Un prefabbricato da 1000 mq e la piastra sgombra, il “Parini” si prepara a potenziarsi
Potenziare la rete ospedaliera, che l’emergenza Covid ha stressato mettendo in chiaro le criticità del “Parini”, struttura realizzata negli anni ’40 e oggetto, nei decenni e in più occasioni, di continui ampliamenti e modifiche.
Per questo è stata approvato, via delibera di Giunta, il Piano di riorganizzazione per il potenziamento della rete ospedaliera per l’emergenza Covid-19 che prevede, tra gli altri, la costruzione di un “prefabbricato di limitate dimensioni”, di circa 1000 m2, collocato tra il Centro prelievi ed il corpo “C” dell’ospedale – cui sarebbe collegata attraverso specifici ponti –, organizzata su tre livelli e a norma sia dal punto di vista sismico, sia da quello antincendio. Ma non solo.
Gli interventi
All’interno, al piano terra, un Pronto soccorso di limitate dimensioni con diagnostica che, in casi di emergenza sanitaria, consentirebbe di annullare i trasferimenti all’interno dell’ospedale e che si può collegare agilmente all’attuale reparto di Urologia, che durante la “tempesta” sanitaria aveva già ospitato fino a 22 posti di degenza Covid.
Il primo piano sarà in corrispondenza dell’attuale reparto di Terapia intensiva e ne rappresenterebbe, di fatto, un ampliamento con 8 nuovi posti. Piano che potrebbe così essere collegato con l’attuale sala operatoria esterna dedicata alle urgenze, cosicché, in caso di nuova emergenza sanitaria, si possa prevedere di dedicare quest’ultima agli interventi sui pazienti infetti senza contaminare aree dell’ospedale che potranno continuare ad effettuare interventi sugli altri pazienti.
Il secondo piano invece, parallelo allo 0 del corpo “C”, dove insiste il blocco operatorio, ospiterebbe 9 posti di terapia sub-intensiva.
“Questa – spiega l’Assessore alla Sainità Mauro Baccega – diventa una struttura ospedaliera di mille mq, indipendente e isolata dal resto del ‘Parini’ ancorché collegata da ponti e passerelle. Una struttura che qualora non si ripresentasse il dramma della pandemia potrà essere utilizza da altri reparti e dagli ambulatori e che non interferisce con il programma di ampliamento e ristrutturazione dell’ospedale approvato a suo tempo”.
Parla invece di “Risultato frutto di condivisione”, il Commissario Usl Angelo Pescarmona – anche perché il progetto nasce in accorda tra la Struttura tecnica dell’Azienda sanitaria, la Société Infrastructures Valdôtaines, la Cabina di regia e dall’Assessorato alla Sanità – che “precisa bene che se la fase pandemica fosse superata la struttura potrebbe avere destinazioni alternative, come poliambulatorio o altro, e che servirà a decongestionare l’afflusso all’interno dell’ospedale”.
Lo “sgombero” della piastra e le altre azioni
Alla struttura prefabbricata si aggiungono altri fattori. Anzitutto la sostituzione delle attuali tende di pre-triage del Pronto soccorso con un container climatizzato (con un costo stimati che si aggira sui 300mila euro), cui si aggiunge lo “sgombero” della piastra del “Parini” con l’individuazione di “volumi esterni all’Ospedale” in cui ricollocare una serie di ambulatori per fini sia di sicurezza di pazienti e operatori, sia di funzionalità.
In conferenza stampa Pescarmona ha infatti spiegato: “La necessità è quella di portare tutti gli ambulatori fuori dalla piastra per far svolgere al ‘Parini’ la sua funzione: quella di un ospedale per acuti degenti mentre, per chi si rivolge alla struttura per interventi ambulatoriali e di diagnostica, si possano avere percorsi diversi”.
A questo si aggiunge l’adeguamento di Rianimazione, intervento da circa 2,5 milioni che prevede l’incremento di posti letto da 10 a 12 e interventi su tutto il reparto oltre alla riqualificazione tecnologica; ma anche un reparto polifunzionale per 6/7 degenze (il costo si aggira circa sugli 1,5 milioni), adeguatamente attrezzato con impiantistica elettrica e ventilazione forzata con bio-contenimento, che possa fungere da “polmone” in caso di eventi pandemici, ma anche da “exit strategy” in caso di un guasto grave, con un fuori servizio prolungato, per qualsiasi reparto dell’ospedale “Parini” possibilmente coinvolto.
Tempi e costi
Il Piano prevede un costo complessivo di 7 milioni 927mila 324 euro, che vedrà 3 milioni 038mila 687 euro arrivare dalle casse statali e 4 milioni 888mila 637 euro provenienti da risorse regionali.
“È un risultato importante che dà risposte certe – ha spiegato Baccega –, e che ci permette di guardare con maggiore tranquillità al futuro. Però è necessario fare presto. Auspichiamo che il dopo il progetto esecutivo approvato il soggetto attuatore possa dare il via al percorso, contando che i poteri straordinari della Stazione appaltante previsti dal decreto ministeriale ci permettano di arrivare al prossimo inverno con realizzazione almeno della struttura esterna. Cercheremo di fare presto”.
L’Isav e l’ampliamento del “Parini”
Nel frattempo, resta aperta – sempre nel caso di recrudescenza della pandemia – la porta che conduce a Saint-Pierre. Nel documento infatti si legge: “Al fine di potenziare la capacità di ricovero, si evidenzia altresì che è in corso di approfondimento un progetto per la gestione della Fase 2 dell’emergenza Covid, che prevede una potenziale collaborazione con l’Istituto Clinico Valdostano” unica struttura ospedaliera privata accreditata in Regione, con la quale, “nella Fase 1, era già stata sviluppata una prima collaborazione. Tale progetto, in fase di definizione, prevede la riattivazione di un reparto Covid con le stesse modalità già utilizzate nel periodo marzo-maggio 2020” nell’eventualità di superamento, presso l’dspedale Parini, “della soglia di 15 pazienti Covid non RIA”.
Questioni “emergenziali” che non possono prescindere da un elemento, che il Piano specifica: “Fermo restando che la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale non potrà che trovare soluzione definitiva nella realizzazione del programma di ampliamento e ristrutturazione del presidio unico regionale – il cui progetto definitivo è già stato approvato e prevede di realizzare nello scavo a est dell’Ospedale Parini un grande e moderno edificio di 30.000 m2, volto a ospitare le aree sanitarie critiche e le degenze, di cui 1.700 m2 per Terapia Intensiva e Sub-intensiva, reparti dedicati per malattie infettive ecc. – che dovrà avvenire nel più breve tempo possibile”.