Da sciatori della domenica ad aspiranti agonisti: è boom di richieste negli sci club
Un anno senza sci di discesa, con gli impianti di risalita chiusi nonostante i tanti rinvii e le mille speranze. Tranne che per gli agonisti. Ecco allora che chi non può fare a meno di neve e lamine poteva “trovare l’inganno” dopo che fosse stata “fatta la legge” con l’escamotage di iscriversi ad uno sci club per poter sciare liberamente. In Valle d’Aosta le nuove richieste arrivate sono state tante, molte meno quelle accolte, tanto che non si può parlare di un vero e proprio “boom” di nuovi tesserati.
Ad oggi, ammontano a 4074 i tesserati al Comitato regionale Asiva per la stagione 2020/21; nel 2019/20 furono 3775 (299 in meno rispetto a quest’anno, apri al 7,9%), mentre nel 2018/2019 4010 (64 in meno, cioè l’1,6%). Nel confronto, fanno sapere dal Comitato regionale, “la stagione 2019/2020 è poco significativa perché condizionata dal “lockdown” primaverile che ha di fatto bloccato tutte le attività FISI oltre che dal cambiamento del periodo di tesseramento; i dati della stagione 2018/2019 sono sicuramente più corretti e rappresentativi del tesseramento del nostro Comitato”. Da considerare anche che questi dati si riferiscono agli iscritti di tutte le discipline, quindi per avere dei dati definitivi bisognerà attendere il termine della stagione agonistica 2020/21.
Nei grandi sci club delle località turistiche numeri sostanzialmente invariati per l’alpino
Le richieste arrivate sono state molte, ma negli sci club delle località più turistiche è stato fatto un vero e proprio filtro. Come, ad esempio, a Valtournenche: “Ci saranno arrivate una quarantina di telefonate di persone che volevano tesserarsi”, spiega Manuel Carrozza, presidente e direttore tecnico del Club de Ski, che conta un centinaio di iscritti, “non solo bambini ma anche adulti. Noi abbiamo deciso di chiudere i tesseramenti per chi non volesse fare gare. Abbiamo avuto quattro o cinque iscritti in più, bambini di 5 o 6 anni che magari si sarebbero iscritti l’anno prossimo ma che hanno solo anticipato di un anno per gareggiare”.
Stessa filosofia anche ai piedi della montagna più alta d’Europa, dove Rudi Picchiottino, direttore tecnico dello Sci Club Courmayeur Monte Bianco, ha notato diverse “richieste in più, probabilmente perché gli sci club potevano sciare, ma abbiamo mantenuto gli organici dell’anno scorso. Le richieste arrivate non erano di livello: chi fa agonismo non può inventarselo dal giorno alla notte, non ci si avvicina se non si è preparati. Quest’anno abbiamo 256 tesserati ed una trentina di allenatori, l’anno scorso erano 260”.
L’altro grande sci club della zona, il Crammont Mont Blanc, conta all’incirca sugli stessi numeri del Courmayeur e li ha mantenuti anche rispetto all’anno scorso: “Courmayeur è una realtà particolare, con tante seconde case, tanta gente, tanto movimento”, commenta Luca Rossi, vicepresidente e direttore tecnico dello sci club Crammont. “Abbiamo avuto tantissime richieste, avremmo potuto raddoppiare il numero dei tesserati, ma abbiamo scelto di dare un segnale di serietà: il DPCM prevedeva l’attività agonistica, e noi abbiamo tesserato solo gli agonisti, gli stessi dello scorso anno. Siamo fortunati perché il nostro è uno sci club grande e strutturato, e proprio per questo abbiamo voluto investire sulla nostra credibilità. Un segno di rispetto per tutti, per i colleghi che sono rimasti a casa, per la scuola di sci”.
Nei due versanti del Monte Rosa tante richieste ma, una volta che gli interessati si scontravano con la realtà, desistevano. “Siamo in linea con l’anno scorso, attorno al centinaio di tesserati. In tanti hanno provato a chiedere di iscriversi, noi abbiamo spiegato come veniva svolta l’attività secondo le regole della Federazione e che era necessario partecipare all’attività agonistica, quindi si sono tirati indietro”, spiega Christian Ceresa, direttore tecnico dello Sci Club Gressoney Monterosa.
Sull’altro versante, quello della Val d’Ayas, il direttore tecnico Ivan Nicco dà anche qualche numero in più: “Abbiamo attorno ai 180 tesserati, se avessimo accolto tutte le richieste saremmo arrivati a 600 forse. Inizialmente la gente pensava che con la tessera della società si potesse sciare liberamente, ma non è così: noi abbiamo sempre avuto una procedura che prevede anche dei test d’ingresso e delle prove. E, anche una volta tesserati, occorreva far parte della squadra agonistica, di cui noi inviavamo i nominativi alle casse degli impianti di risalita. È capitato che si presentassero persone, magari genitori o nonni dei ragazzini che dovevano fare la prova, che speravano di poter sciare, ma non essendo nella lista che noi inviavamo ovviamente non era possibile. Siamo stati molto attenti fin da subito, anche perché i nostri spazi non sono enormi”.