Isabelle Ost è la vincitrice del Tor des Glaciers 2022
“Il percorso è magnifico, con dei passaggi molto molto belli.” Così raccontava la sua esperienza durante una sosta al Rifugio Frassati. Sapeva già di essere in testa alla gara dopo la caduta di Marina Plavan in mattinata. “Sono prima soltanto per caso e perché la prima donna è caduta. Io ero in seconda posizione e stavo andando con più calma. Spero soltanto per lei che la caduta non sia grave e che non abbia conseguenze. In questo tipo di gare a volte anche il caso gioca la sua parte”.
Isabelle pur essendo vicina al Malatrà non se la sentiva di considerarsi la vincitrice “La corsa è ancora lunga e bisogna arrivare fino a Courmayeur e nulla è scontato. Devo ringraziare mio marito che mi è stato accanto e ha dovuto portare tanta tanta pazienza nei miei confronti soprattutto in alcuni momenti”.
Il marito, Stéphan Bero forma una coppia con la moglie non soltanto nella vita ma anche nelle competizioni: nel 2015 e nel 2018 partecipano come coppia mista alla Petite Trotte à Léon PTL, una delle prove più dure dell’UTMB ottenendo il podio.
Caso o no, questa volta la corona spetta soltanto a lei dopo aver concluso il suo lungo viaggio in 168 ore, 04 minuti e 32 secondi.
Alle sue spalle sono attese Nicky Spinks e Chloé Saint Joly per concludere anche il podio femminile.
Bella prova di Piero Barmasse, primo fra i valdostani al Tor des Glaciers
E’ il primo valdostano a chiudere il Tor des Glaciers 2022. Piero Barmasse ha tagliato alle 15.40 di oggi, venerdì 16 settembre, il traguardo di Courmayeur. Il valdostano, quarto fra gli italiani e 19esimo in classifica generale, ha impiegato per chiudere i 450 km del Tor des Glaciers 163 ore 40 minuti e 51 secondi.
Barmasse non è nuovo a queste gare. Aveva già finito un Tor Des Géants nel 2014 e nel 2018 e la prima edizione del Tor Des glaciers nel 2019.
Il Tor des Glaciers è un affare di famiglia
Al Rifugio Frassati abbiamo incontrato la belga Isabelle Ost, la prima donna del TOR450, che sta correndo la sua gara insieme a suo marito Stéphan Bero, quest’anno secondo alla Ptl. Isabelle Ost è attesa questa sera al traguardo di Courmayeur.
Tor des Glaciers, il ritiro di Marina Plavan: “Mi brucia dentro, stavo facendo una bella gara”
Sfuma, purtroppo, il sogno di Marina Plavan di diventare la nuova nuova regina del Tor des Glaciers. La valdostana, che ha sempre guidato la gara femminile, fin dal suo inizio, è stata costretta al ritiro per una caduta, al al Colle Barasson prima dell’Hotel Italia al Gran San Bernardo. La donna è ora con i sanitari che la stanno medicando.
Alla sua terza partecipazione al Tor des Glaciers dopo le edizioni del 2019 (187h09’19’’) e 2021 (165h29’55’’) si era ripresentata forte dell’esperienza maturata sui sentieri della Valle e del suo enorme bagaglio di gare disputate. Soltanto nel 2022 ha partecipato nel circuito di gare dell’International Trail Running Associtation ad un numero di competizioni la cui lunghezza media è pari a 252 km finendo sempre tra le prime 4 donne.
Ha iniziato a correre tardi, a più di 40 anni, un’età insolita per iniziare uno sport a livello agonistico ma non per le gare di ultra resistenza. Marco Olmo insegna. Da quel momento la corsa entra in lei e diventa il suo equilibrio, ciò che la fa sentire viva. Nel 2014 partecipa al suo primo Tor des Géants ed è amore a prima vista. Ne correrà in tutto 5 salendo per due volte sul podio femminile. Nel 2019 nasce il Tor des Glaciers e Marina decide di alzare l’asticella ottenendo due secondi posti.
A prendere la guida della gara al femminile è ora la bega Isabelle Ost, seguita dalla britannica Nicky Spinks. In terza posizione la francese Chloé Saint Joly.
Tor des Glaciers, Sébastien Raichon: “E’ stata una grande avventura”
Sébastien Raichon interrompe la serie di vittorie di Luca Papi andando a vincere poco prima della mezzanotte di mercoledì 13 settembre il Tor des Glaciers 2022 e stabilendo il nuovo record sul percorso con un tempo di 123:57:18 battendo il precedente record stabilito nel 2019 da Luca Papi 134:10:01.
Se nel 2021 Luca aveva bissato il successo chiudendo la gara con il tempo di 138 ore e 17 minuti (ovvero cinque giorni, 18 ore e 17’), ex equo con Jules Henri Gabioud quest’anno nulla ha potuto contro la prestazione di Sébastien. Una gara tutta in solitaria la sua: fin da subito ha dominato la scena imponendo un ritmo troppo alto da mantenere per chi lo seguiva. Papi ha tentato un approccio più attendista, considerata la distanza e ben conscio della lunghezza e della difficoltà del percorso pensando di aver modo e tempo di recuperarlo. Probabilmente non si aspettava di trovare qualcuno capace di una prova di forza, resistenza e velocità così elevata su una distanza che soltanto a pensarci fa impressione: 450 km su terreno alpino, percorrendo anche tratti attrezzati e con un dislivello complessivo di 32000 metri.
Se i limiti sono fatti per essere superati si dovranno aspettare le prossime edizioni per vedere chi riuscirà a battere questo nuovo record.
Secondo posto per il danese Erwee Tian, arrivato alle 10.23 di giovedì 15 settembre con un tempo di 134:23:35. Terzo posto per Luca Papi con il tempo di 134:23:36.
Continua l’ottima prestazione di Piero Barmasse sulla distanza più lunga: lasciato il Rifugio Prarayer si sta spostando in direzione del Rifugio Crête Sèche.
Dietro di lui intorno alla 23esima posizione Marina Plavan, prima tra le donne continua la sua gara sempre al comando con circa due ore di vantaggio sulla belga Isabelle Ost e sulla francese Chloé Saint Jolie. Perde terreno Nicky Spinks, superata dall’italiana Guendalina Sibona che agguanta la terza posizione.
Sébastien Raichon non è nuovo a questo tipo di gare di endurance: nell’agosto del 2021 ha stabilito il nuovo tempo più veloce sulla Traversée des Alpes, senza alcun supporto o assistenza e portando con sé solo una borsa di 4 kg.
La Traversée des Alpes consiste in un percorso di 623 km e 34000 m di dislivello che collega Thonon les Bains, sulle rive del lago Lemano, fino a Nizza sul Mediterraneo, attraverso il famoso GR5, attraversando 3 parchi nazionali e regionali (Vanoise, Mercantour, Queyras) e le Alpi oltre ad un gran numero di riserve naturali.
Il suo tempo di 150h e 25min ha migliorato il precedente record, detenuto da Romain Sophys, di ben 10 ore e 19 minuti. Da notare che il precedente record era stato fatto con l’ausilio di pacer e veicoli di supporto, una filosofia sportiva completamente diversa rispetto a quanto fatto da Raichon. La traversata di Raichon rientra nell’approccio noto come “wildinism”, che promuove lo sport selvaggio e l’autonomia, un approccio semplice e umile alla natura e totalmente a basso impatto ambientale.
La carta di credito persa e ritrovata
Si parla di spirito Trail indicando quella solidarietà che si crea in gara tra gli atleti. Piccoli gesti, un incoraggiamento, un aiuto in caso di bisogno e vicinanza. Poi capitano storie particolari come quella successa in gara a Sebastien Raichon, finisher con record al Tor 450.
Sapendo di dover affrontare una lunga traversata si è portato appresso la propria carta di credito, pensando potesse rivelarsi utile in caso di bisogno.
Carta che ha viaggiato con lui fino a quando senza accorgersene la perde sul sentiero. Come e dove non si sa. Per far capire quanto i sentieri in cui passano questi atleti siano selvaggi e solitari la carta rimane lì dove è caduta. Nessuno la raccoglie fino a quando Luca Papi, in seconda posizione, la nota sul sentiero, la raccoglie e si accorge che è di Sebastien. La tiene con sé fino a Courmayeur e sotto l’arco, mentre i fotografi scattano le foto al terzetto vincitore, la estrae dalla giacca consegnandola al francese.
Probabilmente la riconsegna più lenta, fatta a piedi, di un oggetto smarrito in montagna ma di sicuro la più apprezzata e che rimarrà tra i tanti tanti aneddoti legati al Tor Des Géants.
Tor des Glaciers, cresce ancora il distacco di Sebastien Raichon dai suoi inseguitori
Continua la fuga del francese, che questa mattina, domenica 11 settembre alle 7.21 è transito nella base vita di Cogne. Sebastien Raichon è ora diretto verso il Rifugio Grauson con un distacco crescente sui suoi inseguitori (al Rifugio Sella era di circa 4 ore), Erwee Tian e Luca Guerrini terzo assoluto e primo tra gli italiani.
Luca Papi partito con un ritmo più lento, consapevole della lunghezza della gara, si è portato ora in quinta posizione. Tra le donne, Nicky Spinks e Marina Plavan continuano appaiate a mantenere lo stesso ritmo davanti alla terza donna, la statunitense Sarah Hansel.
Tor des Glaciers, in fuga il francese Sebastien Raichon
Trascorsa la prima notte di gara della sfida sui 450 chilometri. Tra i valdostani partiti ieri sera da Courmayeur c’è stato il primo ritiro: si tratta di Sergio Minoggio che dai rilevamenti risulta passato al Rifugio degli Angeli prima del suo ritiro, mentre primo è al momento Piero Barmasse .
Comincia intanto la fuga del francese Sebastien Raichon del team “400team Naturex” che è già transitato dal Rifugio Benevolo in direzione del Colle Rosset a quota 3023 metri e da lì passando per gli omonimi laghi arriverà al Rifugio Savoia per poi cercare di aumentare ancora il distacco sul lungo vallone del Nivolet prima della salita al Rifugio Savoia.
Ha un discreto margine di vantaggio sui suoi inseguitori, lo spagnolo Javier Puit ed Tiaan Erwee, ultra trailer originario del Sud Africa fresco vincitore, con record, della Pennine Way, una gara che copre l’intera lunghezza della Pennine Way da Edale, in Inghilterra, fino a Kirk Yetholm, in Scozia e che è riconosciuta come una della gare di endurance più dure al mondo con i suoi 430 km di lunghezza.
Più indietro Luca Papi, considerato trai favoriti della gara, che ha comunque recuperato terreno rispetto ai suoi avversari.
Nella gara al femminile è invece testa a testa tra Marina Plavan e Nicky Spinks.
Tor des Glaciers al via, anche 5 valdostani in gara
C’erano anche cinque valdostani tra i 128 atleti partiti dal Jardin de l’Ange di Courmayeur, questa sera, per la terza edizione del TOR450 – Tor des Glaciers che ha dato il via alla tredicesima edizione del TORX. Si tratta di Piero Barmasse, Claudio Bastrentaz, Giovanni Giuseppe Bracotto, Sergio Minoggio e Franco Moro.
La manifestazione proseguirà domenica alle 10 e alle 12 con le due partenze del TOR330 – Tor des Géants, martedì sera alle 21 da Gressoney-Saint-Jean con il TOR130 – Tot Dret, e sabato 17 alle 10 da Saint-Rhémy-en-Bosses per il TOR30 – Passage au Malatrà.
Luca Papi cerca il tris
Al TOR450, giunto alla sua terza edizione, partecipa nuovamente Luca Papi, vincitore delle prime due edizioni (con il record del 2021 in 138h18’00” insieme a Jules-Henry Gabioud): è sicuramente lui l’atleta da battere, nonostante abbia nelle gambe diverse centinaia di chilometri nelle ultime settimane. Ci sarà anche Claudio Beletoiu, terzo l’anno scorso, insieme ad un’altra vecchia conoscenza del TORX®, Pablo Criado Toca. Tra le donne, Marina Plavan cercherà di migliorare i due secondi posti del 2019 e 2021 e prendersi finalmente la vittoria.
Qualsiasi pronostico lascia però il tempo che trova, in una gara lunga 450 chilometri con 32.000 metri di dislivello sulle Alte Vie 3 e 4 della Valle d’Aosta: in campo scende la capacità di gestirsi, la stanchezza, i cancelli orari, il clima. Una prova esclusiva, unica, imperdibile, da condurre in assoluta autonomia, avendo, come unici riferimenti e punti di appoggio, i magnifici rifugi d’alta quota.
L’arrivo dei primi è previsto nella tarda mattinata di giovedì, mentre il tempo limite di 190 ore scadrà alle 18 di sabato 17 settembre.
Per seguire live gli atleti del TOR450 – Tor des Glaciers anche tramite GPS basta collegarsi alla homepage del sito, su https://www.100x100trail.com/rankings/TOR45022, o sui canali Facebook e Instagram.
Intervista a Paul Tierney, l’outsider irlandese
Alla vigilia della partenza del Tor des Géants, abbiamo voluto fare qualche domanda ad alcuni atleti presenti in gara per ognuna delle distanze previste. Iniziamo quindi con uno dei protagonisti della prima gara in programma, Paul Tierney, atleta irlandese del team Inov-8, già finisher in tre edizioni del Tor des Géants in meno di 100 ore (99:09 nel 2017, 94:39 nel 2018 e 88:05 nel 2021) che questo anno sarà sulla linea di partenza del Tor des Glaciers.
Paul Tierney è conosciuto per aver stabilito nel 2019, il nuovo record sul percorso del Wainwright, nel distretto del Lake District, una regione montuosa nel nord ovest dell’Inghilterra: un anello composto da 214 vette per un totale di 36.000 metri di altezza (l’equivalente di quattro volte l’Everest) lottando contro la privazione del sonno e affrontando ogni tipo di condizione meteorologica per battere il precedente record concludendo il giro in 6 giorni, 6 ore e 5 minuti, ossia 7 ore in meno rispetto al precedente tempo.
Perché hai deciso di partecipare a questa gara e con che spirito hai deciso di affrontarla?
“Ho partecipato al Tor des Géants per tre volte, lo adoro e volevo rifarlo ma da quando è nato il Tor des Glacier nel 2019 ho maturato da subito l’idea di parteciparvi perché avrebbe significato poter esplorare ancora meglio queste zone che considero straordinarie. Inoltre mi piace l’idea di dover trovare la strada senza l’aiuto dei segnali, anche se questo rende il tutto un po’ più difficile, soprattutto quando si è stanchi. Lo affronterò in modo simile a come ho gestito la gara durante il Tor: cercherò di muovermi a un ritmo simile pur sapendo che l’uso del navigatore mi rallenterà un po’. Dovrò assicurarmi di avere tutto il materiale e i rifornimenti necessari quando lascerò una base vita perché i tempi tra un punto ristoro ed un altro saranno più lunghi, mentre per il resto penso che lo affronterò in modo abbastanza simile”.
Quale motivazione ti ha spinto a tornare nuovamente in Valle d’Aosta e cosa ti affascina del luogo?
“Ogni anno dal 2017 (tranne il 2020 a causa del covid) vengo qui a trascorrere del tempo. Trovo che le persone siano molto amichevoli e ho sempre trascorso delle belle estati: ci sono così tante valli diverse da esplorare e c’è ancora molto che vorrei vedere. Mi affascinano la cultura locale, la fauna selvatica e i paesaggi straordinari e naturalmente il cibo!
Altri atleti si allenano dall’altra parte del Bianco, a Chamonix ma io considero questa Valle ancora più bella e penso che altri atleti non vengano qui semplicemente perché ancora non la conoscono. Cercherò di spargere la voce.”
Hai cambiato modo di allenarti per poter affrontare questa distanza?
“All’inizio dell’anno ho avuto problemi ad un ginocchio e non ho potuto allenarmi come avrei voluto. Quindi sono venuto qui a metà luglio e ho cercato di passare più tempo possibile in montagna e facendo anche delle ricognizioni sul percorso della gara. Questa è la differenza principale. L’anno scorso non mi preoccupavo di fare delle ricognizioni perché conoscevo bene il percorso, ma quest’anno avevo bisogno di esaminare aree specifiche e cercare di capire alcuni aspetti del tracciato.”
Come prevedi di gestire la gara?
“Semplicemente affrontando una sola sezione alla volta. Dormirò quando ne avrò bisogno, mangerò bene e cercherò di sorridere il più possibile!”
Trovi delle similitudini con il percorso che hai dovuto affrontare durante il tuo record nel percorso del Wainwright?
“Sicuramente per la durata e il dislivello sarà probabilmente simile come sforzo ma qui il terreno è diverso in molti punti e sotto diversi aspetti. Sul Wainwright il terreno può essere ancora più difficile ed ostile da affrontare ma la differenza la fa l’altitudine perché lì non c’è. Quindi posso dire che in parte è simile ma allo stesso tempo diverso.”
Concludo con una classica domanda a cui ogni trail runner prima o poi deve rispondere: perché ti piace correre su lunghe distanze?
“Perché mi fa sentire bene! È una formula semplice di esercizio fisico. Spingersi dal punto A al punto B con le proprie gambe e farlo in un posto bellissimo è molto gratificante dal punto di vista mentale ed inoltre mi piace la sfida di affrontare tutti i singoli problemi che si presentano lungo il percorso”.