L’Alta bandiera per i Diritti Umani sventolerà al Tor des Géants
Prima di tutto un’idea, nata nel 2011: creare una bandiera che conciliasse la voglia di avventura con la vocazione per l’impegno umanitario.
E allora l’alpinista Daniele Nardi, sposando la causa di “Gioventù per i Diritti Umani”, ha trovato nell’Alta Bandiera per i Diritti Umani la sua fedele compagna durante viaggi e spedizioni in tutto il mondo, portandola con sé su alcune delle vette più famose ed ambite del panorama alpinistico, dall’Everest al Nanga Parbat, dal Bhagirathi al Link Sar fino al Thalay Sagar.
In seguito alla prematura scomparsa dell’alpinista laziale avvenuta il 25 febbraio scorso sul Nanga Parbat, l’Associazione Arte e Cultura per i Diritti Umani onlus, in collaborazione con il trailer della Sisport Genova Francesco Prossen, ha deciso di continuare questo progetto che definisce “il simbolo dell’impegno per la diffusione dei Diritti Umani nonché un nuovo messaggio di Pace”, portando l’Alta Bandiera a percorrere le alte vie 3 e 4 della Vallée durante il Tor des Glaciers.
Nello specifico saranno diversi gli atleti a fare da portabandiera, che correranno con indosso un “fac-simile” dell’originale che quest’ultimo giace ancora nello zaino di Nardi, impossibile da recuperare dalle pareti della montagna del Kashmir.
Si tratta di bandiere di dimensioni ridotte per ovvi motivi di ingombro e comodità, ma il cui messaggio – dello stesso Daniele Nardi – non viene intaccato: “È auspicabile e di fondamentale importanza arrivare al punto in cui i diritti umani non siano solo sanciti, ma anche applicati”
Messaggio al quale Prossen aggiunge la sua volontà, quella cioè di “diffondere il senso di responsabilità verso ciò che riguarda la salute a la salvaguardia del pianeta su cui viviamo.”
Lo stesso Prossen che ricorda come Nardi sia stato “una fonte di ispirazione unica nel suo genere. Prima di oggi avevo sempre corso per me stesso e per il piacere che la cosa mi procurava, mentre adesso corro per trasmettere un messaggio, per ispirare anche, nel mio piccolo, le persone che mi seguono e soprattutto per portare avanti il ricordo di una persona incredibile non solo sportivamente, ma soprattutto umanamente”.