Marco Camandona e Adriano Favre esportano scialpinismo e trail in Cina

05 Gennaio 2018

Monti Altaj, attorno al lago Kanas, nella provincia cinese dello Xinjang, non lontano dal confine con Kazakhstan, Mongolia e Russia. Segnatevi questa zona del mondo, perché se sinora se n’è sentito parlare soprattutto per la bellezza dei paesaggi, con l’avvicinarsi delle olimpiadi invernali del 2022, assegnate dal Cio a Pechino, saranno – come in altre realtà della Repubblica Popolare – alcune discipline sportive a prendere piede in questi scenari naturali mozzafiato. Non è poco, ma non è ancora tutto, perché tra chi ha il compito di aiutare il “miracolo” a compiersi vi sono anche dei “volti noti” dell’alpinismo di “chez nous”.

Il governo cinese, è noto, non lascia nulla al caso ed ha avviato già da tempo il “reclutamento” di talenti nel mondo, per sostenere la divulgazione di tali pratiche che, in quest’angolo dell’estremo nord-ovest, dove la cima più alta arriva a 4.506 metri, sono state individuate nello scialpinismo, durante i mesi freddi, e, per la bella stagione, nel trail. In Europa, attraverso una società parastatale, Pechino ha bussato alla porta degli organizzatori della “Grande course”, un circuito di sei classiche scialpinistiche a squadre, che per la Valle d’Aosta includono il Trofeo Mezzalama e il Millet Tour du Rutor Extreme.

E’ così che, affinato il dialogo, i direttori delle due competizioni, Adriano Favre e Marco Camandona, nomi che peraltro non hanno bisogno di troppe presentazioni, lunedì partiranno per i Monti Altaj, dove resteranno fino al 18 gennaio. “L’obiettivo – spiega Camandona, che è già stato nella zona lo scorso anno – è duplice. Da un canto, organizzare nell’immediatezza una ‘demo-race’, in programma questo mese proprio nella città di Altaj e, dall’altro, iniziare a visionare i luoghi ove, nel 2019, dovranno svolgersi le competizioni per cui è stato raggiunto l’accordo con la società cinese”.

La delegazione in partenza dalla Valle si completa con varie guide e tracciatori degli itinerari di Tour e Mezzalama, oltre a responsabile e tecnici dell’Adamello Ski Raid, altra tappa della Grande course, ma non solo. “Abbiamo interesse – aggiunge Marco Camandona – che anche gli atleti prendano coscienza sia dei posti, sia della portata del progetto in cui siamo impegnati”. In quest’ottica, alla volta del lago Kanan voleranno anche gli scialpinisti valdostani Stefano Stradelli, François Cazzanelli e Tatiana Locatelli, assieme a Daniele Cappelletti e Bianca Balzarini dell’Adamello Ski Team.

Aspettative e soddisfazione non mancano nella “pattuglia” prossima all’“avventura” cinese e se Camandona non esita a parlare di “grande salto per la Valle d’Aosta”, Adriano Favre vede, nella missione di “export” delle discipline, la “conferma della strada intrapresa come Grande course, nella promozione di un certo tipo di scialpinismo”. Per il direttore del trofeo che si corre sul Monte Rosa, “l’aspetto dell’appuntamento 2022 è significativo, ma di quello si occuperà in particolare la Federazione internazionale”, considerato anche che lo sci con le pelli di foca è prossimo all’inclusione delle discipline olimpiche.

“Verosimilmente si tratterà di competizioni su pista, mentre noi – continua – proporremo gare in ambiente, a squadre, curando anche aspetti come la formazione sulle ricerche in valanga ed altri aspetti di sicurezza molto vicini alla ‘mission’ del Soccorso alpino”, di cui Favre è anche direttore nella nostra regione. L’obiettivo è quindi sicuramente onorare il contratto con i cinesi, ma dando vita ad eventi non “a spot”, quanto fatti per affondare delle radici. Sfida ardua, di cui da lunedì si saprà di più. Di sicuro, i due alpinisti valdostani ed il loro “team” torneranno avendo familiarizzato con l’espressione “Hǎo gōngzuò” (“Buon lavoro!”) in mandarino.

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