AI Festival: la corsa inarrestabile delle macchine
Se dovessi riassumere l’AI Festival di Milano in una frase, prenderei spunto da questa ripetuta più volte dal palco dell’Allianz Mico del capoluogo lombardo: “Non sarà l’intelligenza artificiale a rubarti il lavoro ma, qualcuno che la saprà usare meglio di te lo farà”.
Tuttavia, limitarsi solo a questo sarebbe riduttivo verso l’evento organizzato da WMF (We Make The Future) e Search OnMedia il 14 e 15 febbraio, riunendo sul palco 100 esperti.
Il Festival è stato un evento capace di mostrare il doppio volto del fenomeno AI, Dr. Jekyll e Mr. Hyde, fatto di infinite possibilità e da, inevitabili, ripercussioni su vita e lavoro. Tenendo bene a mente che non è mai la tecnologia ad essere cattiva ma il modo con cui l’uomo la utilizza, troppo spesso, per l’interesse personale di pochi a discapito dei molti.
Lasciando da parte aspetti tecnici riporto qui 5 temi da tenere in conto nei prossimi mesi trattati durante l’evento.
1 – Una Crescita da Record!
Il mercato globale dell’intelligenza artificiale è cresciuto a dismisura, con una stima che vede il suo valore salire da 150 miliardi di dollari nel 2023 a ben 1.345 miliardi nel 2030. Un esempio di questa espansione è OpenAI, creatore di ChatGPT, che ha visto il suo valore passare da 28 milioni di dollari nel 2022 a 1,6 miliardi nel 2023. Questo salto quantico non solo testimonia il progresso tecnologico ma evidenzia anche l’impiego dell’AI nell’ottimizzare i processi lavorativi, come l’esempio portato sul palco da Microsoft con il suo chatbot Copilot è capace di ridurre tempi lavorativi fino a 90 minuti. L’intelligenza artificiale si distingue, quindi, per la sua capacità di generare contenuti, di qualità sempre più definita e in minor tempo, come testi e immagini. Miglioramenti palesi dimostrati da questa serie di immagini create dal programma di AI Midjourney dall’aprile 2022 al giungo 2023 (PromptDesign).
2 – Il lavoro è appeso ad un microchip
Tuttavia, questa trasformazione porta con sé sia opportunità che sfide impervie. Secondo Goldman Sachs, l’IA generativa potrebbe incrementare il PIL globale annuo del 7%, con un aumento di quasi 7.000 miliardi di dollari. Nonostante queste prospettive ottimistiche, il rovescio della medaglia presenta una realtà più complessa: Davide Casaleggio ha evidenziato, nel suo discorso, come nuovi modelli di business potrebbero compromettere fino a 300 milioni di posti di lavoro. Guardando più in là, entro il 2030, potrebbe essere a rischio fino a 2/3 dell’attuale forza lavoro globale, anche se, parallelamente, si prevede la creazione di milioni di nuove opportunità lavorative legate alla comprensione e all’uso dell’AI.
Questo scenario solleva questioni senza risposte chiare: chi riuscirà a stare al passo con l’evoluzione costante e rapida imposta dalle macchine? E a quali condizioni economiche?
3 – L’AI sceglie (già) per noi
Anche se pensi di non essere influenzato dall’intelligenza artificiale, se passi ore davanti al computer o allo smartphone, sei già immerso nel suo mondo, forse senza saperlo. Gli interventi di Marco Quadrella (SearchOn Group) e di Roberto Nardini (AdvPlus), sottolineano come l’AI pervada ogni aspetto della nostra esperienza online, influenzando le decisioni che crediamo di prendere liberamente.
Quando cerchi qualcosa su Google, i risultati che vedi sono stati personalizzati per te dall’AI, che anticipa ciò che potrebbe interessarti. Anche gli assistenti vocali, come Alexa e Siri, si affidano all’intelligenza artificiale per comprendere le tue richieste e fornirti le risposte più accurate e utili.
YouTube, Instagram e Facebook usano l’intelligenza artificiale per personalizzare ciò che vedi, come video suggeriti, pubblicità e foto. Questo fa sì che le scelte che crediamo di fare online siano in realtà influenzate da queste tecnologie invisibili.
4 – AI e Creatività
L’intelligenza artificiale emerge come un potenziatore della creatività umana, spingendoci a superare i confini tradizionali del pensiero. Questo il pensiero espresso sul palco da molti relatori, come il creator digitale Raffaele Gaito, che vede l’AI agire come uno strumento complementare che arricchisce il nostro processo creativo, invitandoci a esplorare una varietà più ampia di soluzioni e a personalizzare i risultati per adattarli meglio alle nostre esigenze.
Questo approccio collaborativo con l’AI ci aiuta a superare i blocchi e vede la macchina come catalizzatore per l’espansione della nostra creatività.
5 – AI tra Governo, Cultura e Tecnologia
L’influenza dell’AI va oltre la sua funzione tecnologica, essendo così pervasiva da spingere l’UE e i governi a regolamentarla tramite l’AI Act, una serie di leggi che dovrebbero garantirne un uso etico, sicuro e responsabile. Proprio di queste tematiche hanno parlato sul palco rappresentanti del governo italiano come l’On. Brando Benifei e Anna Ascani, Vicepresidente della Camera dei Deputati, che ha ricordato come il nostro parlamento sia il primo in Europa ad essere autorizzato all’uso interno dell’AI.
Anche in campo culturale, è essenziale prevenire le cosiddette “allucinazioni” dell’AI, risposte forvianti e false presentate come fatti reali, promuovendo una cultura di responsabilità attorno all’AI che aiuterebbe a evitare il suo uso improprio e scorretto.
Su queste tematiche, visti gli aspetti economici in ballo, sarà da capire se le regole sapranno essere e verranno applicate con un atteggiamento super partes senza condizionamenti e, ancora, in campo educativo e culturale è legittimo domandarsi chi definisce cosa sia la verità e cosa non lo sia? C’è da augurarsi che non venga delineata (manipolata) da un solo gruppo ristretto di fact checkers, con le rischiose conseguenze palesate in questi anni.
In conclusione, l’AI Festival ha lanciato un messaggio chiaro: l’AI sta rimodellando il nostro mondo in tutti i suoi aspetti non solo in termini di tecnologia, una nuova frontiera che noi tutti siamo chiamati a capirne i confini… sempre che ci siano!