Una nuova veste per il Quintino Sella. Il rifugio in cima al Monte Rosa diventa più “green”
Ci sono voluti due anni di lavori e un investimento di oltre 500mila euro per rinnovare il rifugio Quintino Sella ai 3580 metri del ghiacciaio del Felik sul Monte Rosa, allo spartiacque tra le valli di Gressoney e Ayas. La riqualificazione aveva l’obiettivo di diminuire l’impatto ambientale, riducendo il consumo di plastica e le emissioni da combustibili fossili grazie ad una moderna centrale termica. Gli interventi sono stati finanziati dalle fondazioni bancarie di Biella e Torino, dal Cai centrale, da quello regionale e dalla Regione Valle d’Aosta.
Nel rinnovato rifugio è ora presente anche una sala con immagini storiche donate dalla Fondazione Sella, che ricostruiscono le varie epoche dalla prima capanna del 1885 a quella attuale. All’esterno è invece posata l’opera “Ora!”, realizzata dell’artista biellese Paolo Barichello. L’installazione rappresenta “l’uomo contemporaneo che si riconosce parte del creato, della natura, e prende coscienza di come sia necessario intervenire “ora!” per salvare l’ecosistema che ci permette la vita”. L’opera è dedicata alla memoria di don Fernando Marchi, vicario generale della diocesi di Biella, che tanto amò quelle montagne.
L’inaugurazione del nuovo rifugio è avvenuta domenica scorsa, alla presenza dei sindaci delle due comunità. Presente con la fascia tricolore anche l’assessore alla montagna del comune di biella Barbara Greggio. Antonio Montani, vice presidente generale del Cai, che ha portato il saluto del presidente Vincenzo Torti e nel suo intervento ha invitato “a mai dimenticare la vera funzione di ospitalità del rifugio di montagna che non può essere confusa con quella turistico-alberghiera”. A tagliare il nastro è stato Maurizio Sella, presidente del Gruppo Banca Sella, e discendente di Quintino, a cui la sezione biellese intitolò il rifugio nel 1885, ad appena un anno dalla sua morte.
Dopo la messa celebrata dal vicario generale della diocesi di Biella, don Paolo Boffa e dal parroco di Gressoney don Ugo Casalegno, le rocce alla base del rifugio sono state bagnate con una bottiglia di Insubrico, “lo spumante di Tenute Sella, ottenuto da quelle stesse uve di nebbiolo coltivate a Lessona da cui si produce anche il vino con cui Quintino Sella brindò all’unità italiana”.