Uniendo Raices, il supporto alle famiglie fragili si sposta online
Chi pensa che le organizzazioni di volontariato si siano stoppate a causa dell’emergenza sanitaria del Coronavirus dovrebbe ricredersi. Sono numerose le associazioni che, in fretta e furia, magari scontando anche qualche gap tecnologico, hanno dovuto cambiare il loro modo di accompagnare e sostenere le persone più fragili della nostra regione.
Lo hanno fatto modificando profondamente la relazione con i loro beneficiari, basato da sempre, per sua natura, su momenti di ascolto dedicati e in presenza, su incontri in cui, tra le altre cose, si trasmette anche vicinanza emotiva attraverso il calore e il conforto di un sorriso, di un abbraccio, di una stretta di mano.
E’ il caso dell’Associazione Donne Latino-Americane della Valle d’Aosta “Uniendo Raices” che, superato il primo smarrimento iniziale per la situazione di isolamento e di paura, si è riorganizzata da casa per non abbandonare i nuclei, spesso di persone immigrate ma non solo, in profonda difficoltà. “Abbiamo da subito dopo lo stop ricevuto un sacco di telefonate, dovevamo fare qualcosa” ci racconta la presidente Miguelina Baldera Santa.
E’ così il tradizionale Sportello Donna, che accoglie da anni donne immigrate e non in situazione di difficoltà sociale ed economica, si è trasformato presto in uno sportello virtuale di collegamento tra le volontarie e le comunità di riferimento. Ogni referente del direttivo ha quindi messo tempo, energia e connessioni per contattare via whatsapp le comunità di riferimento: dall’Argentina, al Brasile, dalla Colombia, a Cuba, dal Perù, alla Repubblica Dominicana e al Venezuela per quanto riguarda le famiglie di origine latinoamericana. Ma poi anche nuclei provenienti da Cina, Albania, Marrocco e Tunisia.
In tutto più di una cinquantina di famiglie a cui è stato chiesto di rappresentare le loro necessità o semplicemente di confrontarsi con una voce amica. “Alcune paure come quella di ammalarsi, il timore per la situazione nel paese di origine, ma anche l’angoscia di non trovare più lavoro, a volte hanno bisogno anche solo di essere raccontate, di essere messe al mondo con qualcuno che le può capire” ci racconta ancora Miguelina.
E poi dalle prime confidenze sono emersi i problemi, quelli concreti, duri da risolvere perché spesso esplosi tutti insieme. “Abbiamo aiutato le famiglie che facevano fatica a fare la spesa indirizzandole nei servizi e, quando escluse, intervenendo direttamente”. Uniendo Raices ha organizzato in autonomia, tra soci e simpatizzanti, una raccolta di alimenti per le persone in difficoltà, spesso anche restie a rappresentare pubblicamente la loro situazione. “Per dignità in molti non volevano rivolgersi alle istituzioni, altri sono stati respinti perché la loro difficoltà non dipendeva direttamente dal Covid19: con questa raccolta abbiamo cercato di tamponare le situazioni più difficili, ognuno ha donato qualcosa secondo le sue possibilità”.
Anche nel grande capitolo aiuti regionali Uniendo Raices ha svolto un importante ruolo di mediazione. “Postiamo nel gruppo, traducendo in lingua, tutte le informazioni sui contributi attivi, per i figli, per gli affitti, gli aiuti alimentari perché non tutti riuscivano da soli a capire il da farsi e le opportunità presenti”
Prima del lockdown Uniendo gestiva un servizio di doposcuola con una cinquantina di alunni iscritti. Con la chiusura delle scuole il peso dell’accompagnamento dei figli si è spostato tutto sulle famiglie. “C’erano mamme che, pur continuando a lavorare, dovevano seguire i figli nei compiti, tornare a casa in fretta per consentire ai bambini di collegarsi tramite il loro smartphone e spesso i giga non erano sufficienti” Da lì la decisione di attivarsi per ottenere i pc e le connessioni offerte dalle scuole, ma anche di organizzare un sostegno nella didattica a distanza. “Gli educatori del doposcuola ogni giorno videochiamano a turno 3 bambini e li seguono nei compiti online”. Il loro ruolo è anche essenziale nell’aiutare i genitori a comprendere l’uso delle piattaforme, dove guardare i compiti e dove caricarli perché le maestre li possano controllare.
La grande preoccupazione di Miguelina riguarda il futuro. “Alcune persone sono terrorizzate all’idea di uscire di casa ed ammalarsi”. Il supporto psicologico offerto all’Associazione, grazie al coinvolgimento attivo di Valentina Piaggio, psicologa consulente del CSV, in questo senso è stato essenziale. “Abbiamo inviato piccoli video con consigli utili su come affrontare questo momento difficile”. E la sua speranza? “Tornare presto ad avere un rapporto umano, quella empatia che solo un incontro fisico è davvero capace di restituire”.