Monte Bianco, il rifugio Gonella costretto alla chiusura per mancanza di acqua
Chiuso per mancanza d’acqua. A 3071 metri di altitudine, sul Monte Bianco. Sembra uno scherzo e invece è tutto vero. Il rifugio Gonella è stato costretto ad alzare bandiera bianca, il 31 di luglio, di fronte a una situazione diventata ormai insostenibile. I nevai che una volta rifornivano d’acqua il rifugio fino a settembre, infatti, si sono esauriti. Niente neve quindi niente acqua, né per lavarsi né per cucinare. E nessuna soluzione alternativa praticabile.
Non è la prima volta che il rifugio è costretto a chiudere anticipatamente, ma mai era avvenuto così presto. Uno dei gestori del rifugio, Davide Gonella (l’altro è Mauro Bianchi, ndr) che si occupa anche del Rifugio Elisabetta in val Veny, spiega che “il trend ormai è consolidato e va avanti da anni: abbiamo rischiato di chiudere già a giugno, con il caldo che faceva. Sapevamo insomma già da tempo che sarebbe finita così”
La causa è da ricercarsi nei cambiamenti climatici. “Nevica troppo poco d’inverno e fa troppo caldo d’estate”, spiega ancora Gonella, “tanto che ormai abbiamo intenzione di anticipare l’apertura a maggio, per chiudere a metà luglio”. Anche l’attività sportiva, insieme alle condizioni della montagna, è cambiata. “L’alpinismo puro ormai è in forte calo, a favore di un trekking più sicuro e accessibile, con meno rischi. Alla “francese”, se mi passa il termine. Per noi è un cambio radicale di clientela, forse più esigente, ma che senz’altro ci permette di dormire sonni più tranquilli senza dover fare da ‘accalappiacani’, alla ricerca costante di chi si è perso in appoggio alle guide alpine”.