Usl, i sindacati denunciano: “Iniziata, senza condivisione, la riorganizzazione al risparmio”

20 Gennaio 2014

“I tagli in azienda Usl sono partiti, in modo unilaterale e senza condivisione”. A denunciarlo sono i sindacati che sul tema saranno chiamati giovedì ad un confronto con la direzione dell’Azienda.

Le prime scelte, arrivate tramite ordini di servizio ai dipendenti, riguardano la richiesta alle ausiliarie di primo livello di sostituirsi ai netturbini nell’area appena esterna all’Ospedale, avendo l’azienda ridotto del 20% circa il contratto con la ditta Quendoz o ancora alle OSS di sostituirsi in parte alla ditta di pulizia, sempre per riduzione di impegni contrattuali. Riorganizzazioni stanno riguardando anche il servizio amministrativo e gli infermieri.

“Sono delle piccolissime modifiche – spiega Lorenzo Ardissone, Direttore generale dell’Usl – Giovedì avremo un incontro con i sindacati dove spiegheremo queste cose e altre che verranno fatte. In particolare abbiamo costituito dei gruppi di lavoro con personale dipendente per razionalizzare la spesa ai quali chiederò di elaborare delle proposte per la fine di marzo sulla quale si aprirà poi il confronto”. Dall’utimo bilancio regionale, approvato nei mesi scorsi, l’Azienda Usl per il 2014 dovrà fare a meno di circa 20milioni di euro.

“Se queste sono le premesse per giungere all’incontro di giovedì non ci stiamo – sbotta Giancarlo Rosso della Cgil – Queste decisioni sono importanti e non di poco conto come dice il Direttore. Non si può partire con la logica del tagliare tanto per tagliare perché ci sono delle relazioni che vanno rispettate”.

Accanto alle richieste arrivate agli operatori del comparto di allargare lo spettro delle proprie mansioni, l’Azienda ha deciso dal 15 gennaio scorso di ridurre di 70 centesimi il buono pasto, prima del valore di 8.16 euro. Scelta, quest’ultima, non intrapresa, per il momento, da enti analoghi come Arpa e Regione.

“Tutto questo non farà altro che generare ulteriore arrabbiatura e disaffezione nei confronti dell’Azienda – continua Giancarlo Rosso –  da parte di centinaia di operatori che, fino ad oggi, hanno fatto già diversi salti mortali per garantire il miglior servizio all’utenza, ovvero il peggiore degli esiti auspicati. Chi solleva queste critiche si sente dire che la contropartita di queste "lacrime e sangue" è rappresentata dal fatto che i lavoratori e le lavoratrici non saranno toccati. Mantra, questo, che significa che l’Azienda non farà stare a casa nessuno degli attuali precari. D’altra parte mi chiedo come potrebbe fare altrimenti, mantenendo l’erogazione dei LEA”
 

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