La “prima volta” del valdostano Julian Vicquéry ai mondiali di tiro dinamico
Si chiama tiro dinamico ed è una disciplina in cui, pistola alla mano, occorre completare un percorso disseminato di bersagli (alcuni dei quali mobili), nel minor tempo possibile e senza errori. Tempo addietro, Julian Vicquéry, 21 anni da Brusson, ha voluto cimentarsi, sull’onda di una passione maturata in famiglia, e probabilmente nemmeno lui immaginava che quella specialità lo avrebbe portato a disputare i campionati mondiali IPSC, che si sono conclusi sabato scorso, 3 dicembre, a Pattaya in Thailandia.
“Per l’Italia è andata bene, – racconta il giovane valdostano, appena rientrato – la nostra nazionale si è piazzata al terzo posto nel medagliere della competizione. Per me era il primo mondiale, con tanta ansia, e mi sono classificato 107°”. Seguito dall’allenatore Gioacchino Specchi, incontrato quando l’idea era “solo” di provare a sparare, e rimasto al suo fianco da allora, Vicquéry ha iniziato a competere nel 2019, raggiungendo il “livello bronzo”, quello che consente appunto di gareggiare.
Dal 2020, la sua carriera ha visto piazzamenti al vertice nei campionati della Federazione Italiana Tiro Dinamico (2° nella sua classe nel 2020, 1° assoluto nel 2021 e 2° assoluto quest’anno), che gli hanno dato accesso alle finali italiane, dove per ora ha mancato il gradino più alto del podio, ma sempre di un soffio: ha all’attivo un secondo (2022) e un terzo posto (2021) assoluti. Performances grazie alle quali ha staccato il biglietto per il sud-est asiatico, come componente della compagine azzurra (fatta, quest’anno, di 55 atleti), nella categoria “Overall”.
Archiviata l’esperienza mondiale, che al di là dell’esito segna comunque il risultato da cui l’atleta valdostano ripartirà da oggi, l’obiettivo di Julian resta quello di “continuare a fare gare. Il prossimo appuntamento è il campionato europeo, in calendario in Grecia per il 2023, e spero di mantenere il livello per essere nella nazionale”. Se esiste un segreto del successo, nel tiro dinamico è essere il più preciso e veloce possibile.
Qualità basilari per un tiratore, ma l’allenamento può fare molto. Al riguardo, la situazione di Vicquéry ha un versante domestico ed uno che lo porta fuori dalla nostra regione. “Ho potuto allestire un piccolo campo, vicino al poligono del Biathlon, a Vollon, dove vivo – spiega – e poi sono in un club, i ‘Free Shooters’ (di cui è vicepresidente il valdostano Sergio Jotaz, ndr.), con i quali mi alleno fuori Valle”.
Dell’esperienza in Thailandia (era la 19esima edizione del “World Shoot”), iniziata a metà novembre, Julian porterà sempre nella mente la tensione per l’esordio su una platea di rilievo, ma anche nel cuore i contatti con i tanti tiratori di tutto il mondo. “Vorrei ringraziare la mia famiglia, – conclude – che sta rendendo possibile questo percorso, il mio allenatore Gioacchino Specchi, che mi ha insegnato tutto quello che so sul tiro dinamico, nonché la Federazione con il presidente Roberto Santucci e il CT Fabrizio Pesce, per l’opportunità che mi è stata data”.