La didattica a distanza ha funzionato?
Diciamocelo. Sono stati due mesi tosti. Per i docenti, per i nostri figli, per noi genitori.
Questa Didattica a distanza sta funzionando? Sni, come spesso dicono i ragazzi adolescenti.
Sta funzionando nell’ottica di sostituto, palliativo, didattica che dobbiamo usare per forza, non c’è altra scelta.
Ma la scuola è altro, la scuola è fatta di relazioni, si apprende attraverso le emozioni, e dentro ad un video quelle sono più distanti, sospese, a volte artefatte.
La classe è un sistema di relazioni, che è venuto a mancare. Molti insegnanti sono stati bravissimi, hanno imparato ad usare strumenti per alcuni sconosciuti, sono diventati dei mezzi youtuber, sono andati ad agganciare i loro studenti e le loro famiglie uno ad uno, sono riusciti a non lasciare indietro nessuno. E questo era l’obiettivo prioritario.
Hanno saputo tenere impegnati bambini e ragazzi con attività creative e intelligenti, senza affaticare troppo le famiglie nella gestione di questo pezzo.
Molti altri, invece, ahimé, non sono riusciti a ristrutturarsi; hanno caricato troppo le famiglie, hanno continuato a “fare lezione” con i ragazzi, semplicemente attraverso uno schermo anziché seduti alla cattedra. Si sono attaccati al programma, invece che al buon senso.
Ora la grande sfida è capire come chiudere al meglio questo strano anno scolastico, e soprattutto come ripartire a settembre. Qui trovate la puntata numero 1 delle mie riflessioni sulla scuola.
Per la puntata numero 2, dove metterò nero su bianco le mie idee per la riapertura a settembre, vi lascio sulle spine qualche giorno.
Netflix docet!