Dopo la scomparsa, il ricordo di Silvia Deiana rivive nelle parole del compagno

31 Agosto 2021

A distanza di una settimana dai funerali di Silvia Deiana, la Dottoressa di Bresso, originaria di Châtillon, vittima all’età di 29 anni di un incidente durante un’escursione in Norvegia, il compagno Simone, in viaggio con lei, la ricorda con queste parole:

Desidero parlarvi di Silvia, a me piace da sempre parlare di Lei.

Qui presenti vi sono difatti anche alcune persone che l’hanno conosciuta solamente attraverso le mie parole. E quando poi lo dicevo a Silvia che era stato il mio argomento di conversazione preferito con qualche amico, collega o un estraneo appena conosciuto, Lei poi voleva subito che le raccontassi cosa avessi detto su di Lei. E io non potevo far altro che rispondere: “Ma Amore mio, su di te si possono dire solo cose belle!”. E non era un’esagerazione, ma è vero.
Sono sempre stato fiero di gridare al mondo intero il mio amore per Lei. Ma non avrei mai immaginato di doverlo fare in un’occasione del genere.

Perché Lei, benché fosse un’avventuriera, era cauta, attenta e giudiziosa. In ogni sua singola scelta lo era. Che si trattasse banalmente di dover scegliere la cover del telefono per cui impiegò un mese o di dove appoggiare i piedi mentre camminava.
Spesso difatti mentre eravamo in montagna insieme, nei punti più impegnativi mi giravo e la trovavo a fissare i sassi e Lei che mi diceva con tutto il suo candore: “Un attimo, sto decidendo dove mettere i piedi!”. E sono sicuro che lo stesse facendo anche lo scorso 31 luglio, ma per motivi che non riusciremo mai a comprendere, c’è stata portata via.

Eppure c’è stata una scelta che non le ha richiesto tempo per essere presa, ma è stata immediata. Ed è stato quando ci siamo conosciuti ed ha subito deciso di spalancarmi il suo cuore. Ed io il mio a Lei. È stato da subito un amore così grande, che sarebbe stato impossibile non riconoscerlo all’istante.
Chiunque conoscesse Silvia, probabilmente dirà che era timida, posata e poco propensa ad esprimere le sue emozioni. Ed è vero. Ma è anche vero che per questo motivo mi ritengo un fortunato privilegiato, perché con me non era così.

Ho avuto la fortuna di conoscere Silvia in tutta la sua interezza, in ogni sua piccola sfumatura, in ogni suo dettaglio, senza alcun tipo di filtro, come a nessun altro mai al mondo aveva concesso. Con me era scatenata e un libro sempre aperto. Dolce, affettuosa, premurosa, romantica, amorevole e la persona dal cuore più sincero e onesto che io abbia mai conosciuto. Avevamo un rapporto così vero e profondo che era come avere un cuore solo che batteva all’unisono in due corpi diversi. Alle volte mi sembrava quasi che mi conoscesse meglio di me stesso.

Amavamo passare il tempo insieme. Se poi questo tempo era speso in montagna o in qualche avventura, meglio. Ma non importava per davvero, l’importante era stare insieme per coltivare giorno per giorno la nostra squadra. Mi diceva sempre Lei: “Simo, l’orticello del nostro rapporto va innaffiato ogni giorno, goccia dopo goccia”. Passavamo intere serate, interminabili viaggi in auto o lunghe camminate a confrontarci insieme per scoprirci sempre di più. Sempre più a fondo. Conosco meglio Lei di me stesso, eppure non mi bastava mai.

C’erano tre cose che più di tutte le ripetevo pressoché ogni giorno: la prima era il modo in cui la chiamavo. Tra tutti i nomignoli imbarazzanti che ci eravamo dati, uno lo voglio condividere con Voi. Io la chiamavo: “Il mio tutto quanto”.

Perché Lei racchiudeva in un comodo formato da poco più di un metro e sessanta, tutto quanto si potesse desiderare da una donna. Tutto quanto si potesse desiderare da una fidanzata, da una moglie. Tutto quanto si potesse desiderare da un’amica, una compagna di vita, di avventure e una complice. Silvia era semplicemente perfetta in tutto. Era il mio tutto quanto e rimarrà per sempre indelebile nel mio cuore perché Lei È il mio tutto quanto.

La seconda cosa che le ripetevo più spesso è che ciò di cui vado più fiero, la cosa che più al mondo mi fa gonfiare il petto ed essere orgoglioso di questi 32 anni che sono al mondo: è il rapporto che avevamo costruito. Silvia mi ha insegnato ad amare in un modo così grande che non immaginavo nemmeno fosse possibile. E siamo diventati una squadra di una forza inarrestabile. Il nostro rapporto e la nostra complicità sono per me motivo di orgoglio quotidiano.

Infine, la terza cosa che le ripetevo più spesso è l’ammirazione per la sua determinazione, forza d’animo, e quanto questo abbia positivamente impattato sulla mia vita, nonché su me stesso come uomo. Da quando conosco Silvia sono un uomo nuovo, una persona migliore. In tutto.
Il merito di ogni mio piccolo e grande successo personale, lavorativo o sportivo è stato anche merito del suo fondamentale supporto. Silvia da questo punto di vista mi ha insegnato davvero tanto e ho sempre ammirato la sua forza e determinazione.
Tante, forse troppe volte quando io volevo mollare perché stremato, Lei trovava sempre il modo di darmi la forza. Alle volte bastava anche solo un suo sguardo e io per non deluderla avrei fatto qualsiasi cosa. Anche molte cose di cui si da merito solo a me, perché le ho compiute in solitaria, vi posso garantire in tutta onestà che se Lei non ci fosse stata a supportarmi e a fare squadra con me, io il più delle volte non ce l’avrei fatta.

Silvia Deiana

Ci sono centinaia di storie in merito che potrei raccontarvi, davvero tante. Ma le terrò per un altro momento e vi parlerò solo dell’ultima, giusto per darvi un’idea di chi era Silvia e della forza che aveva.

Il 31 luglio mentre stavo raggiungendo l’ospedale in auto perché l’elicottero non ha potuto trasportare anche me, mi chiama il chirurgo dicendomi di non affrettarmi perché tanto Silvia non sarebbe sopravvissuta da lì a poche ore. E invece quando sono arrivato il suo cuore batteva ancora e Lei era bella come il sole anche con tutti quei tubi attorno. Le ho preso la mano e non l’ho più lasciata, le ho tenuto compagnia raccontandole solo cose belle e quindi parlandole del nostro Amore. Le ho poi detto che le nostre famiglie stavano arrivando e le ho chiesto di aspettare, di resistere, di non mollare.

Tre giorni dopo i medici ci avvertono che il team di chirurghi da Oslo non arriverà per l’espianto degli organi perché Lei presenta delle infezioni interne tali da averli compromessi.
Il giorno dopo Silvia nonostante avesse già un certificato di morte in mano, il suo corpo era vivo e Lei era guarita dalle infezioni che fino a poche ore prima avevano precluso il buono stato dei suoi organi.

Ha lottato per tutta la notte e non si è arresa. Ci aveva appena dimostrato per l’ennesima volta la sua determinazione e sconfinato amore per la vita.
Silvia da che la conosco non ha mai mollato un attimo e ha fino all’ultimo esibito un’ammirevole forza d’animo. La notte stessa poi, dando seguito alle sue volontà, con il gesto più generoso che un essere umano possa fare, i suoi organi hanno salvato 5 vite. E il suo cuore in questo momento sta continuando a battere.

Perché Silvia è una forza della natura inarrestabile!
Grazie per tutto quello che mi hai insegnato.

Ciao Amore mio, arrivederci!

Simone

Silvia Deiana con il compagno Simone
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