utenza, che si aggira tra le 40 e le 60 persone giornaliere. “C’è sempre una fluttuazione”, spiega Suor Agata, “ma noi siamo contenti quando ci sono meno persone, perché significa che per quel giorno se la sono cavata”. Un altro volontario abituale di Tavola Amica, Renzo Besanzini, aggiunge che, dopo qualche esitazione iniziale, la consumazione all’interno dei locali sta ripartendo: “Prima erano solo due o tre, ora ricominciano a venire, soprattutto quando fa freddo fuori. Vedo che funziona bene ed è un grande miglioramento perché durante la pandemia si entrava uno alla volta per ritirare il pasto e così si creava molta coda fuori al freddo”. 

Volontari Tavola Amica

Un’utenza che, comunque, rimane sempre piuttosto elevata, anche a causa della crisi economica che mette in ulteriore difficoltà le persone assistite dalla Caritas: “È un’utenza molto diversificata”, spiega Gatto, “c’è chi dorme per strada o nei dormitori, ma anche chi lavora e non guadagna abbastanza per coprire tutto: magari chi con 600 euro al mese riesce a coprire l’affitto e le bollette in aumento, ma viene ogni tanto per risparmiare sul pasto e trovare un equilibrio. La variazione è soprattutto stagionale: in inverno e in estate, quando si lavora di più, c’è meno affluenza, che aumenta invece in autunno e primavera. Se nell’arco di quindici anni l’utenza della mensa è raddoppiata, negli ultimi tempi forse non è così impennata. È cresciuta però la rete di interventi del Banco Alimentare, che coinvolge noi, le parrocchie e altre associazioni nella distribuzione di pacchi alimentari alle famiglie. In ogni caso, anche se cerchiamo di limitare l’accesso alla mensa a chi è davvero in grave difficoltà e marginalità, cinquanta persone che non possono alimentarsi adeguatamente sono comunque tante e troppe”. 

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