Dalle Coppe del Mondo al coronavirus della mamma: le settimane intense di Federica Brignone
Prima la gioia per le Coppe del Mondo, poi il coronavirus in casa. Per Federica Brignone e la sua famiglia le settimane scorse sono stati momenti di grande intensità emotiva, fortunatamente conclusasi al meglio. Come dichiarato da lei stessa a Il Giornale, il quotidiano a cui collabora, Ninna Quario è stata all’Ospedale Parini di Aosta perché positiva al Covid-19, con un’assistente d’eccezione: la stessa vincitrice della Coppa del Mondo di sci alpino.
“Ho cercato di fare il possibile per farla stare meglio, cucinandole magari qualcosa che sapevo le potesse far piacere e rimanendo positiva”, racconta Federica. “Lei è una roccia, non chiede mai, non si lamenta mai. Ne è uscita veramente in fretta e veramente alla grande proprio grazie al suo carattere. Non sono mai stata preoccupata, ho cercato di affrontare il problema e non di subirlo e non ho mai avuto paura di prendermi anch’io il virus”.
A raccontare l’evoluzione della situazione è Davide, il fratello di Federica: “Al ritorno dalla Svezia, il 12 marzo, mia mamma è andata a stare a casa di mia sorella a La Salle. Ha iniziato a stare un po’ male, con una febbre leggera ed un po’ di tosse ma nulla di preoccupante, inizialmente”. Poi la situazione si è aggravata: “Faceva fatica a muoversi, la febbre le è salita a 39.5 ma respirava bene. Quando la febbre è iniziata a scendere aveva problemi a respirare e tantissima tosse: ci sentivamo al telefono e ad ogni frase doveva fermarsi a prendere fiato. Una notte è stata male, si è spaventata ed ha chiamato il 118. L’ossigenazione era a 86, così l’hanno portata al Parini, dove le hanno fatto il tampone che è poi risultato positivo”, continua il suo racconto Davide Brignone.
Ci è rimasta per 5 o 6 giorni, con la febbre a 39 e la conseguente fatica. “Un giorno sono andato a portarle uno zaino con le sue cose, ovviamente senza entrare nell’ospedale. Mi ha detto: ‘Vieni nel cortile, così ti vedo dalla finestra’. Mi ha salutato da lì dicendomi per scherzare: ‘Sono in prigione’. Ora sta benissimo, anche se ovviamente non sarebbe in grado di fare molto, tipo sciare, se anche potesse”.
Nei giorni precedenti il ricovero, a sostenerla era Federica, in casa con lei: “Le preparava da mangiare e la obbligava a bere, lasciandole le medicine ed i pasti fuori dalla porta della sua camera per evitare contatti. Prendeva la tachipirina e poi, su consiglio di un medico, un antibiotico. A parte le questioni pratiche ed un po’ di sostegno morale non potevamo fare molto altro per lei. Ninna ha la testa dura ma ha fatto bene, se avesse chiamato i medici prima della crisi non le avrebbero potuto fare granché”.
Ora, durante la convalescenza in casa propria, sono Federica e Davide a prendersi cura di lei: “Le facciamo la spesa e buttiamo l’immondizia. Ci alleniamo in casa una o due ore al giorno, fare sport all’aria aperta ci manca ma la situazione è questa e ci si adatta”.
“Preoccupati? Mah, fino a un certo punto. Mamma ha sempre goduto di ottima salute, siamo sempre stati fiduciosi. Certo che se lei ha sofferto così, per chi ha problemi o per un anziano la cosa deve essere molto preoccupante”, conclude Davide Brignone.