“Il collegamento intervallivo Cime Bianche fiore all’occhiello della Valle d’Aosta”

23 Novembre 2021

Lo studio di fattibilità della Monterosa Ski sul collegamento intervallivo di Cime Bianche sarà pronto nell’ottobre 2022. L’opera, sulla cui realizzazione si esprimerà il Consiglio regionale, ha già ricevuto numerosi attacchi. “Come faccio a criticare un progetto senza sapere quale sarà?” domanda Bruce McNeill, Presidente del Comitato promotore Cervino Monterosa Paradise, oltre che albergatore di Cervinia e maestro di sci.

A dirla tutta qualche aspetto del progetto è già noto. Si tratterà infatti di un impianto in grado di collegare “cinque vallate, tre regioni e due nazioni”: Zermatt (Svizzera), Valtournenche, Val d’Ayas, Valle di Gressoney e Alagna nel vicino Piemonte.

Secondo il Presidente del Comitato promotore il collegamento intervallivo di Cime Bianche potrebbe essere una grande opportunità per il turismo della Valle d’Aosta. Un prodotto “unico a livello mondiale”. Un impianto in funzione 365 giorni all’anno. Un’attrazione per chi pratica sci freeride, disciplina in forte espansione, per chi viaggia in mountain bike e per chi fa trekking. Oltre al turista sportivo, nel target dei destinatari ci sarà “il turista del futuro”. “Il turista del futuro è asiatico. La sua richiesta è visitare le città d’arte italiane e vedere le Alpi. Ora per vederle si reca a Chamonix” spiega Bruce McNeill. Con la realizzazione dell’opera sarà possibile ammirare 38 delle 82 vette sopra i quattromila. Il collegamento permetterà inoltre di ridurre i tempi di percorrenza tra le località. “Oggi per andare da Champoluc a Zermatt sono necessarie quattro ore di auto per 240 chilometri di strada”. Tempi più che dimezzati con l’impianto che per funzionare utilizzerà l’energia elettrica valdostana.

A chi sostiene che l’opera distruggerà una risorsa territoriale Bruce McNeill risponde “dove sarebbe oggi la Valle d’Aosta senza impianti di risalita?”. Negli anni Sessanta e Settanta il “boom” dello sci ha portato in Valle d’Aosta benessere e ricchezza. “Oggi siamo in una fase di declino. Nel 1985, sul territorio erano presenti 300 chilometri di linee di impianti a fune (tra sciovie, seggiovie e funivie) e 200 impianti. Nel 2021 siamo a 180 chilometri di linee e 120 impianti. Negli ultimi dieci anni sono stati rinnovati solo cinque impianti, tra questi Skyway. Stiamo togliendo offerta ai turisti, senza offrire loro nulla di nuovo”. Per “contrastare questa decadenza creiamo un fiore all’occhiello che ci rimetta sulla mappa mondiale”.

Il Presidente del Comitato promotore chiarisce “no alle opere faraoniche, la costruzione avrà il minore impatto ambientale possibile – e ricorda – qui ci abitiamo anche noi”.

Rispetto ai vincoli ambientali dell’area, sito “Natura 2000”, che metterebbero in dubbio la legittimità del progetto, Bruce McNeill specifica “le normative prevedono delle deroghe. È infatti possibile creare impianti e opere in queste aree se c’è un beneficio per le popolazioni locali e un ritorno economico importante”.

Il vallone di Cime Bianche in inverno
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